La Chiesa cattolica in Unione Sovietica
-Dalla Rivoluzione del 1917 alla Perestrojka
(Storia della Chiesa in Europa centro-orientale) [Libro con legatura cucita]EAN 9788860993557
Il nuovo volume a cura di J. Mikrut della Collana Storia della Chiesa in Europa Centro-Orientale, guidata dallo stesso, focalizza la ricerca sulla Chiesa Cattolica sui territori dell’Unione Sovietica dal 1917 al 1991. Come nelle pubblicazioni precedenti della serie, siamo di fronte ad un libro voluminoso, in questo caso scritto da trentotto autori e diviso in cinque sezioni, preceduti dalla prefazione dell’arcivescovo di Minsk e Mahilëu, mons. Tadeusz Kondrusiewicz (pp. 11-15), e dall’introduzione di Jan Mikrut (pp. 17-32).
Proprio le pagine iniziali offrono una panoramica della storia della politica religiosa dell’URSS, che annientava, partendo già dal 1917, le attività legate al culto, i ministri del culto e i fedeli. Una riuscita sintesi di Mikrut permette subito di rendersi conto della macchina persecutrice messa in moto dal regime comunista contro il cristianesimo. Si cita qui un frammento conclusivo dell’introduzione che esprime il dramma di quegli anni in Unione Sovietica: “Nella storia bimillenaria della Chiesa non vi fu un periodo altrettanto tragico delle terribili persecuzioni organizzate dalle autorità dello Stato come durante l’ideologia comunista in URSS. Mai conosceremo il numero esatto di fedeli che per il loro eroismo nella professione della fede divennero vittime della lotta comunista contro la religione. Le persecuzioni religiose durarono 70 anni; solo il 16 gennaio 1989, con l’Ordinanza emessa dal Presidio del Consiglio supremo dell’URSS, finì la persecuzione religiosa. In conformità a quel documento, centinaia di migliaia di fedeli innocenti condannati ufficialmente per attività controrivoluzionarie furono finalmente riabilitati, al termine di procedure piuttosto complesse” (p. 31).
La prima sezione (pp. 33-225), composta da nove saggi, illustra la storia della lotta contro la religione dalla rivoluzione d’ottobre del 1917 all’inizio della seconda guerra mondiale (1939). Tra questi articoli, quello di R. Dzwonkowski, L’Amministrazione apostolica a Mosca (1926-1991), sfora cronologicamente per i motivi di un’esposizione non troppo frammentata, e arriva ai tempi dell’ufficiale libertà religiosa nelle terre della Federazione Russa. I contributi qui raggruppati danno la visione dell’ideologia e della politica sovietica nei confronti della religione cristiana (ortodossi e cattolici) e altre comunità religiose presenti in URSS. L’azione sistematica e mirata contro la religione portò al martirio in tutte le sue espressioni sia sacerdoti, sia fedeli che volevano custodire e difendere il loro credo. I tentativi d’interazione diplomatica con il regime comunista da parte di papa Pio XI sono il tema del saggio molto interessante di R. Tolomeo (pp. 109-133), incluso in questa sezione.
La seconda parte (pp. 227-330) offre un panorama nel tempo della II guerra mondiale sulle terre occupate dall’URSS e dalla Germania. Gli articoli parlano del territorio bielorusso (occupazione tedesca 1941-1944), lituano (occupazione tedesca 1941-1944), polacco (occupazione sovietica 1939-1941 e 1944-1945), e infine ucraino (occupazione sovietica 1939-1941; occupazione tedesca 1941-1944). Tra questi interventi si trova un approfondimento di B. Gromada sulle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth in Bielorussia martirizzate dai tedeschi nel 1943 (pp. 253-271). Il terzo raggruppamento dei testi è dedicato alla Chiesa Cattolica in Unione Sovietica negli anni 1945-1991 (pp. 331-453). I sei saggi concentrano l’attenzione sulle strutture pastorali e amministrative clandestine nei territori dell’URSS, esponendo la figura del beato W?adys?aw Bukowi?ski, come esempio dell’azione pastorale nel tempo della persecuzione e lotta contro la religione. Due autori, A. Grajewski (pp. 377-391) e N. Rykowska (pp. 393-404), offrono ai lettori la presentazione della vita del beato e della sua pastorale multietnica tra le persone provenienti anche da diverse confessioni cristiane in Kazakhstan, dove, dopo il processo a Kiev nel 1945, arrivò nel 1950 e morì nel 1974. “Al suo funerale parteciparono migliaia di persone e sacerdoti di tutte le confessioni. Questa fu la più grande manifestazione religiosa in Unione Sovietica” (p. 389). Della situazione contemporanea, invece, parla l’ultimo testo di S. Koller (pp. 419-453), in cui l’A. affronta la questione del ripristino delle strutture ecclesiastiche nella parte asiatica della Russia tra il 1991 e il 1999.
La quarta sezione (pp. 455-585), composta da otto testi, è intitolata: La testimonianza dei cattolici nella vita quotidiana. In essa sono presentate le diverse realtà della sopravvivenza del clero e dei fedeli cattolici sotto il regime comunista. Ci si dovrebbe fermare su ogni contributo, ma non è possibile farlo in questa sede, comunque va sottolineato il valore testimoniale dei testi basati sulle memorie personali dei protagonisti, nelle quali si può vedere ancora meglio la premeditazione e il sistema che prevedeva il totale sradicamento della religione nell’Unione Sovietica. È la parte del libro molto toccante, che illustra la determinazione e l’eroicità nella difesa della fede cristiana.
Anche l’ultima parte, quinta (pp. 587-966), la più lunga, è intrisa di testimonianze dirette. Le pagine sono sistemate secondo il criterio geografico, abbracciando le vicende sulle terre delle repubbliche sovietiche occidentali, e cioè Bielorussia, Ucraina, Lituania, Lettonia, Estonia, e della parte asiatica – Kazakhstan. Solo nel caso dell’Ucraina, oltre la Chiesa romano-cattolica, viene trattata anche la situazione della Chiesa greco-cattolica. Per la Bielorussia sono presentati cinque testi, per l’Ucraina – sei testi (tre per la parte romano-cattolica, e tre per la parte greco-cattolica), per la Lituania – tre contributi, per la Lettonia – quattro saggi, per l’Estonia e il Kazakhstan – un articolo per ogni realtà. I venti studi riuniti permettono di conoscere da vicino le drammatiche storie dei cattolici che dovevano subire persecuzione, repressione e spesso la morte, solo a causa della loro fede e del coraggio di professarla. La divisione topografica aiuta il lettore interessato ad entrare subito nello specifico, anche senza dover affrontare la lettura delle parti iniziali, che esponevano il quadro generale della lotta contro la fede nell’URSS.
Il volume è arricchito di tre indici: il primo presenta le brevi informazioni biografiche sugli autori dei contributi (pp. 971-977), il secondo è l’indice dei nomi (pp. 979-1004), e il terzo dei luoghi (pp. 1005-1021).
La pubblicazione offre una raccolta preziosa della documentazione storica e delle testimonianze personali. La redazione di J. Mikrut, noto scrittore e ricercatore, garantisce la serietà accademica e metodologica del volume. Il suo lavoro nel coordinamento e nell’uniformazione di tanti testi provenienti da diversi autori ha prodotto un’opera molto ben fatta, e anzitutto colmante la lacuna storica nella letteratura italiana legata alle vicende della Chiesa cattolica nell’Unione Sovietica, trattata nella sua interezza. Il felice connubio tra la parte “manualistica” e la parte “testimoniale” costituisce un valore aggiunto del volume. Anche la presentazione ufficiale, svoltasi alla Pontificia Università Gregoriana nel novembre scorso in Aula Magna, piena quasi fino all’ultimo posto, ha testimoniato l’interesse per quella drammatica ed eroica storia delle persone che non si sono piegate davanti al regime e hanno sopportato ogni genere di persecuzione, fino all’offerta della propria vita, difendendo la fede e il credo cattolico. Al prof. J. Mikrut vanno dunque le parole di ringraziamento e di riconoscimento per il lavoro svolto, con l’augurio di una continuazione della ricerca e delle pubblicazioni così importanti e scientificamente valide.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2018
(http://www.seraphicum.com)
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