Le lettere perdute di Pergamo. Una storia dal mondo del Nuovo Testamento
(Books)EAN 9788839928597
Indice
Introduzione all'edizione italiana
di Giovanni Maria Vian 5
Prefazione dell'Autore 11
Premessa del Curatore 15
Raccolta di lettere 1: Da nobiluomo a nobiluomo 21
Raccolta di lettere 2: Una richiesta personale 29
Raccolta di lettere 3: Per onorare l'imperatore 39
Raccolta di lettere 4: Essi proclamano
un altro Signore e Dio 49
Raccolta di lettere 5: La reputazione di tre uomini 61
Raccolta di lettere 6: Personaggio curioso,
questo Gesų 77
Raccolta di lettere 7: La visione ingenua
e irresponsabile di Gesų 97
Raccolta di lettere 8: Comunitā di sostegno
e di amicizia 117
Raccolta di lettere 9: Fu il contesto a determinare
il contenuto 133
274 Le lettere perdute di Pergamo
Raccolta di lettere 10: Un completo rovesciamento
dello stile di vita 159
Raccolta di lettere 11: Una fonte di benedizione
per molti 181
Raccolta di lettere 12: Gli dči vollero altrimenti 203
Raccolta di lettere 13: Sia fatta la sua volontā 221
Raccolta di lettere 14: Siamo nelle mani
del nostro comune creatore 235
Poscritto del curatore 249
Appendice A: Mappe 253
Appendice B: Personaggi 259
Appendice C: Aspetti storici
e immaginari nel romanzo 265
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PDF (EAN 9788839966339, Watermark DRM)
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 6
(http://www.ilregno.it)
Questo di Longenecker è un libro veramente bello sotto ogni punto di vista: criticamente fondato eppure accessibile ad ogni lettore, molto dettagliato ma allo stesso tempo appassionante.
Il genere è quello del romanzo storico: l’autore immagina di scoprire una raccolta di lettere, la copiosa corrispondenza avvenuta nel 92 d.C. tra il nobile Antipa e l’evangelista Luca. Antipa è di una famiglia ricca e devota all’impero, residente prima a Tiro e poi a Cesarea Marittima, proprietaria di grandi tenute agricole in Galilea (da qui il suo nome, in onore del tetrarca Erode Antipa). Affidata la gestione del patrimonio al figlio, Antipa si ritira a Pergamo per trascorrere la vecchiaia confortato dalle cure presso il tempio di Esculapio e dallo studio delle opere di Omero. È grazie alla sua posizione sociale elevata e alla sua passione per la letteratura che conosce Calpurnio, nobile di Efeso, figlio di quel Teofilo che ha commissionato a Luca la scrittura del suo Vangelo e degli Atti degli apostoli. È così che Antipa riesce ad avere una copia del Vangelo e inizia una fitta corrispondenza con Luca, con il quale discute alcuni passaggi dell’opera. La lettura del testo e l’incontro con alcune comunità cristiane di Pergamo lo porta a mettere progressivamente in discussione i suoi ideali di vita, tanto da diventare il primo martire della città.
Ovviamente la storia è inventata; ma è molto verosimile: si vede che l’autore conosce bene il I secolo d.C., dalle consuetudini sociali alla situazione religiosa; e anche lo stile epistolare è molto realistico. Non si tratta di uno di quei romanzi storici così artificiali da non avere nulla di antico; al contrario, è «quasi un apocrifo», per usare le parole di G.M. Vian (docente all’università la Sapienza, che ha introdotto la traduzione italiana), nel senso che rispecchia molto bene contenuto e stile dell’epoca in cui è ambientato.
Lettera dopo lettera, il lettore moderno si trova proiettato nel mondo del I secolo: immerso nella situazione storico-sociale dell’impero romano, tra i giochi gladiatori e le trame sottili dei nobili, attenti a mettersi in vista e allo stesso tempo a non pestare i piedi ai rivali. Emerge bene, nella lettura, anche lo sfondo ebraico (farisei ed esseni, per esempio); come pure l’ambiente delle prime comunità cristiane: qualche decina di persone che si ritrovavano nella casa di un nobile, per pregare e prendere insieme i pasti. Particolarmente interessanti, a proposito dell’ambiente cristiano, le differenze tra comunità e comunità, che si intuiscono bene nella lettura: una cosa è Pergamo, altra Antiochia di Siria; e nella stessa Pergamo il gruppo che si ritrova in casa di Antonio non è uguale a quello della casa di Kalandion.
In modo particolare, tra i vari temi che emergono qua e là nel libro, quello predominante è l’impatto sociale avuto dal cristianesimo (e di riflesso dall’opera di Luca). Leggendo le lettere di Antipa si apprende come la divisione in classi fosse molto forte, radicata nel profondo della società romana; il cristianesimo, pur non professandosi come una religione rivoluzionaria, metteva in discussione questa rigida divisione sociale, basata sul concetto di onore e disonore. Allo stesso modo si nota a più riprese come la religiosità in quel tempo fosse presente in ogni aspetto della vita, compresa l’appartenenza a una corporazione e dunque la possibilità di lavorare come artigiano; essere cristiani, quindi rifiutare il culto all’imperatore (in un periodo storico in cui si stava diffondendo in maniera enorme), significava pertanto esporsi all’esclusione dalla vita sociale, quando non addirittura al rischio della vita.
Un libro bello, dunque; appassionante. Solo il finale è un po’ troppo affrettato dal punto di vista narrativo. Nell’insieme è un tentativo ben riuscito di contestualizzare gli scritti del Nuovo Testamento; senza fatica, anzi con gusto, si rinfresca (o si apprende) la conoscenza di un mondo parecchio lontano dal nostro.
Tratto dalla rivista "CredereOggi" n. 1 del 2010
(http://www.credereoggi.it)
narrativa, letteratura, letteratura contemporanea, romanzi epistolari, romanzi storici, letteratura moderna e contemporanea, Pergamo, moderna