I nuovi volti del cristianesimo
(Cultura e storia) [Libro rilegato]EAN 9788834314975
Continuando il percorso iniziato con La Terza Chiesa (2002), in cui richiamava l’attenzione sulla crescente importanza del Sud del mondo all’interno della cristianità, lo storico britannico-americano ritorna sull’esperienza religiosa dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina per mettere a fuoco più da vicino il “nuovo volto” del cristianesimo in quelli che ben presto saranno i più grandi Paesi cristiani del mondo. Le interpretazioni che provengono dal Sud del mondo possono indicare nuove strade per raggiungere lo spirito originario con cui i libri della Bibbia furono scritti e aiutare la tradizione dell’Occidente a riscoprire il senso di vicinanza della Scrittura alla vita.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2010
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Philip Jenkins appartiene alla Chiesa episcopale statunitense ed è un affermato storico e studioso delle religioni. In questo libro continua il percorso iniziato con il suo precedente saggio del 2002 (La terza chiesa. Il cristianesimo nel XXI secolo), in cui sottolineava i diversi approcci alla Bibbia prevalenti nelle chiese del sud globale dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. In quest’opera Jenkins ha pronosticato lo stato del cristianesimo nel XXI secolo. Lo sviluppo delle chiese cristiane nel sud del mondo e la loro tendenza a diventare nel medio-lungo termine “il centro di gravità statistico del cristianesimo”, smentisce il ritornello secondo cui il futuro appartiene all’islam. Per Jenkins sta nascendo un nuovo cristianesimo e il suo baricentro si va spostando verso sud. Nel primo capitolo (I fondamentalisti vinceranno?), l’autore esamina le attitudini differenti nei confronti dell’autorità della rivelazione biblica e sottolinea come, per le chiese in via di sviluppo nel sud globale del mondo, essa è accostata ai problemi reali di ogni giorno, come la povertà e il debito, la carestia e la crisi urbana, l’oppressione razziale e sessuale, la brutalità dello Stato e la persecuzione.
Nel secondo capitolo (Un libro potente) si sofferma a considerare i mezzi attraverso i quali la Bibbia è arrivata nelle nuove culture, non cioè come un libro tra tanti, ma come un testo insieme a ipotesi rivoluzionarie sulla natura dell’interpretazione. Il terzo capiolo (L’Antico e il Nuovo) analizza il cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’Antico Testamento, che rappresentare una svolta fondamentale nella storia moderna del cristianesimo: i lettori cristiani attingevano alla storia dell’Antico Testamento come se fosse la loro, e la chiesa era il nuovo Israele. Le affinità culturali con il mondo biblico, perciò, hanno portato i cristiani africani e asiatici ad affezionarsi profondamente all’Antico Testamento come alla loro storia, al loro Libro. Il quarto capitolo analizza la diversità di interpretazione nelle differenti condizioni sociali (Poveri e ricchi). Lo spostamento a sud del cristianesimo implica un cambiamento nella composizione etnica dei credenti nel mondo con un nuovo background socio-economico. Se per molti americani ed europei la Bibbia rappresenta un racconto storico distante, per le chiese del sud globale essa, invece, è un testo vivo, che contiene temi di grande importanza e attualità. Un esempio è il tema della remissione del debito, che trova riferimenti in entrambi i Testamenti. Diverso è anche l’approccio al problema della malattia e del male, descritto nel quinto capitolo (Il bene e il male). Testi biblici centrali per le chiese del sud sono considerati da molte chiese del nord del mondo come marginali, simbolici o di natura puramente storica… Ancora: le chiese del sud vedono nel cristianesimo una religione della guarigione e accettano più facilmente la realtà del diabolico. Altro tema importante è la concezione del martirio: il Nuovo Testamento ritrae la persecuzione come una conseguenza possibile se non inevitabile della fede cristiana.
E il sesto capitolo (Persecuzione e rivendicazione) ci ricorda come il martirio sia una realtà ricorrente in molte chiese africane e asiatiche. Di conseguenza, nell’opinione comune delle chiese del sud, lo Stato appare come un’istituzione ostile e la società laica è intesa come un territorio nemico nel quale i credenti passano a loro rischio e pericolo. Il penultimo capitolo ha come titolo Donne e uomini. Le nuove chiese sono sorte in società permeate da idee conservatrici riguardo ai ruoli sessuali. Secondo l’autore, invece di promuovere un nuovo stile di vita appropriato alle persone che credono in Dio che ha fatto nuove tutte le cose, le chiese in Africa continuerebbero a utilizzare le Scritture ebraiche e le lettere di san Paolo per rinforzare le norme della cultura e della religione tradizionale. L’ultimo capitolo conclude sinteticamente tutto l’ordito del saggio (Nord e Sud): i membri delle nuove comunità cristiane arrivano alla Bibbia con differenti supposizioni che nascono da culture ed esperienze diverse e pongono diverse domande. Certamente il sud globale legge il testo con occhi nuovi. Questo saggio è ideale per approfondire i contenuti e attualizzare alcune tematiche del Sinodo dei vescovi del 2008 su La parola di Dio nella vita e nella missione della chiesa.
Tratto dalla rivista Asprenas n. 4/2009
(http://www.pftim.it)
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