Esaurito
Descrizione
In quest'opera, l'Autore offre una lettura del racconto del Giardino dell'Eden non come una narrazione delle origini del peccato, ma come quella della chance di immortalità a breve termine accessibile all'uomo, ma rapidamente perduta. Alcuni studiosi dell'Antico Testamento già da tempo hanno riconosciuto che l'interpretazione tradizionale del racconto su Adamo ed Eva, sebbene consacrata dall'uso che ne fa san Paolo, non può reggere se sottoposta a un'analisi rigorosa del testo. Tuttavia, essi non sono riusciti a formulare un'interpretazione alternativa che rivaleggi con la forza della lettura tradizionale o che risulti importante per un'ampia gamma di questioni d'esegesi biblica e di teologia.La nuova interpretazione di James Barr possiede appunto tale vigore e con le sue sfide a molte vedute convenzionali è probabile susciti notevole scalpore fra i tradizionalisti e rallegri quanti sono insoddisfatti del pensiero tradizionale.È centrale per il libro l'accento posto sulla funzione e sulla preminenza dell'idea di immortalità, comunemente concepita come un tardo apporto greco e non biblico nel pensiero cristiano. La riflessione sull'immortalità porta anche a una riconsiderazione dell'idea che della morte attesta la Bibbia ebraica, di quella dello sheol, il mondo infero per gli Ebrei, e di quella dell'anima stessa. L'Autore mette in evidenza l'importanza del tempo per la Bibbia ebraica e il concetto della "lunghezza dei giorni", mostrando che la minaccia non era rappresentata tanto dalla morte in sé, quanto dalla modalità del suo accadere. A questo proposito, lo studio sulla cronologia induce a riconsiderare la narrazione dell'arca di Noè.Il testo si conclude con la tesi (contro l'interpretazione di Oscar Cullmann) che la risurrezione e l'immortalità sono idee complementari piuttosto che opposte e conflittuali.
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La tradizionale lettura dei primi libri della Genesi imputa alla disobbedienza di Adamo ed Eva l’introduzione nel mondo della morte. Dunque i due progenitori nacquero immortali e divennero mortali per sanzione divina a causa del loro peccato. L’a. rovescia la lettura. Egli sostiene che sarebbero morti in ogni caso e, come è scritto nei miti antichi, persero la possibilità di conseguire l’immortalità a cui giunsero vicino. Il tema del racconto non è dunque la caduta, ma la possibilità, sfuggita di mano, dell’immortalità. Una scrittura molto tecnica che si avvale delle ricerche bibliche, ma anche dei risultati della scienza storica, delle scoperte archeologiche, degli apocrifi e della lettura ebraica non canonica. Coerente il disaccordo con Bultmann: risurrezione e immortalità non sono idee opposte ma complementari.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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