EAN 9788842085638
Lill, storico di razza e grande conoscitore della storia europea, racconta la parabola di una ambiguità relativa alla potestà papale, iniziata nel secolo XI e non ancora conclusa. Il punto di svolta avviene nel crogiolo della lotta intransigente alla modernità e nelle conseguenze della proclamazione, nel 1870, dell'infallibilità e del primato papale come dogmi. Lill descrive come i pontefici da Pio IX a Pio XII abbiano fatto leva su quelle prerogative per ambizione politica. La pretesa papale di guidare la società, determinare svolte culturali in senso conservatore, vincere la battaglia con la secolarizzazione in Occidente per Lill non è giusta o sbagliata: è semplicemente irrilevante. Per questo lo storico tedesco attribuisce a una visione monocratica e autoritaria del potere (che secondo lui è stata confusa con l'esigenza di unità e di autorevolezza del magistero) qualcosa di controproducente e alienante per lo stesso ministero cristiano. Questo libro offre una cura per una forma di miopia diffusa nel nostro Paese, e documenta un problema di grandi proporzioni per il cattolicesimo romano: c'è un mondo intero nel quale abbonda l'insofferenza verso la comunicazione ecclesiastica e l'eccesso di disinvoltura con cui tratta del giusto e del vero.
Alberto Melloni
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matteo il 27 febbraio 2010 alle 12:25 ha scritto:
un libro illuminante ed interessante,che pone in evidenza i limiti k permangono in vaticano affinche' si compia la svolta della chiesa.nn sn d'accordo sulla riforma liturgica cmq,in qnt credo k l'unita tra i cristiani dovrebbe avvenire piu' che sotto un capo assoluto,ma in un unica liturgia espressione dell'unico signore.le altre tematiche(sacerdozio femminile,fine di intromissione papale su tematiche etiche-sessuali,l'esigenza di una vera collegialita',il ridimensionamento del culto dei santi e di maria,l'inutilita' dell'infallibilita' papale)mi trovano pienamente d'accordo