Scienza e diritto nella giustizia della Chiesa
-Le scienze umane moderne nella giurisprudenza rotale postconciliare
(Università/Ricerche/Diritto) [Libro in brossura]EAN 9788834321041
Questa nuova ricerca del prof. Fattori nel Diritto matrimoniale canonico completa il precedente saggio “Scienze della psiche e Matrimonio canonico. Le Norme delle Allocuzioni pontificie alla Rota Romana” (Cantagalli, Siena 20092), in cui l’autore aveva analizzato ampiamente la dottrina del Magistero pontificio, in particolare di Giovanni Paolo II, sul notevole aiuto che le Scienze psicologiche e psichiatriche danno al Giudice ecclesiastico, ma anche sui criteri che questi deve sempre applicare, lasciandosi illuminare dalla retta Antropologia, nel valutare metodo e conclusioni che il Perito assume nel proporre la sua diagnosi. In questo nuovo studio è la Giurisprudenza rotale adessere posta sotto osservazione nel suo riferirsi alle Scienze umane. Il miglior giudizio sul metodo e sui risultati di questo saggio scientifico del Fattori viene espresso da una delle massime autorità in Diritto matrimoniale canonico, la prof.ssa Ombretta Fumagalli Carulli, che nella premessa così scrive:
«il bel volume di Gabriele Fattori […] è frutto di un’analisi originale relativa alle tendenze dottrinali di un ventaglio amplissimo di Discipline, riscontrabili nella Giurisprudenza rotale postconciliare sino ai giorni nostri» (p. X).
Quest’opera non per caso si colloca nelle pubblicazioni della Università Cattolica; infatti i grandi maestri che in questa Università hanno saputo in modo impareggiabile armonizzare Psicologia e Antropologia cristiana sono e saranno punto di riferimento sicuro per la Giurisprudenza ecclesiale, ed in particolare nell’opera del Fattori acquistano risalto p. Agostino Gemelli e p. Roberto Zavalloni.
I primi due Capitoli sono di carattere dottrinale, evidenziando il percorso interdisciplinare sul quale la Giurisprudenza rotale si è collocata dal Concilio Vaticano II ad oggi; questa premessa intende implicitamente offrire l’ermeneutica dell’approccio giurisprudenziale alle Scienze umane, rispettando lo statuto epistemologico di ogni sapere; se infatti non si mantiene la purezza metodologica, c’è il rischio di sovrapposizioni che turbano, se non addirittura sopprimono, la verità sull’uomo.
Questi due Capitoli si snodano su tre fondamentali domande: 1) «chi è l’uomo?»; 2) «come agisce l’uomo?»; 3) «quale Scienza?». L’autore nella sua accurata indagine ha sempre avuto i tre quesiti come linea conduttrice, sulla quale concentrare gli insegnamenti conciliari, le riflessioni della Canonistica, le indagini e le conclusioni delle Scienze umane, l’applicazione della Giurisprudenza.
Il rischio della ‘tribunalizzazione’ del Diritto matrimoniale canonico viene superato se fondamento ed orizzonte della Giurisprudenza resta il valore della persona umana, considerata anche nella realtà storica come essere nel mondo. Il Concilio Vaticano II ha risposto alla questione “quid est homo?”, realizzando coraggiosamente quella svolta antropologica con la quale si afferma un umanesimo integrale che trascende un riduttivo umanesimo terrestrescientista. Se già a partire da Pio XI il Magistero non ha ignorato il valore della ricerca scientifica, evitando pregiudizi pessimistici nei confronti di essa, nello stesso tempo l’autorevole insegnamento dei Pontefici non si è ingenuamente speso in una disponibilità incondizionata verso la Scienza umana, ma ha saputo dirigerla alla verità sull’uomo, indicando pericoli e parzialità e sconfessando quel dogmatismo scientifico, che non solo sottovaluta superficialmente la complessità dei processi psicologici, ma può frenare la stessa ricerca scientifica; la Chiesa dunque ha scelto giustamente il principio della totalità, superando sia la contrapposizione sia la subalternità nei confronti della Scienza.
La natura delle azioni umane («come agisce l’uomo?») viene esplicitata in Diritto processuale, restando essa comunque implicita nel Diritto sostanziale, e in tal modo la questione interdisciplinare riceve un particolare rilievo nella prospettiva processuale, e, secondo l’autore, il nuovo Codex Iuris canonici armonizza aspetti affettivi ed aspetti giuridici (cfr. p. 28, nota 111), aprendo ad una concezione interdisciplinare dell’amore coniugale e alla considerazione della persona nella sua integralità. Non si può non riconoscere con il Fattori che la prospettiva giuridico-contrattualistica va integrata nella prospettiva giuridico-antropologica, seguendo quel processo interdisciplinare ufficializzato dal Concilio Vaticano II. La questione “come agisce l’uomo?” non può che toccare il principio consensualistico, base della dogmatica giuridica relativa al Matrimonio. Queste importanti premesse, pur con opportuna sintesi, sono ampiamente motivate e documentate nel primo Capitolo dal significativo titolo: Antropologia e personalismo conciliare, immediatamente precisato con l’oggetto specifico dell’indagine interdisciplinare: tre questioni fondamentali tra Magistero, Legislazione e Giurisprudenza.
Il secondo capitolo, Le Scienze umane moderne nella Giurisprudenza rotale postconciliare, scende nella concretezza del rapporto, indispensabile almeno nella valutazione dell’incapacità consensuale, tra Giurisprudenza canonica e Scienza. L’autore avverte l’evoluzione che è avvenuta, per quanto riguarda l’importante scelta del Perito, dalla “Provida Mater” alla “Dignitas Connubii”: il principio confessionale non è più un criterio necessario, ma si considera piuttosto l’idoneità professionale. È stato Giovanni Paolo II ad incoraggiare il confronto tra Scienza e fede, nel rispetto degli ambiti specifici e nella ricerca della loro integrazione, superando i due estremi che falsificano la verità sull’uomo: il pessimismo antropologico e l’eccessivo ottimismo sulle potenzialità autoreferenziali della persona umana. L’autore con acutezza indica i riferimenti dottrinali, necessari per una Giurisprudenza che sappia re-interpetare il dato scientifico nella fedeltà, sicuramente non rigida e formalistica, ad una Antropologia integrale, ed egli li scopre nelle Encicliche “Veritatis Splendor” (6 agosto 1993) e “Fides et Ratio” (14 settembre 1998), precedute dalle note Allocuzioni alla Rota Romana del 5 febbraio 1987 e del 25 gennaio 1988.
Il Fattori affronta con rispetto, ma con coraggioso senso critico, le Scienze “proibite”: la Psicanalisi e in particolare la Psicanalisi freudiana, il Behaviorismo o comportamentismo, la Psicologia umanistica (o dell’autorealizzazione), la Teoria esistenzialistica, la Sociogenetica, la Psicobiologia, le Teorie deterministiche/meccanicistiche in generale (cfr. pp. 50-51); di queste Scienze/Discipline, pur non dimenticando aspetti positivi, come fece lo stesso p. Gemelli per la Psicanalisi (cfr. p. 57), vengono indicati con precisione gli errori antropologici giuridicamente rilevanti.
Con puntuali riferimenti a Sentenze rotali, dall’autore ampiamente viene ben spiegato il rifiuto di Freud da parte della Giurisprudenza ecclesiale.
Un autore sicuro per Scienza e retta Antropologia, maestro di interdisciplinarità, è il ripetutamente ricordato p. Gemelli, il cui contributo, utile anche per la Giurisprudenza, si esprime nel Personalismo funzionalista e nell’eclettismo metodologico, ed a lui giustamente il Fattori dedica varie pagine (pp. 53-57), riconoscendo che egli ha saputo indicare l’unitas multiplex della Psicologia, che così non viene né assolutizzata, né marginalizzata, ma integrata nell’Antropologia, che per l’illustre fondatore dell’Università Cattolica del S. Cuore è quella rinnovata dalla Filosofia neo-scolastica.
L’autore, pur riconoscendo che a prima vista si avverte un quadro disorganico nella valutazione della Rota nei confronti delle Scienze, evidenzia lo sforzo di questo Tribunale apostolico nell’analizzare e interpretare la ricerca delle Scienze moderne. Ed il Fattori considera positivamente l’approccio olistico della Rota, che armonizza dati scientifi principi dottrinali, in particolare quelli di una retta Antropologia, regole giuridiche, criteri giurisprudenziali, e tutta questa elaborazione è a servizio della persona umana, ed in particolare del soggetto che ricorre al Tribunale ecclesiastico perché dubita della validità del proprio consenso matrimoniale. Dando uno sguardo d’insieme alla Giurisprudenza rotale esaminata, l’autore osserva che nella Giurisprudenza rotale postconciliare gli psichiatri prevalgono sugli psicologi, e gli psicologi sugli psicoanalisti (cfr. p. 76) e che in essa si impongono cinque indirizzi (cfr. pp. 77-79): 1) l’indirizzo antropofenomenico (K. Schneider e K. Jaspers), 2) l’indirizzo organo dinamico (H. Ey, P. Bernard - Ch. Brisset, A. Porot), 3) la Psicologia organicista (E. Bleuler), 4) il metodo nosografi multiassiale (DSM), 5) le molteplici Psicologie della personalità (la Psicologia dell’individuo, la Biotipologia, l’indirizzo psico-sociologico, l’indirizzo dinamico, la teoria fattoriale). Emerge dunque, secondo il Fattori, un eclettismo metodologico della Giurisprudenza rotale, che ha tuttavia come comune denominatore l’amore coniugale inteso come amore dovuto (cfr. pp. 82-83). Appare, sempre a giudizio dell’autore, un’evoluzione dal periodo pre-codiciale al periodo segnato del Codex Iuris canonici vigente: dalla considerazione, forse troppo metafisica, di persona si è passati alla visione più psicologica di personalità (cfr. p. 89), ma il punto d’arrivo di questo faticoso cammino è stato un riequilibrio interdisciplinare (cfr. p. 90), ottenuto con il perfezionarsi della metodologia interdisciplinare (cfr. p. 97), che può sicuramente considerarsi punto fermo di non ritorno in Giurisprudenza. Con profondo senso ecclesiale e con maturità giuridica l’autore, concludendo questa parte della sua opera, ammonisce esplicitamente: «nell’Ordinamento canonico, la Teologia, e non quindi la Scienza sperimentale, è ancora il punto di partenza» (p. 100).
La Parte dell’opera quantitativamente più cospicua (da p. 113 a p. 356) e più originale, pur definita dall’autore come “appendice” (p. 101), è il Repertorio analitico dei riferimenti alle Scienze umane moderne e alla Scienza giuridica interdisciplinare nella Giurisprudenza rotale postconciliare. In essa l’autore si è proposto due obiettivi: anzitutto ha inteso ricostruire il quadro scientifico d’insieme e gli orientamenti scientifici di riferimento della Giurisprudenza rotale nell’attuazione della svolta antropologica conciliare, e quindi si è proposto di verificare l’effettiva portata giuridica di questa svolta, individuando le concrete aperture della Giurisprudenza canonica alle Scienze umane positive e sperimentali. Senza voler assumere finalità strettamente bibliografiche, il Fattori ha inteso con tale Repertorio realizzare
«uno strumento giuridico interdisciplinare per ricostruire il quadro delle Scienze umane moderne nella Giurisprudenza rotale postconciliare, per individuare le scuole e gli orientamenti prevalenti e il correlato quadro della Scienza canonistica interdisciplinare» (p. 101).
L’autore nella sua compilazione, oltre alla vastità del materiale scientifico e giurisprudenziale, ha dovuto affrontare alcune difficoltà, quali sono l’eterogeneità dei dati presi in esame, l’ambivalenza o la polivalenza delle opere scientifiche recepite nella Giurisprudenza, e talora anche l’imprecisione delle citazioni (cfr. p. 101).
Sorprende la vastità delle indicazioni bibliografiche: sono ben tremila le voci bibliografiche che ricorrono nel Repertorio, diviso in due parti: la prima va dal Concilio Vaticano II al nuovo Codice canonico (pp. 113-219), la seconda parte comprende il periodo che va dalla promulgazione del nuovo Codice canonico agli anni duemila (pp. 223-356).
Ogni parte a sua volta è divisa in aree scientifiche e dottrinali: 1) Sessuologia e Medicina, 2) Psichiatria, 3) Psicologia, 4) Psicodinamiche e Psicanalisi, 5) Sociologia e Antropologia cristiana, filosofica e culturale, 6) Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM), 7) Scienza giuridica interdisciplinare.
L’autore nella catalogazione ha seguito pertanto due criteri: quello cronologico e quello tematico.
È sempre identico lo schema: autore, opera, Sentenza rotale in cui è stata fatta la citazione. Il Fattori, pur avvertendo l’eterogeneità metodologica delle citazioni fatte, è stato fedele al testo delle Sentenze.
Non sempre è stato facile collocare l’opera nella sfera più opportuna; ad esempio l’opera di P. Siwek, Psychologia metaphysica (cfr. pp. 182-183), non sembra essere attinente tanto alla Psicologia (sperimentale), ma piuttosto all’area filosofica; ci si chiede anche come studi relativi al vizio del consenso possano riguardare il tema delle Scienze umane affrontato dall’autore, se non forse remotamente, in quanto il consenso è pur sempre un atto umano, e pertanto anche di natura psicologica; sarebbe stato opportuno indicare anche le pagine delle opere e delle Sentenze citate.
L’opera è pienamente riuscita nella finalità che l’autore si è proposto, ossia quella di verificare se e quanto la Giurisprudenza rotale abbia attuato la svolta antropologica del Concilio Vaticano II, osservando una retta metodologia interdisciplinare.
Sicuramente il Repertorio è di grande utilità al Giudice ecclesiastico, che potrà orientarsi nella valutazione di scuole scientifiche o di correnti antropologiche, anche in base alla frequenza e alla quantità di riferimenti ad esse nelle Sentenze rotali.
Tratto dalla rivista "Apollinaris" n.1 del 2012 (LXXXV)
(http://www.pul.it)
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