Lorenzo Tornabuoni è un pittore che ho sempre amato, da quando me lo ha fatto conoscere un gallerista, il catanese Franco Collica, col quale avevo frequenti contatti. Tornabuoni è uno dei grandi artisti figurativi della seconda metà del '900, uno dei pittori della cosiddetta "Generazione di Mezzo"; e penso a Gianquinto, Maselli, Clerici, Forgioli, tutti artisti che mi accomunavano al mio amico siciliano, col quale spesso mi accompagnavo nei suoimiei vagabondaggi d'arte alla ricerca di dipinti ed emozioni. Ricordo con piacere le visite sopratutto a Cortale da Andrea Cefaly, a Napoli da Emilio Notte e a Roma, a Trastevere da Tornabuoni. Lorenzo lavorava per lo più su tela libera dal telaio, appesa al muro, oppure su truciolare; soggetti preferiti delle sue opere sono figure nell'atto d'amore, vogatori, atleti. Questo corpus di disegni sono appartenuti a un amico dell'artista, l'attore Jorge Krimer; sono, schizzi, fogli d'album di rapida esecuzione, alcuni degli anni '70 del secolo scorso, altri della fine degli anni '90, quando Tornabuoni, a seguito dell'infarto che lo aveva colpito e della malattia cardiaca, costretto a letto e a frequenti ricoveri, aveva lasciato la pittura e realizzava quasi esclusivamente disegni e acquerelli. Il disegno in Italia non sempre ha avuto la considerazione dell'opera su tela. Oggi anche da noi questa distinzione manichea tende a scomparire; sempre di più si organizzano mostre di opere su carta, e molte gallerie propongono solo disegni acquerelli pastelli. La carta! Un materiale antico che ha contribuito a diffondere bellezza, cultura, arte: Angelico Lippi Pollaiolo, e poi Verrocchio Botticelli Perugino Leonardo Raffaello Michelangelo, e ancora Pisanello Mantegna Bellini Carpaccio Tiziano, tanto per citare artisti di tempi lontani che hanno operato su carta; carte conservate nei grandi musei di tutto il mondo, gli Uffizi a Firenze, il British a Londra. Ma mentre il disegno un tempo non veniva prodotto per essere incorniciato e appeso al muro, i disegni di oggi chiedono di essere incorniciati e appesi per far bella mostra di sè nei salotti di raffinati collezionisti. Tornabuoni è stato un eccellente disegnatore: Giovanni Testori lo preferiva al pittore; mentre Giorgio Di Genova sostiene che "per il suo innato temperamento s'è dedicato molto anche al pastello e non ha trascurato la litografia". E ancora: "Il corpo, così, è progressivamente divenuto il "topos" del discorso di Tornabuoni e, siccome l'epifania dell'amore avviene attraverso gli atti e gli atteggiamenti del corpo, ecco il tema della coppia e degli amanti, che nell'ambito del suo culto della forma costruita attraverso una pazienza che nel disegno ha il suo punto di forza, per cui gli esiti plastici finiscono per essere descritti anzichè resi pittoricamente." Voglio sperare che questo quaderno sia l'inizio per un discorso più serio e importante sulla figura dell'artista e, perchè no?!, un viatico per la compilazione del catalogo generale delle sue opere.