Gravi delitti esplosi in campo cattolico hanno attirato su di essi l'attenzione generale. La volontà della Chiesa di fare "pulizia" al suo interno ha inasprito di recente le pene per i rei. Mancava però un quadro globale del vigente sistema penale canonico, che ora viene offerto da questo manuale.L'opera, unica nel suo genere, ha il pregio della completezza: illustra i fondamenti e i cardini del diritto penale canonico, presenta tutti i delitti previsti e le relative sanzioni, traccia l'iter processuale per arginare gli scandali e punire i colpevoli.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
«Ai nostri tempi il bene comune è sempre più minacciato dalla criminalità transnazionale e organizzata». Sono queste le prime espressioni contenute nella Lettera Apostolica in forma di m.p. promulgata l'11 luglio 2013 da Papa Francesco, che ha proseguito ribadendo l'impegno "sempre" profuso dalla Santa Sede nel costituire «mezzi di effettivo contrasto delle attività criminose che minacciano la dignità umana, il bene comune e la pace».
Fin dalle sue origini, la Chiesa si diede regole concernenti la gerarchia, la liturgia e la catechesi e nel contempo stabilì norme per punire le condotte maggiormente riprovevoli e lesive della comunione, messe in atto sia da chierici che da laici. Il Nuovo Testamento e i più antichi testi cristiani dimostrano che le sanzioni non erano considerate estranee all'ordine ecclesiale o in contrasto col messaggio evangelico, ma erano viste come elemento inscindibile dalla dimensione storica della Chiesa, voluta da Cristo pellegrina nel mondo per compiere la sua missione di salvezza.
L"ecclesialità" è la prima e fondamentale caratteristica che contraddistingue anche il trattato di Diritto penale canonico realizzato dal prof. Bruno Fabio Pighin, professore ordinario della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia. Nel dare un caloroso benvenuto alla revisione e all'aggiornamento di un'opera di notevole spessore culturale, venuta alla luce nel 2008 in prima edizione e ora in veste totalmente nuova, pare doveroso sottolineare che la fatica personale dell'autore è di grande importanza per la Chiesa, in particolare per il contributo di studio offerto nell'attuale contesto delle discipline ecclesiastiche, per le utili soluzioni prospettate all'attività dei Pastori e per la rappresentazione di un'effettiva tutela dei diritti dei fedeli.
Il nesso intrinseco delle norme sanzionatorie con la missione della Chiesa è una verità che non è stata universalmente condivisa, anzi talvolta è stata contestata, soprattutto in tempi recenti. Una pubblicazione in materia si trova perciò nel dovere di iniziare — come giustamente fa Pighin — da una fondazione storica e dottrinale del diritto penale canonico, la quale ne metta in luce i presupposti, i criteri di sviluppo e le ragioni ecclesiali a giustificazione della normativa.
Introduzione
Crimini gravi e delicta graviora esplosi in campo cattolico agli inizi del terzo millennio, hanno attirato su di essi l'attenzione generale. La volontà della Chiesa di fare "pulizia al suo interno" ha inasprito di recente le pene per i rei e ha portato a un cambiamento di rotta: il nuovo obiettivo della trasparenza ha tolto le coltri del silenzio e del nascondimento, ampiamente stese in precedenza sulle condotte delittuose e sugli stessi colpevoli.
Il modello "rovesciato" ora assunto sembra avere colto di sorpresa sia gli operatori del diritto, in particolare gli Ordinari, sia gli studiosi della materia. Infatti, il sistema penale canonico è risultato il settore meno applicato nell'ordinamento della Chiesa nella seconda metà del sec. XX. La constatazione può essere confortante, qualora indichi un alto grado di condivisione dei valori cristiani e un generale rispetto delle leggi, al punto che l'autorità ecclesiastica non aveva bisogno di ricorrere a sanzioni per garantire la giustizia e l'ordine pubblico nel popolo di Dio. Lo stesso dato assume valenza negativa, qualora sia frutto di permissività diffusa, sconfinata nell'impunità di fronte al dilagare di delitti, anche molto gravi, con effetti sociali devastanti. Contro il secondo indirizzo, emerso purtroppo negli ultimi tempi, la Chiesa si sta muovendo con l'impegno, la tempestività e la fermezza, che la presente pubblicazione intende sollecitare, per favorire l'emendamento del reo, tutelare i diritti dei fedeli colpiti da condotte estremamente scandalose, salvaguardare da ogni inquinamento i beni essenziali affidati da Cristo alla comunità da lui fondata per la salvezza di tutti.
Il diritto penale si segnala per altri aspetti, non invidiabili, nei confronti dei restanti rami della disciplina canonica: fu considerato, fino a pochi anni fa, una branca trascurabile, anche perché molto controversa. Esso divenne oggetto di contestazioni, talvolta radicali, che lo sottoposero al pericolo di delegittimazione teorica e di perdita di significato nella prassi ecclesiale. Giacché le norme permangono in vita nella loro interpretazione e nella loro applicazione, quelle penali, in conseguenza del loro appannamento, furono esposte al rischio di estinzione.