Dalla fine del mondo un nuovo umanesimo cristiano
EAN 9788868790141
Questo libro è l’ampliamento di una ricerca che l’autore aveva iniziato già qualche anno fa e resocontata in parte nel contributo La tenda di Dio tra gli uomini. Lo stile pastorale del cardinale Jorge Mario Bergoglio a partire dalla V Conferencia del Celam di Aparecida, in Proculus 87 (2012) 9-99. Tale saggio si colloca idealmente come testimonianza, continuazione e approfondimento della riflessione pastorale napoletana, a cominciare dall’esperienza significativa del compianto professore Luigi M. Pignatiello tra i diseredati dell’America latina, all’origine dell’assetto epistemologico degli studi teologico-pastorali in un approccio di “correlazione” costante della tematica dell’evangelizzazione in teologia pastorale e in un circolo che dalla prassi rimanda alla riflessione che ritorna per fecondare la prassi. Carmine Matarazzo tende a ricollegarsi all’esperienza della Chiesa latino-americana, a cui l’opera di divulgazione di don Antonio Palmese e del compianto padre Piersandro Vanzan avevano dato voce, nell’adozione del metodo pastorale vedere/giudicare/agire, per una pastorale urbana che si riconnette alla riflessione della Sezione S. Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sulla teologia delle città degli ultimi anni, e ciò lo fa attingendo al magistero del cardinale Bergoglio, di cui, in un anticipo significativo (di fine 2012), fa apparire alcuni discorsi indicativi che oggi segnano di fatto il cammino pastorale di tutta la chiesa.
Il volume, continuando questo lavoro, tenta una sintesi più completa dell’itinerario di riflessione pastorale proposto da Matarazzo e si articola in tre momenti: il primo – Partire, andare, cercare. La nuova evangelizzazione e le sfide odierne (pp. 36-172) –, scandito in cinque “tappe”, delinea la soggettività di tutta la chiesa nell’opera dell’evangelizzazione, nella rilettura significativa della figura di Maria e dei testimoni quali Francesco d’Assisi, rivisto con la sensibilità di papa Francesco alla luce di Ignazio di Loyola e di Pietro Favre; il secondo – Progettare, camminare, fare. Proposte operative per una «pastorale in conversione» delle comunità ecclesiali (pp. 173-275) – offre dieci percorsi operativi di formazione; il terzo – Udire, vedere, uscire. Antologia di interventi di Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco (pp. 277-326) – ridona alcuni testi del magistero, prima del cardinale Bergoglio e altri di papa Francesco, quale sorgente a cui attingere il senso e le piste di una teologia pastorale.
La riflessione è sempre posta dentro il cammino storico della chiesa e delle chiese, in un confronto culturale intenso e ben documentato, mentre emerge un filone proprio di proposta interpretativa della teologia pastorale, come la proposta della santità o dei testimoni, quale cifra ermeneutica dell’azione pastorale per i tempi moderni. La vocazione universale alla santità della visione conciliare propone la figura pastorale della vita dei santi, specie del filone francescano declinato con il carisma ignaziano, come autentica via di appropriazione del Vangelo, di cui i santi – come affermano i padri –, sono l’esegesi più eloquente e più vera, capaci di quella fede testimoniale in cui si dà ultimamente il cristianesimo. I santi sono i teologi, anche pastorali, di prima mano. Questo filo sotterraneo, che cuce e tiene insieme gli ultimi lavori dell’autore danno a pensare sia per l’offerta di una metodologia di approccio alla scrittura, che va letta e interpretata alla luce della vita dei santi, ma anche per la ricaduta positiva di un’autentica lettura della pastorale del Sud, etichettata ingenerosamente e ingiustificatamente come pastorale della chiesa dei “santi padroni”, con chiara allusione alla negatività della corruzione e delle malavitosità del Sud a fronte di una chiesa tout court, quella del Nord.
Nella sua ricerca-proposta, Matarazzo mostra di sapersi muovere con competenza e singolarità nel cammino pastorale, di evangelizzazione e di catechesi degli ultimi cinquant’anni della Chiesa italiana, lasciandosi illuminare per illuminare, attraverso la meditazione teologica della proposta pastorale della Chiesa latino-americana, la pastorale di un altro Sud del mondo, qual è quello del Meridione d’Italia. Si accredita così la convinzione pastorale che dal Sud d’Italia, come dai Sud del mondo, vi è una risorsa dello Spirito di grande valenza creativa, quella continuità creativa che costituisce l’ermeneutica di papa Francesco quale l’autore la propone e la fa emergere. Appare nettamente in questa lettura il timbro pedagogico e filosofico-educativo che l’autore ricava dai documenti della Conferenza Episcopale Italiana e in particolare dagli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 Educare alla vita buona del Vangelo nella prospettiva della rinascita dell’umanesimo cristiano, come affiora già delle prime indicazioni in vista del prossimo Convegno ecclesiale nazionale che si celebrerà a Firenze nel mese di novembre 2015. Ed è proprio l’aspetto educativo che caratterizza l’orizzonte e la prospettiva di questo impegnativo volume. E ciò a vantaggio della proposta pastorale, che permette all’autore quella concretezza di riflessione e di indirizzo per una linearità comunicativa e formativa. Prova ne sono, ancora una volta, i dieci percorsi operativi – dal primo, La pre-evangelizzazione, all’ultimo La vita cristiana come cammino di riconciliazione –, che Matarazzo propone probabilmente nell’accoglienza dell’invito del Progetto pastorale 2008 del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, di individuare percorsi formativi concreti a servizi delle comunità ecclesiali. Registro – questo – che il cardinale continuerà a riproporre anche come mediazione pastorale per tutte le Chiese del Sud.
Il volume – come nota anche Luciano Meddi nella sua interessante e articolata Prefazione (cf. pp. 5-17) – offre sicuramente un apporto originale al dibattito attuale sui compiti della teologia pastorale, in quanto punta sull’apporto pedagogico in senso lato e delle scienze umane in genere, con cui certamente la teologia pastorale non si identifica, ma da cui non può prescindere per dire e narrare l’esistenza umana secondo Gesù Cristo e per quel raccordo genetico e inscindibile che unisce chiesa e Vangelo. Perché la chiesa è il Vangelo e la sua realtà è per la evangelizzazione in vista di un’accoglienza da parte dell’umano, la cui condizione non può essere disattesa. Questa nota dell’umanità, che il cristianesimo dona e non aggiunge, costituisce l’altra ala della riflessione di Matarazzo. Inoltre, il modello ecclesiologico di una chiesa dei poveri e per i poveri, sogno proprio dell’Evangelii gaudium, anima e cuce l’itinerario del discorso pastorale proposto.
Convince, di questa proposta, il dialogo che intesse con le varie proposte ben conosciute e citate, arricchendo la sua bottega con gli altri artigiani dello stesso mestiere. L’attualità è data poi dalla proposta pastorale attraverso la figura e il magistero di papa Francesco, colto nelle sue radici pastorali di Buenos Aires e di presidente del Celam che, dal 2007, ha arricchito e preparato il suo pontificato. E ciò non fa che riproporre la sua propensione per una teologia pastorale dei volti, in grado di rispondere non alla domanda “Cosa è la teologia pastorale”, ma piuttosto “Chi è la teologia pastorale”.
Il libro, che è «quasi un’introduzione alla questione delle future scelte pastorali dei vescovi italiani», come scrive Meddi (p. 17), è corredato da un apparato scientifico serio e aggiornato, che mostra la conoscenza di altri contesti socio-culturali e pastorali e sa incentivare la godibilità della lettura.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-4/2014
(http://www.pftim.it)
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