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Libertà e Politica in S. Caterina da Siena
(Protagonisti) [Copertina in plastica]EAN 9788872633755
Esaurito
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Tipo
Libro
Titolo
Libertà e Politica in S. Caterina da Siena
Autore
Carnea Maria Francesca
Editore
VivereIn
EAN
9788872633755
Data
febbraio 2011
Peso
233 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
1 cm
Collana
Protagonisti
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Prof. Luisa Sentieri il 7 aprile 2011 alle 22:51 ha scritto:
10
Un utente il 29 maggio 2011 alle 15:01 ha scritto:
Recensione di Cristina Borzacchini del mensile IL CONSULENTE RE sul libro «Libertà e politica in S. Caterina da Siena»
LE INTERESSANTI RIFLESSIONI DI MARIA FRANCESCA CARNEA (ED. VIVEREIN)
Santa Caterina, patrona d’Italia con San Francesco, suora mantellata, venticinquesima figlia di una agiata famiglia di tintori, donna giovanissima dai grandi doni: digiuno, preghiera, azione politica. La stragrande maggioranza del pubblico ignora che la sua nascita - 1347 - coincide con la pandemia che devastò l’Europa e che la sua morte cade a 33 anni, il 29 aprile del 1380. Non è un personaggio facile la nostra santa! Il testo di Maria Francesca Carnea Libertà e politica in santa Caterina da Siena (edizioni VivereIn) sottolinea la ricchezza e unicità di questa giovane che sa imporre giovanissima alla famiglia la sua scelta verginale e seguire la strada tracciata da... Qualcuno con il quale ha grande familiarità sin da bambina. Strada ricca di insidie ma che si è rivelata sicura, maestra, tanto che Caterina è stata proclamata nel 1970 Dottore della Chiesa dal Servo di Dio Paolo VI.
Ciò che rende la lettura davvero proficua è che la storia del periodo, il Trecento, e la vicenda complessa della cattività avignonese si intrecciano garbatamente con la nascita di Caterina sulla scena di Siena e poi, potremmo dire, dell’Europa. Attingendo alle fonti, l’Autrice ripercorre il binomio che ai nostri giorni pare impossibile da conciliare: libertà e politica. Caterina è libera perché guidata nell’azione dall’obiettivo del bene comune oltre che dal servizio di un grande ideale politico del suo tempo, come emerge dalle Lettere alle Autorità, che costituiscono un capolavoro all’interno delle 381 missive da lei redatte.
Donna consacrata e mantellata, nell’età in cui altro non si era che sottomesse, osa alzare lo sguardo e far sentire la voce nel mondo maschile ed ecclesiastico invece di pregare nell’ombra e senza clamore. Solo la forza della sua parola e la testimonianza della vita, unite ad una palese ispirazione dall’alto che informa il suo operare, hanno avuto la meglio sul pregiudizio e il sospetto, legittimo all’epoca, di essere dinanzi ad una ambiziosa protagonista visionaria. Basterebbe citare ciò che si sentì dire da Gregorio XI: “Affinché tu veda, o donna, chiaramente che io voglio pace e concordia, resti ogni cosa rimessa nelle tue mani; l’onore e il bene della santa Chiesa ti raccomando”. Non stiamo parlando di una missione spirituale, teorica, ma siamo nel momento del ritorno da Avignone a Roma, un negozio assai delicato e tanto atteso per risolvere una situazione nella quale nepotismo e interessi politici ebbero la meglio per lunghi decenni sulla missione apostolica propriamente intesa.
Lo stato morale della Chiesa, la minaccia turca, la guerra con Firenze e i rischi del nazionalismo che minacciano la scena politica del XIV secolo necessitano una riforma prima di tutto interiore “non con la guerra ma con pace e quiete; con umili e continue orazioni, sudore e sangue dei servi di Dio”. E per giungere al dominio di sé nell’amore di Dio bisogna ‘lavorare sull’ordine interiore delle tre potenze cardine dell’uomo: memoria, intelletto volontà”. Se si raggiunge l’ordine in esse, l’uomo potrà governare con ordine gli altri. Con ordine: senza compromessi, per il bene comune, per un mondo migliore. Programma di una attualità sconcertante, senza tempo, molto scomodo per chi lo segua, in quanto fatiche e dolori non saranno risparmiati a chi non voglia costruirsi uno scranno di comando, di puro apparire, di pretesa giustizia!
Interessante il confronto con l’altra grande e impareggiabile figura femminile del tempo, Santa Brigida di Svezia, che si batte per la riforma dei costumi e muore a 49 anni nel 1380, nel convento di Vadstena. Forse a qualcuno potrebbe sembrare eccessiva l’espressione “la lente deformante delle rivelazioni brigidine” con riferimento alla deriva morale in cui versava Roma corrotta e opportunista, decadente, in rovina, bigotta e nello stesso tempo superstiziosa. Ogni santo ha la sua visione...
Lasciamo che il lettore, fin dalle prime pagine, si addentri con profitto nelle pieghe minute di un periodo storico che oltre a lotte di parte, interdetti e scomuniche vede Firenze sempre protagonista, lacerata dal noto conflitto intestino. Quella stessa Firenze che tra XIII e XVI secolo conosce il suo apice e dona ai posteri Dante, Giotto, Leonardo, Savonarola e Michelangelo, genio che copre gran parte del Cinquecento. Roma però ha il dominio spirituale confermato dal sangue dei martiri e quando su ventiquattro nuovi cardinali ventitré risultarono francesi, si comprese che l’erbaccia stava per impossessarsi del giardino della Chiesa.
Risulta assai utile, per la comprensione di questo periodo, trattare i pontefici che sono stati lontano dalla sede naturale di Pietro, perché il ritorno del papato a Roma è la grande questione che assorbe le energie di Caterina; precise le note, utilissima la bibliografia. Se non si amasse o conoscesse abbastanza la nostra patrona, questo libro fa al caso! Per concludere, come stimolante invito alla lettura, riportiamo un brano che potrebbe far riflettere più d’un protagonista dell’attuale scena politica internazionale: dice Caterina nella Lettera 121 “chi non sa governare sé stesso, non può governare gli altri” (a’ Signori Difensori e Capitano del Popolo della città di Siena). “È in questo quadro che si inserisce per Caterina, con tomistica lucidità, il rapporto tra individuo e società, nella chiave della libertà e dell’autorità attraverso lo strumento di potere. È chiaro che l’autorità non deve prevaricare sulla libertà... Il senso del potere come ‘servizio’: la politica, come gestione complessa di tutto il relazionare umano nella prospettiva del governo civile della società, si presenta come condizione indispensabile nell’esaltare la dignità dell’uomo, nel fornirgli gli strumenti per una vita migliore possibile, nel tutelare la sua libertà, nel garantirgli la giustizia nei contatti umani, in definitiva nel rendere questo mondo il migliore possibile”.
Se la grandezza dell’uomo è la sua miseria, lasciamo che le parole della Senese possano gettare un po’ di luce per rischiarare la volontà delle menti e i cuori per cause giuste. L’uomo è libero e questo dono della libertà oscura o scuote la coscienza!
Tratto dal mensile IL CONSULENTE RE giugno 2011 (http://www.ilconsulentere.it/)
marco il 16 giugno 2012 alle 23:29 ha scritto:
Chiedo scusa, ma ritengo di dover segnalare che quella in copertina non è Santa Caterina da Siena, bensì il busto di Santa Caterina d'Alessandria ripreso, specularmente, dalla Maestà di Duccio, che avendo vissuto anteriormente alla nascita della Santa senese non può evidentemente averla ritratta.
patrizia, pc.ennas@virgilio.it il 21 settembre 2013 alle 10:56 ha scritto:
Un libro fantastico. Complimenti alla scrittrice la filosofa Maria Francesca Carnea.