Breve introduzione alla teologia dell'Antico Testamento
(Introduzioni e trattati)EAN 9788839921857
Indice
PREFAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1. IL PRIMO TESTAMENTO, PARTE COSTITUTIVA ESSENZIALE
DELLA SACRA SCRITTURA DEI CRISTIANI . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2. TEOLOGIA DEL PRIMO TESTAMENTO,
UN COMPITO PERMANENTE DELLO STUDIO SCIENTIFICO
DELLE SUE SCRITTURE E DELL'INTERESSE RELIGIOSO PER ESSE '
UNA BREVE RASSEGNA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.1. Dalla «teologia biblica»
alla «teologia dell'Antico/Primo Testamento» 11
2.2. Dalla teologia dell'Antico/Primo Testamento
alla storia della religione d'Israele 12
2.3. Dalla storia della religione d'Israele
di nuovo alla teologia dell'Antico/Primo Testamento 13
3. ESPOSIZIONE SISTEMATICA
DELLA TEOLOGIA DELL'ANTICO/PRIMO TESTAMENTO . . . . . . 21
3.1. Strutturazione secondo lo schema
della dogmatica cristiana classica 21
3.2. La ricerca del nucleo centrale
dell'Antico/Primo Testamento 22
3.3. Strutturazione basata su una rievocazione
delle tradizioni di Israele 24
238 Breve introduzione alla teologia dell'AT
4. TEOLOGIE SVILUPPATE NEL PRIMO TESTAMENTO . . . . . . . . . . 29
4.1. Il libro del Deuteronomio 29
4.1.1. Teologia del Deuteronomio 32
4.1.2. Il culto del solo YHWH 32
4.1.3. La centralizzazione del culto 34
4.1.4. Il popolo di Dio Israele 35
4.1.4.1. Israele, il popolo eletto
e santo appartenente a YHWH 35
4.1.4.2. Israele, il popolo solidale di Dio 36
4.1.4.3. Israele, la gioiosa comunità festiva 37
4.2. Deuteroisaia 39
4.2.1. Il profeta Deuteroisaia e il suo libro 39
4.2.2. La teologia del Deuteroisaia 42
4.2.2.1. La teologia contestuale
e di tipo pastorale del Deuteroisaia 42
4.2.2.2. Il nuovo evento salvi'co 45
4.2.2.3. YHWH, l'unico Dio 46
4.2.2.4. I canti del servo di Dio 48
4.3. Il libro di Giobbe 53
4.3.1. Un libro del tempo di crisi 53
4.3.2. Le linee teologiche fondamentali
del libro di Giobbe 54
4.3.2.1. Le esperienze del dolore fatte da Giobbe
e la sua sofferenza a causa di Dio 54
4.3.2.2. Gli amici di Giobbe
e il problema della teodicea 59
4.3.2.3. «Dal sentito dire alla visione».
L'incontro di Giobbe con Dio
e la questione del senso della sofferenza 67
4.4. Il libro di Qoelet 71
4.4.1. Qoelet, un libro critico scritto in un tempo di crisi 71
4.4.2. Le idee teologiche fondamentali di Qoelet 72
4.5. Il libro dei Salmi 74
4.5.1. Il Salterio e i Salmi 74
4.5.2. Una teologia dei Salmi' 76
4.5.3. La teologia del Salterio 79
4.6. I libri delle Cronache 84
4.6.1. I libri delle Cronache,
una panoramica storico-teologica 84
Indice 239
4.6.2. Le idee teologiche guida dei libri delle Cronache 85
4.6.2.1. Una considerazione teologica della storia 85
4.6.2.2. Importanza centrale del tempio di
Gerusalemme e del culto del tempio 86
4.6.2.3. La monarchia al servizio del culto 87
4.7. Il libro di Daniele 88
4.7.1. Il libro di Daniele, un libro apocalittico
formatosi nel corso del tempo 88
4.7.2. La teologia del libro di Daniele 90
4.7.2.1. Una teologia della resistenza
sorretta dalla fede 90
4.7.2.2. Le idee teologiche principali 90
4.7.2.2.1. Un'interpretazione apocalittica
della storia 90
4.7.2.2.2. La sovranità regale eterna di Dio 92
4.7.2.2.3. Speranza nella risurrezione 93
4.7.2.3. Interpretazione della Scrittura 94
4.8. Il libro di Gesù Sira 95
4.8.1. Un libro scritto in un tempo di cambiamento 95
4.8.2. La teologia del libro di Gesù Sira 97
4.8.2.1. Sapienza e Tôrah quali ordinamenti divini
della creazione e della storia 97
4.8.2.2. L'azione di Dio nella storia
e la sua guida nella storia del suo popolo 98
4.8.2.3. Il dialogo delle culture 100
4.8.2.4. L'autointelligenza
di un saggio conoscitore delle Scritture 101
4.8.2.5. Il libro di Gesù Sira, un libro misogino' 101
4.9. I libri delle donne: Rut, Ester e Giuditta 103
4.9.1. La teologia del libro di Rut 104
4.9.2. La teologia del libro di Ester 106
4.9.3. La teologia del libro di Giuditta 108
4.10. La teologia del libro di Giona 112
4.11. La teologia del libro della Sapienza 113
5. GLI SCRITTI RISCOPERTI DEL PRIMO TESTAMENTO . . . . . . . . . 117
5.1. A proposito di una teologia
dell'opera storica gerosolimitana (JG) 118
240 Breve introduzione alla teologia dell'AT
5.2. A proposito di una teologia dell'opera storica esilica
di ispirazione deuteronomistica 119
5.3. A proposito della teologia
del Documento sacerdotale (P) 121
6. LA TEOLOGIA DEL LIBRO DELLA TÔRAH O PENTATEUCO . . . . 127
7. PUNTI TEMATICI FOCALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131
7.1. YHWH e gli dèi 131
7.1.1. YHWH, il Dio proveniente dal deserto meridionale 131
7.1.2. Dal culto del solo YHWH (monolatria)
al culto esclusivo del Dio uno e unico (monoteismo) 135
7.1.3. La dea accanto a YHWH 139
7.1.4. La lotta contro il culto di Baal
e contro la baalizzazione della fede in YHWH 143
7.1.5. La derisione (delle immagini) degli dèi 146
7.1.6. Monoteismo e violenza 150
7.1.6.1. YHWH, un Dio violento' 150
7.1.6.2. Giudizio ambivalente
e anche contrario all'uso della violenza
al servizio della fede in YHWH 152
7.1.6.3. La violenza (l'azione violenta),
compendio del peccato 155
7.1.6.4. Il monoteismo
è necessariamente violento' 156
7.2. Israele e i popoli 160
7.2.1. Da di mezzo ai popoli a benedizione dei popoli:
l'elezione d'Israele 160
7.2.2. Il dono della terra fatto da YHWH a Israele 163
7.2.3. L'incrollabile fedeltà di YHWH verso Israele:
l'idea dell''alleanza' (berîth) 165
7.2.4. Gli stranieri nel paese d'Israele 167
7.2.5. Dall'ostilità verso i popoli stranieri
a un atteggiamento non ostile nei loro confronti,
alla loro integrazione nella comunità dei credenti
in YHWH e alla promessa della salvezza per essi 169
7.3. Creazione e storia 174
7.3.1. Creazione e storia nel Primo Testamento 174
7.3.2. YHWH, il creatore e il signore della storia 177
Indice 241
7.3.3. Creazione del mondo e degli uomini 178
7.3.3.1. La relazione tra l'uomo
e il mondo che lo circonda 182
7.3.3.1.1. Il modello del dominio 183
7.3.3.1.2. Il modello dell'integrazione 185
7.3.3.1.3. Il modello utopico 186
7.3.3.2. Nuova creazione 187
7.3.4. Storiogra'a e concezione della storia in Israele 188
7.3.4.1. Presupposti della concezione della storia
in Israele 188
7.3.4.2. La storia
come luogo dell'azione di YHWH 189
7.3.4.3. Inizi della storiogra'a in Israele 191
7.3.4.4. Le grandi opere storiche 192
7.3.4.4.1. L'opera storica gerosolimitana
(Jerusalemer Geschichtswerk,
JG, secondo E. Zenger) 192
7.3.4.4.2. L'opera storica esilica di tipo
deuteronomistico (Gen 2,4b ' 2 Re 25,
secondo E. Zenger) 193
7.3.4.4.3. Il Documento sacerdotale 195
7.3.5. Monarchia e profetismo,
istituzioni portanti nella storia d'Israele 196
7.3.5.1. La monarchia 196
7.3.5.2. Il profetismo 198
7.3.6. La sovranità regale di YHWH, scopo della storia 200
7.4. Culto, diritto, éthos, religiosità 204
7.4.1. La Tôrah, direttiva di YHWH
per la buona riuscita della vita 204
7.4.2. Il culto 206
7.4.2.1. Il culto,
celebrazione della presenza di Dio 206
7.4.2.2. Luoghi, tempi e riti 207
7.4.2.3. Critica del culto 211
7.4.3. Il diritto 212
7.4.3.1. Il diritto, parte costitutiva essenziale
della fede in YHWH 212
7.4.3.2. Dalla giurisprudenza profana
alla teologizzazione del diritto 214
242 Breve introduzione alla teologia dell'AT
7.5. L'éthos 217
7.6. La religiosità 221
8. IMPORTANZA PERMANENTE DEL PRIMO TESTAMENTO. . . . . . . 227
8.1. L'esistenza come benedizione per altri 229
8.2. L'unicità di Dio come lotta contro l'idolatria 230
8.3. Carattere terreno della fede 231
9. BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233
9.1. Teologie del Primo Testamento
ed esposizioni teologiche riassuntive
(bibliogra'a scelta) 233
9.2. Esposizioni della storia della religione d'Israele
(bibliogra'a scelta) 235
L’a., biblista molto noto in Germania, raccoglie in poche pagine un’introduzione complessiva alle Scritture ebraiche, o Antico Testamento, dandone dapprima una visione unitaria per poi sviluppare le specifiche teologie del Deuteronomio, del Deutero Isaia, di Giobbe, Qoelet, Salmi, Cronache, Daniele, Gesù Sira, Rut, Giona, Sapienza. L’attenzione all’Antico Testamento è giustificata perché esso è parte essenziale della Bibbia cristiana. Non solo composto prima, ma fondamento di quanto poi viene narrato.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 20 del 2009
(http://www.ilregno.it)
Le pubblicazioni sulla teologia dell’AT in Italia non mancano. È sufficiente ricordare gli studi di J. Schreiner (1970), G. von Rad, (1972-1974), W. Eichrodt (1979), A. Deissler (1980), W.G. Fohrer (1980), C. Westermann (1983), R. Rendtorff (2001-2003), E.S. Gerstenberger (2005). Ora si aggiunge l’ultimo lavoro del noto biblista tedesco J.P. Miranda, che sorprende positivamente per la chiarezza e l’ottima capacità di sintesi di una materia che ha conosciuto negli ultimi anni una sorta di rifondazione a opera di P. Weimar ed E. Zenger, studiosi che hanno proposto il «Modello del Pentateuco di Münster » (Münsteraner Pentateuch-modell), innovativo modello di interpretazione del Pentateuco non ancora riconosciuto da tutti, ma sicuramente ricco di prospettive.
Questa nuova scuola «individua tre scritti: l’.opera storica gerosolimitana. (Jerusalemer Geschichtswerk) (JG) preesilica e le due opere esiliche-immediatamente postesiliche, cioè l’.opera storica esilica. di ispirazione deuteronomistica e il .Documento sacerdotale.». E aggiunge subito l’A.: «Noi seguiamo questo modello esplicativo. Nel caso di questi scritti non si tratta di autori, ma di letteratura tradizionale, di entità letterarie formatesi nel corso del tempo, che hanno comunque un loro profilo teologico» (117-118). Questo testo si impone all’attenzione per il suo rigore metodologico, applicato nella stesura di otto capitoli, suddivisi in molteplici brevi ed essenziali paragrafi, accompagnati da abbondante bibliografia (tutta rigorosamente in tedesco) e da tabelle riassuntive degli argomenti più importanti. È evidente che l’A. non si propone di scrivere un’introduzione all’AT in senso tradizionale, ma mira a individuare il pensiero teologico che lo attraversa. Le scuole di pensiero riconosciute sono: il libro del Deuteronomio; il Deuteroisaia; il libro di Giobbe; il libro di Qoelet; il libro dei Salmi; i libri delle Cronache; il libro di Daniele; il libro di Gesù Sira; i libri delle donne: Rut, Ester e Giuditta; la teologia del libro di Giona; la teologia del libro della Sapienza. Particolare rilievo dà alla teologia della Torah o Pentateuco.
La lettura risulta scorrevole e avvincente sia per la forma sia per il contenuto. Prima di addentrarsi nello studio scientifico della teologia del Primo Testamento, l’A. richiama l’importanza che ha esso non solo per gli ebrei, ma anche per i cristiani. «Nel suo documento del 24 maggio 2001, intitolato Il popolo ebraico e le sue sacre Scritture nella Bibbia cristiana [in Enchiridion Vaticanum 20, EDB, Bologna 2004, nn’ 733s], la Pontificia Commissione Biblica dichiara una volta per tutte: «Il popolo ebraico e le sue sacre Scritture occupano nella Bibbia cristiana un posto di estrema importanza. Infatti, le sacre Scritture del popolo ebraico costituiscono una parte essenziale della Bibbia cristiana e sono presenti, in molti modi, nell .altra parte. Senza l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento sarebbe un libro indecifrabile, una pianta priva delle sue radici e destinata a seccarsi» (84/n’ 1137); parole che si sarebbero davvero dovute pronunciare da molto tempo!» (8).
Con una determinazione condivisibile l’A. afferma ancora: «Se sfogliamo la Bibbia, incontriamo anzitutto le Scritture del Primo Testamento. Il Primo Testamento, cioè la .Bibbia d.Israele., viene al primo posto. E questo non, per esempio, perché fu composto prima, bensì perché sorregge come fondamento la seconda parte. Il tentativo di Friedrich D.E. Schleiermacher (1768-1834) di collocare il Primo Testamento come appendice a se stante dopo il Nuovo Testamento, onde evitare una pariteticità delle due parti, è assurdo e teologicamente sbagliato. La precedenza accordata al Primo Testamento è e rimane una precedenza. Nel campo della chiesa ci imbattiamo in continuazione in pregiudizi o addirittura in una qualche forma di disistima del Primo Testamento [...]. Se riconosciamo pienamente e totalmente la precedenza e il valore specifico del Primo Testamento, non possiamo fare a meno di cercare di delineare anche . per quanto in maniera succinta . una teologia del Primo Testamento senza dare continuamente un’occhiata al Nuovo Testamento » (8-9).
Queste premesse sono importanti per accostarsi alle Scritture ebraiche con "simpatia" e non rimanere esitanti nel porsi alla scuola di Israele per conoscere insieme l’Uno e unico Dio. Questa chiave di lettura viene ripresa e confermata nell’ultimo capitolo di questo pregevole lavoro: .Importanza permanente del Primo Testamento.. Scrive l’A.: «Fuori discussione è l’influsso incomparabile esercitato dal Primo Testamento sull’arte, sulla letteratura e sulla musica [...]. Incontestabile è anche l’influsso che esso ha esercitato e continua a esercitare sul cri stianesimo, che cominciò come un movimento religioso all’interno del giudaismo. La chiesa cattolica ebbe bisogno di duemila anni per riconoscere con chiarezza e pienamente che le sue radici affondano nel Primo Testamento» (227). Parimenti si riconosce l’influenza benefica della Bibbia sul Corano, le scienze naturali, i diritti umani. «Tra gli innumerevoli punti positivi di aggancio del Primo Testamento ne metto qui di seguito in rilievo tre, che a mio giudizio possono essere degli impulsi per il nostro tempo: l’esistenza come benedizione per altri, l’unicità di Dio come lotta contro l’idolatria e il carattere terreno della fede» (228).
Dopo una breve rassegna del percorso storico compiuto dagli studi sulla teologia dell’AT (11-26), e dopo aver presentato le varie teologie sviluppate nel Primo Testamento (29-129), l’A. offre degli approfondimenti illuminanti con il titolo «Punti tematici focali»: YHWH e gli dèi; Israele e i popoli; Creazione e storia; Culto, diritto, éthos, religiosità (131-225). La trattazione risulta sempre aggiornata, puntuale, motivata. Nel presentare il Dio di Israele e il suo Nome, l’A. ricostruisce il passaggio dalla monolatria al monoteismo. Ricorda come «c.era in Israele, prima dell’introduzione della fede esclusiva in YHWH, un culto di dee [...]. Nonostante la lotta radicale e violenta condotta da Ezechia e Giosia, il culto delle dee non fu estirpato ed era ancora vivo nei giorni del profeta Geremia. Egli si lamenta per il culto della Regina del cielo, che sembra fosse particolarmente diffuso fra le donne (Ger 7,18; 44,15-19). Solo grazie al culto postesilico del tempio e al sostegno fornitogli dalla politica fu possibile porre termine al culto delle dee [...]. Osea ha il coraggio di ereditare il culto delle dee senza mettere la dea quale partner accanto a YHWH. Il ruolo della partner di YHWH è assunto, secondo lui, da Israele. La sua metafora del matrimonio (Os 1-3) lo dice in termini inequivocabili. E pure nella stessa immagine di Dio si verifica il cambiamento da un severo marito a una madre affettuosa (Os 11,3-4.8-9).
D'ora in poi l’immagine materna non sarà più separabile da YHWH» (139-142). L’attenzione al mondo femminile è giustamente richiamata più volte dal nostro A.: «Senza le figure femminili come quelle di Sara e Agar, Lia e Rachele, Tamar, Mirjam, Debora e Giaele, Anna - tanto per menzionare solo le più note -, il Primo Testamento sarebbe difficilmente immaginabile. Esse testimoniano tutte quante la volont à di vivere, la passione per il diritto, la ricerca della benedizione di Dio [...]. La teologia e l’esegesi femminista hanno aiutato a percepire le figure e le tradizioni bibliche di donne, anche quelle ricoperte di detriti. Ma soprattutto il Primo Testamento presenta interi libri che portano il nome di donne, due nel canone ebraico: il libro di Rut e il libro di Ester; un altro nel canone cristiano: il libro di Giuditta. Comune a tutti e tre non è solo il fatto che essi sono denominati in base al personaggio femminile principale, bensì anche il fatto che hanno in comune tratti particolari: sul piano letterario una trama complicata carica di tensione, che alla fine si risolve felicemente; l’intertestualità o riferimenti a testi intrabiblici; oppure più sul piano del contenuto: le chiare connotazioni erotiche; la sopravvivenza e la continuazione della vita di fronte a una minaccia di estinzione o di un annientamento dell’esistenza a motivo di pogrom e di guerre. E soprattutto questi tre libri di donne sono tra loro collegati nella tematica teologica: la guida di Dio nella vita quotidiana e nella storia, che sono parimenti minacciate dalla morte» (103-104).
Altri argomenti affrontati sono il rapporto tra il monoteismo e la violenza; l’elezione di Israele e l’alleanza con Dio; l’atteggiamento da avere con gli stranieri e con il creato; la monarchia e il profetismo nella storia di Israele; il culto come celebrazione della presenza di Dio e il diritto inteso come parte costitutiva della fede in YHWH; la preghiera come esperienza mistica che lascia intendere come l’ultima istanza è Dio e non l’uomo. In un tempo di analfabetismo biblico la lettura di questo libro può contribuire notevolmente a migliorare la conoscenza della Bibbia in maniera appassionante. Questo lavoro può considerarsi un ottimo manuale di introduzione alla teologia del Primo Testamento. In vista di un’auspicabile nuova edizione segnalo alcuni refusi: p. 32: al primo rigo è riportato un punto fuori posto; p. 50: «il verso senso»; p. 62: le virgolette di apertura della citazione del Papa non sono regolari; p. 99: al penultimo rigo «Sirach» per «Sira» usato abitualmente; p. 107: un punto improprio prima di «leggenda festiva»; p. 134: «leniti» per «leviti »; p. 135: «questo istanza»; p. 171: «sevizio » per «servizio».
Inoltre ci pare che certe scelte del traduttore siano poco adatte: p. 58: «voltaspalle»; p. 122: «stabilimento dell’alleanza»; p. 123: la definizione del primo racconto della creazione come «un motto di tutta l’opera». Ci chiediamo inoltre se vale davvero la pena italianizzare nomi ebraici al plurale come «.a.ere.» per «.a.erìm/.a.eròth» (139), «Baali» per «Baalim» (141)? A pp. 151-152 vengono ripresi letteralmente due ampi capoversi già riportati a pp. 133-134. La scelta di riportare la bibliografia per esteso nel testo, con originale tedesco ed eventuale traduzione italiana, appesantisce un po. la lettura. L’ampio uso del tetragramma sacro YHWH (Shem hammephoras: Nome impronunciabile; ripreso 580 volte) forse esige la precisazione di come andrebbe letto (Adonai nell’ambito liturgico, ha-Shem negli altri casi per gli ebrei; Signore per i cristiani) nel rispetto della tradizione ebraica, ripresa anche in campo cristiano dalla Congregazione per il culto divino (2001, 2008).
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 3/2011
(www.rassegnaditeologia.it)
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