Il problema di Dio nel mondo contemporaneo
(I Pellicani)EAN 9788871809533
È sempre attuale ed effettiva la domanda su Dio nel postmoderno? È più appropriato parlare di fede o di idolatria? Questi sono gli interrogativi proposti dalla nuova antologia di brani di Jospeph Ratzinger, curata da Umberto Casale, che si pone in continuità con quella da noi già presentata in queste pagine (cf. Asprenas 1-2/2011, pp. 162-166).
Il curatore dell’opera cerca di dimostrare come queste domande non vanno poste in secondo piano, ma che, di fronte alle sfide della società odierna e del sistema culturale variegato e dispersivo nel quale oggi ci si trova, occorre trovare risposte esaurienti. La vera risposta ci è data, in ultima analisi, dalla rivelazione di Dio nel Verbo Gesù Cristo.
La prima parte dell’opera è una lunga introduzione dello stesso Casale, nella quale, attraverso un’esposizione lineare molto esauriente, viene presa in esame la situazione di svolta epocale che caratterizza il nostro tempo. Il mutamento economico, politico, culturale concomitante alle varie ideologie che si sono susseguite dagli inizi dell’Ottocento fino a oggi e le varie concezioni filosofiche, empiriche e moderniste hanno costituito una sfida al concetto di rivelazione, mettendo in discussione la legittimità e la razionalità della fede. Il concetto di Dio come valore superfluo e superato è stato più volte preconizzato da posizioni di matrice ora illuminista, ora positivista o scientista, come pure da ideologie relative al Super-Uomo.
Anche oggi il mondo religioso, accanto alle varie forme di miscredenza atea o agnostica di lontana scaturigine, affronta il problema sempre più dilagante dell’ateismo “isterico e ostinato” che, sfruttando i risultati delle sperimentazioni scientifiche, pretende di screditare l’attendibilità della trascendenza con il presuntuoso obiettivo, in realtà fallace e illusorio, di un accanimento vacuo e ingiustificato nei confronti del sacro e delle varie istituzioni ecclesiali.
Ciò nondimeno, nessuno può smentire che l’uomo non rinuncia a porsi il problema su Dio, avvertendo che la questione riguarda in definitiva la sua vita stessa, ed è sempre orientato a fornire con tutti i mezzi una risposta alla “domanda delle domande”, il quesito irrinunciabile intorno al trascendente, dalla cui soluzione dipende la stessa realizzazione dell’uomo e del mondo.
Contrariamente a quanto possa apparire, il problema di Dio viene, infatti, puntualmente posto sotto forma di insidiosi interrogativi ricorrenti, quali l’essere e l’agire del soggetto umano, i risultati della ricerca scientifica, la questione del male dilagante nel mondo. L’anelito fondamentale dell’uomo verso il trascendente è del resto testimoniato dal fenomeno ormai diffuso delle nuove religiosità. Le coordinate della domanda riguardano principalmente l’esistenza di Dio, il come, il dove e il perché parlarne. Quello che in realtà si pone alla coscienza umana non è il divario teismo-ateismo, ma Dio-idolo.
La possibilità di una risposta alla problematica risiede non già nella questione Dio posta a partire dal soggetto umano, ma nell’autocomunicazione e autodonazione libera che Dio fa di se stesso all’uomo e dall’accoglienza da parte dell’uomo singolo e della collettività: solo la rivelazione gratuita, spontanea e costitutiva dell’Amore e della Verità può offrire una soluzione radicale alle inquietudini dell’uomo e solamente la fede, quale abbandono disinvolto e fiducioso nel trascendente, dischiude la possibilità di affrancamento dagli enigmi esistenziali.
La rivelazione ha la sua pienezza e definitività nel Dio fatto uomo, il Verbo incarnato Gesù Cristo. La teologia cristiana delle religioni ha affrontato il problema della conciliazione tra l’universalità della salvezza e la peculiarità della rivelazione di Dio nel Verbo, unitamente al concetto di rivelazione nelle varie culture religiose e ha individuato nell’atteggiamento inclusivista la via più percorribile in tal senso: «…si riconosce che la conoscenza e l’esperienza genuina di Dio si trovano nelle varie tradizioni religiose e che la pienezza di tale conoscenza ed esperienza si trova nel cristianesimo» (p. 73). Lo stesso Verbo (Logos) di Dio ha parlato agli uomini, ai popoli e alle culture di ogni tempo, sia pure sotto modalità e aspetti differenti: Cristo è l’unico mediatore di tutti gli uomini; Cristo è il Rivelatore nonché Rivelazione piena di Dio, colui che, come via, verità e vita, parla all’uomo convenientemente del vero Dio, riferendo di lui tutto risolutamente e esaurientemente.
La seconda parte del testo, che raccoglie i vari brani del papa teologo Ratzinger sullo stesso argomento, inizia dal punto in cui Casale aveva condotto il lettore: la fede nel Dio trinitario. Afferma Ratzinger: «Dio è. E la fede aggiunge: Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, uno e trino. Questo punto così centrale rimane avvolto, nella cristianità, in un silenzio imbarazzante» (p. 157). Secondo Ratzinger, che non nasconde il suo fascino speciale per il miste-
ro della Trinità, la logica stessa della fede cristiana induce il soggetto credente ad andare oltre al puro monoteismo, poiché presenta come possibile la simbiosi dell’unità con la molteplicità. La Bibbia ci parla della rivelazione di Dio che è innanzitutto Padre; lo è in relazione al Figlio con il quale vive un rapporto eterno di comunione per la quale i Due, restando ciascuno se stesso, si donano l’uno all’altro e siffatto Dono reciproco è lo Spirito Santo. Tuttavia, se Cristo ci ha fatto conoscere il vero Dio, ciò non comporta che l’uomo si sia “impadronito” di lui circoscrivendo il suo mistero nei suoi ambiti mentali: «il fatto di riconoscere Dio come trino non significa riconoscere tutto di lui, al contrario: questa è la dimostrazione di quanto sia limitata la nostra conoscenza e di quanto sia povera la nostra capacità di comprendere o abbracciare la natura divina» (p. 208). L’incontro di Dio con l’uomo coincide con Gesù Cristo Verbo Incarnato. L’essenza di Dio Amore si identifica invece con la Trinità.
Nel famoso testo Introduzione al cristianesimo, del quale la presente antologia riporta numerosi brani, l’argomento Dio viene descritto come un tema molto complesso e variegato, suscettibile di varie interpretazioni. Come pure non di facile comprensione è la “paroletta” credo, che impone l’adesione incondizionata al Mistero in conseguenza della previa conversione.
Anche per Ratzinger l’ateismo costituisce materia di seria riflessione; il rifiuto generalizzato di Dio si deve alla svolta interpretativa della visione del mondo che ha avuto luogo in età moderna, per la quale si perdono i confini metafisici e si immanentizza il tutto.
Tuttavia, l’ateismo può essere considerato, in realtà, come una delle vie possibili di espressione dell’idea del divino: «Si può intanto constatare come, in fondo, l’idea di Dio sussista soltanto in tre forme, che logicamente vanno poi soggette a diverse variazioni: nella forma di monoteismo, del politeismo e dell’ateismo […]. Tutt’e tre, infatti – e ciò è facilmente dimostrabile –, sono in fondo convinte dell’unità e unicità dell’Assoluto» (pp. 214; 218). Ne consegue che anche nell’ateismo, come per il monoteismo e per il politeismo, il concetto di Dio come unità dell’essere in quanto tale, viene affermato, seppure la tendenza comune è quella della smentita: in un modo o nell’altro l’unità e l’idea di Assoluto assumono sempre la loro consistenza in un sistema di universo che non è pura casualità né pura matematica. Anche il politeismo, fondamentalmente, non è altro che l’impossibilità di interpellare l’Assoluto di cui effettivamente si ha conoscenza sia pure nella professione di fede di divinità moltepplici: per i politeisti Questi non è che l’“Inafferrabile” o Ineffabile e ciò fonda una certa conciliazione tra il Dio dei filosofi (appunto l’Assoluto) e il Dio della fede. I padri della chiesa ebbero la grande intuizione di conciliare il Dio ontologico del sapere filosofico greco con il Dio della fede biblica, attribuendo proprietà e caratteristiche della divinità pagana al Dio di Israele della Rivelazione; tale intuizione è stata legittima e necessaria, ma non deve esserlo al punto da dover legittimare la confusione tra il ruolo genuino della filosofia e il compito specifico della teologia nella ricerca costante della Verità.
Non va smentito che Cristo è la salvezza definitiva e che questi abbia il suo primato in ordine alla verità assoluta, ma nell’ottica della storia delle religioni il cristianesimo riconosce la validità e la positività di altre professioni di fede, anche non cristiane, che in senso positivo vengono interpretate come religioni “precorritrici del cristianesimo”. È fuori luogo interpretare le singole religioni o proporre la propria come l’unica avente il monopolio della perfezione e della salvezza; per cui anche per Ratzinger la via privilegiata in relazione al confronto tra cristianesimo e religioni è quella inclusivista.
Nella visione d’insieme, è possibile affermare ancora una volta l’amore di Ratzinger per la Verità Assoluta, la proposta insistente di Dio di fronte alle sfide sempre più pressanti del mondo contemporaneo e delle false idolatrie imperanti e la reazione al relativismo e ai disvalori, sia pure nella forma indiretta, è riaffermata così come indiscutibile è il primato stesso di Dio.
Il volume si conclude con una terza parte più succinta che raccoglie alcuni interventi magisteriali del papa teologo nel corso delle sue udienze e delle varie catechesi: viene tratteggiata la figura di Mosè che prega e intercede per il popolo d’Israele; si espongono le origini della teologia occidentale e delle radici dell’Europa in ordine alla cultura monastica benedettina che inizia con l’esperienza del quaerere Deum e i discorsi ai partecipanti al Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Università Lateranense (16 ottobre 2008) e in occasione dell’incontro con gli artisti (21 novembre 2009) e all’inaugurazione della mostra Lo splendore della verità, la bellezza della carità (4 luglio 2011).
Se l’Introduzione di Casale si presenta molto lineare, metodica e convincente, lo stesso non può dirsi della seconda parte relativa alla raccolta dei vari brani nella composizione antologica: gli argomenti trattati dal papa richiedono particolare attenzione.
Il testo è comunque prezioso come prontuario per un approfondimento del pensiero teologico e di alcune linee del pontificato di Benedetto XVI.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 3-4/2011
(http://www.pftim.it)
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NICOLA LACERENZA il 30 giugno 2023 alle 11:02 ha scritto:
La spiegazione del problema di Dio nel mondo contemporaneo induce a riflettere sulle sfere dell'Ego, che determinano atteggiamenti discriminanti. Qualsivoglia atteggiamento ostile nei confronti dell'altro tende ad escludere la presenza di Dio.