In una grotta sulla riva della Limmat, a Zurigo, vive Schoch, un senzatetto che trascorre la sua giornata tra le mense dei poveri, i dintorni della stazione ferroviaria, le pensiline degli autobus. Ha un'indole riservata, ma è attento alle persone e ha un buon carattere. In una precedente esistenza aveva un lavoro, una moglie, poi tutto è cambiato. Ora la noia e la malinconia sono mitigate solo da birre a poco prezzo, condivise con quelli come lui. Una notte, chiuso nel sacco a pelo disteso sul terreno sabbioso del suo antro, Schoch intravede qualcosa. Sembra un animale di peluche, un minuscolo elefante fluorescente. Convinto che si tratti di un'allucinazione dovuta al plenilunio e al Föhn, si riaddormenta. Ma quel piccolo elefante è tutt'altro che un sogno. E un esperimento di ingegneria genetica, un glowing animal, una creatura luminosa che s'illumina al buio, ed è al centro di interessi fortissimi. Che sono legati alle sfide più rivoluzionarie e promettenti della scienza, a tecnologie di manipolazione del patrimonio genetico grazie alle quali sarebbe possibile sconfiggere molte malattie. Non senza preoccupanti implicazioni sul piano bioetico. Martin Suter affronta gli stupefacenti paradossi delle biotecnologie e della bioetica con il suo stile inconfondibile, sempre essenziale e oggettivo, limpido, talvolta laconico. In capitoli brevissimi illumina una scena, un individuo, un'azione, come in un teatro in cui si recita la meraviglia, la speranza e la paura, le emozioni che travolgono i suoi personaggi e che li spingono ad agire di fronte a quello che sembra un arcano miracolo. Dopo avere raccontato i paradossi della società europea ne "Il talento del cuoco" e il mondo finanziario internazionale in "Montecristo", Suter rivolge il suo sguardo di narratore alle frontiere delle nuove scienze, in un romanzo teso e coinvolgente, capace di passare dalle esistenze piccole e marginali dei diseredati agli scenari globali in cui scienza e mercato, potere e ambizione disegnano il futuro del mondo.