La Chiesa è missionaria. La ricezione nel codice di diritto canonico
[Copertina in carta]EAN 9788840140278
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Le tematiche presentate in questo libro suscitano senz’altro un vivo interesse, sia da parte degli studiosi di diritto canonico, sia in coloro che sono chiamati a collaborare con i pastori nell’applicazione del diritto universale e nella formazione di un diritto complementare e particolare nei diversi ambiti pensati dal legislatore universale. Il testo evidenzia bene la reciproca relazione tra Concilio e Codice circa la natura missionaria della chiesa. Nell’introduzione, il curatore – decano della Facoltà di Diritto canonico presso la Pontificia Università Urbaniana – chiarisce le intenzioni di fondo che hanno animato il dibattito e poi determinato la composizione degli interventi nel testo: «Gli studi qui pubblicati si pongono in continuità con l’intervento del cardinale Ivan Dias nel convegno organizzato dal Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi il 24-25 gennaio 2008; in quella relazione, il cardinale Dias ha tracciato i limiti tecnici e le possibilità di applicazione del Codice nei territori di missione. Dopo venticinque anni dall’entrata in vigore del Codice, sono proprio le giovani chiese dei territori di missione a non aver ancora riempito gli spazi loro assegnati dal diritto particolare come specificazione, complemento, adattamento del diritto universale» (p. 12).
In tale prospettiva, afferma il cardinale Dias, nella sua prolusione, l’attuale Codice è uno strumento missionario e di annuncio: perché la chiesa, attraverso la sua esperienza giuridica, ha sempre proclamato al mondo i valori della giustizia, dell’equità, dell’infinita dignità di ogni persona umana e della libertà (cf. p. 16). Il volume si apre con la relazione del presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, l’arcivescovo Velasio De Paolis, circa La chiesa missionaria e il Codice del Concilio. Il diritto della chiesa nasce con la sua stessa missione ed è per il servizio di essa. Pertanto, gode della necessaria flessibilità in ordine alla missione. Quando la chiesa si adopera per il primo annuncio della salvezza in Cristo, si rende anche conto che per i popoli nuovi deve adattare il suo ordinamento giuridico. Nasce così e si sviluppa il diritto missionario, che acquista, nel corso dei secoli, sempre più consistenza, ma che, tuttavia, ha il carattere della provvisorietà e della transitorietà, fino a quando le nuove comunità abbiano raggiunto la pienezza della fede e la sufficienza dei mezzi per nutrirla e farla crescere. Non si può confondere, però, la missione e l’annuncio con lo stesso diritto missionario; questo è legato a circostanze storiche mutevoli e allo stesso modo di concepire l’ordinamento canonico (cf. pp. 52-53). Il secondo contributo, del professor Carlos José Errázuriz della Pontificia Università della Santa Croce, riguarda La dimensione missionaria del munus docendi ecclesiae.
Profili giuridici. L’azione della chiesa si svolge attraverso l’operato dei missionari e, sotto la guida di essi, dei catechisti nei territori di missione. Si tratta di compiti ecclesiali in cui il fedele assume una qualche rappresentanza della chiesa in quanto istituzione e incarna la missionarietà di quest’ultima. Da qui il bisogno di distinguere tra compiti assegnati esclusivamente al ministero ordinato e compiti pubblici abitualmente esercitati dai fedeli laici. La trascendenza dei compiti pubblici per il munus docendi è anche giuridica: essi implicano uno speciale dovere di giustizia nei confronti di tutti, dovere che comprende non solo l’attività ma anche la vita stessa dei missionari e dei catechisti. Seguono la relazione del professor Vincenzo Mosca dell’Urbaniana su Il diritto particolare: specificazione, complemento, adattamento del diritto universale. Prospettiva teoretica – la tesi di fondo è così esplicitata: il futuro del diritto ecclesiale è nella sua inculturazione, cioè nel diritto particolare, in specie in quello missionario – e lo studio del professor Giorgio Feliciani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a proposito de Il diritto complementare delle conferenze episcopali dei territori di missione. Interessanti, altresì, le relazioni di Piero Amenta (Urbaniana) su La potestà legislativa del vescovo nell’ambito della chiesa particolare, in specie nel sinodo diocesano, di Silvia Recchi (Università Cattolica dell’Africa Centrale - Yaoundé, Camerun) su Il Codice venticinque anni dopo: traguardi e limiti nella ricezione in Africa centrale, di Victor George D’Souza (Istituto Pontificio dell’India) su The Code of Canon Law after twenty-five years: The Achievements and Limitations in Its Reception in India. Sulla recezione del Codice in America Latina interviene il professor Victor Enrique Pinto (Pontificia Università Cattolica dell’Argentina). Sull’identità e il ruolo del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi si pronuncia l’arcivescovo presidente, Francesco Coccopalmerio.
La professoressa Sandra Mazzolini (Urbaniana) offre uno studio su La recezione del Concilio Vaticano II come questione aperta. Una prospettiva ecclesiologica. Concludono la relazione del professor Maurizio Martinelli su La prassi di governo della Congregazione di Propaganda Fide, le peculiarità del diritto missionario e la prima codificazione latina e quella di Eutimio Sastre Santos a proposito de La Bibliometria delle tesi di diritto canonico difese all’Università Urbaniana (1983-2008). Il testo offre, oltre all’indice degli autori, anche quello delle materie e dei canoni. Le forme legislative qui considerate costituiscono l’esplicazione concreta e la tutela dell’attività missionaria della chiesa.
Tratto dalla rivista Asprenas n. 4/2009
(http://www.pftim.it)
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