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Lettera agli ebrei
(I libri biblici) [Con sovraccoperta stampata]EAN 9788831527415
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DETTAGLI DI «Lettera agli ebrei»
Tipo
Libro
Titolo
Lettera agli ebrei
Autore
Marcheselli Casale Cesare
A cura di
Cesare Marcheselli Casale
Editore
Paoline Edizioni
EAN
9788831527415
Pagine
832
Data
gennaio 2005
Peso
1168 grammi
Altezza
23 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
4,5 cm
Collana
I libri biblici
COMMENTI DEI LETTORI A «Lettera agli ebrei»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Lettera agli ebrei»
Recensione di Tiziano Lorenzin della rivista Studia Patavina
Marcheselli-Casale, un veneziano trasferitosi a Napoli dove è professore ordinario in Scienze Bibliche presso la Pontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, offre al pubblico italiano questo suo lavoro frutto di lunghi anni di studio sulla Lettera agli Ebrei. Non è certo un libro di facile lettura (un commentario di ben 827 pagine!), tuttavia è ricco di nuove indagini sulla natura e l’origine di un testo considerato a volte la cenerentola del NT.
Il metodo usato è quello storico-critico. In particolare la storia della redazione ha richiesto l’analisi strutturale del documento. La storia della tradizione ha pure un ruolo molto elevato: l’AT riletto con criteri propri, tradizioni giudaiche, sfondo alessandrino, eco dal mondo della romanità antica, risonanze dal mondo di Qumran e da quello della gnosi, attenzione alla chiesa antica.
Il commentario è diviso in tre sezioni. Nella sezione introduttiva Marcheselli-Casale offre un profilo storico letterario di Ebrei, domandandosi chi sia l’autore e chi siano i destinatari dello scritto. L’autore senza nome, eppure maestro autorevole, teologo e pastore solerte, proveniente dal giudaismo ellenistico e dalla filosofia platonico-alessandrina (pur senza dipenderne), divenuto egli stesso cristiano dotto e convinto ritiene che le comunità destinatarie manchino di una adeguata conoscenza in materia di fede. Attraverso l’ascolto della Parola, devono tornare al contatto con Gesú Cristo. A loro egli consegna un capolavoro letterario, redatto nel greco forse più elegante dell’intero NT. Al problema dei destinatari e dove si trovino, Marcheselli-Casale risponde: sono giudeo-(etnico) cristiani (non solo proseliti), nostalgici dell’ebraismo, sul punto di smentire la loro chiamata alla fede in Cristo. Si tratterebbe di un appello ad una di quelle numerose «ecclesiae domus» a cui l’autore era agganciato. Allontanatosene per motivi non noti, desideroso di tornarvi al più presto, avverte il bisogno di inviare loro uno scritto (Eb 13,23-24). Di questa comunità l’autore fa parte, assieme ai suoi destinatari non neofiti: erano infatti già stati evangelizzati, e con essi l’autore stesso, da alcuni discepoli del «Signore Gesú» (Eb 2,3-4). Dove si trova questo gruppo sparuto? Sembrerebbe che si tratti di una comunità romana. Sulla data della redazione Marcheselli-Casale propende per l’ultimo ventennio del I secolo d. C.
Un altro argomento trattato è il problema letterario: titolo, genere letterario, stile, estetica, unità e integrità del documento. In particolare riguardo al genere letterario l’autore pensa che Ebrei non sia «l’unico esempio di omelia del NT a noi inviata come lettera». Nessun tipo di genere letterario individuato nella Bibbia e a noi noto, può esaurire il volto letterario di Ebrei. Si tratterebbe di un «trattato», non di retorica né retorico, ma di stile retorico, basato su un permanente sostrato di comparazione tra antico e nuovo.
Sarebbe un testo di approfondimento e di sostegno destinato a sostenere la fede dei destinatari, che stavano perdendo di vista l’orizzonte escatologico e arretrando dagli impegni della loro chiamata.
Il metodo usato dall’autore di Ebrei si articola in quattro momenti: momento ermeneutico: Ebrei si appoggia di continuo al Primo Testamento, momento narrativo: nessun altro documento del NT, dopo i vangeli, contiene tanti riferimenti concreti alla vita terrena di Gesú come Ebrei; momento paracletico-pastorale: in Ebrei gli insegnamenti kerygmatici e cateche-tici si alternano con l’esigenza di trasporli nell’ortoprassi cristiana; momento argomentativo: la dispositio narrativa di Ebrei è cadenzata da momenti argomentativi costanti.
La seconda parte è dedicata alla traduzione e commento per blocchi significativi. Il lavoro va avanti molto lentamente e con continui approfondimenti, che se rendono la lettura difficile per il principiante, sono in realtà una miniera preziosa per lo studioso.
Nella terza parte Marcheselli-Casale sintetizza il messaggio teologico di Ebrei in 17 punti: Peregrinare nella fede; Verso il riposo ma quale?; Con il vademecum del pellegrino; Sotto la spinta dello Spirito Santo, il fedele accompagnatore; Verso il regno-riposo sabbatico. Escatologia; Nel frammezzo, incontrare il Gesú terreno; Celebrare Cristo salvatore: soteriologia, cristologia, ecclesiologia; Sommo sacerdote grande (tesi) e perfetto; «Alla maniera di Melchisedek»; Compie espiazione e riconciliazione; È mediatore di un patto migliore, nella continuità; Gesú è il Figlio più di…; Figlio di diritto, rivelazione di Dio, messia re; Noi, sacerdoti pellegrini; Rendiamo al Figlio il culto nuovo; Paraclesi, stile di un pastore zelante; Problemi e prospettive.
E come sempre in questi commentari della collana «I Libri Biblici» vi è un capitolo dedicato all’inserimento del testo nel canone e un altro alla storia dell’interpretazione, a cui l’autore aggiunge anche alcune linee di Wirkungsgeschichte. Un lessico metodologico e biblico-teologico, e una bibliografia ragionata concludono questa vasta opera.
Questo lavoro così approfondito di Marcheselli-Casale evidentemente non è da leggersi tutto d’un fiato. Tuttavia è bello averlo nella propria biblioteca personale per potervi ricercare i molti approfondimenti esegetici e teologici che richiede la lectio divina su questo testo ricco di spiritualità e di amore per Gesú Cristo.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il metodo usato è quello storico-critico. In particolare la storia della redazione ha richiesto l’analisi strutturale del documento. La storia della tradizione ha pure un ruolo molto elevato: l’AT riletto con criteri propri, tradizioni giudaiche, sfondo alessandrino, eco dal mondo della romanità antica, risonanze dal mondo di Qumran e da quello della gnosi, attenzione alla chiesa antica.
Il commentario è diviso in tre sezioni. Nella sezione introduttiva Marcheselli-Casale offre un profilo storico letterario di Ebrei, domandandosi chi sia l’autore e chi siano i destinatari dello scritto. L’autore senza nome, eppure maestro autorevole, teologo e pastore solerte, proveniente dal giudaismo ellenistico e dalla filosofia platonico-alessandrina (pur senza dipenderne), divenuto egli stesso cristiano dotto e convinto ritiene che le comunità destinatarie manchino di una adeguata conoscenza in materia di fede. Attraverso l’ascolto della Parola, devono tornare al contatto con Gesú Cristo. A loro egli consegna un capolavoro letterario, redatto nel greco forse più elegante dell’intero NT. Al problema dei destinatari e dove si trovino, Marcheselli-Casale risponde: sono giudeo-(etnico) cristiani (non solo proseliti), nostalgici dell’ebraismo, sul punto di smentire la loro chiamata alla fede in Cristo. Si tratterebbe di un appello ad una di quelle numerose «ecclesiae domus» a cui l’autore era agganciato. Allontanatosene per motivi non noti, desideroso di tornarvi al più presto, avverte il bisogno di inviare loro uno scritto (Eb 13,23-24). Di questa comunità l’autore fa parte, assieme ai suoi destinatari non neofiti: erano infatti già stati evangelizzati, e con essi l’autore stesso, da alcuni discepoli del «Signore Gesú» (Eb 2,3-4). Dove si trova questo gruppo sparuto? Sembrerebbe che si tratti di una comunità romana. Sulla data della redazione Marcheselli-Casale propende per l’ultimo ventennio del I secolo d. C.
Un altro argomento trattato è il problema letterario: titolo, genere letterario, stile, estetica, unità e integrità del documento. In particolare riguardo al genere letterario l’autore pensa che Ebrei non sia «l’unico esempio di omelia del NT a noi inviata come lettera». Nessun tipo di genere letterario individuato nella Bibbia e a noi noto, può esaurire il volto letterario di Ebrei. Si tratterebbe di un «trattato», non di retorica né retorico, ma di stile retorico, basato su un permanente sostrato di comparazione tra antico e nuovo.
Sarebbe un testo di approfondimento e di sostegno destinato a sostenere la fede dei destinatari, che stavano perdendo di vista l’orizzonte escatologico e arretrando dagli impegni della loro chiamata.
Il metodo usato dall’autore di Ebrei si articola in quattro momenti: momento ermeneutico: Ebrei si appoggia di continuo al Primo Testamento, momento narrativo: nessun altro documento del NT, dopo i vangeli, contiene tanti riferimenti concreti alla vita terrena di Gesú come Ebrei; momento paracletico-pastorale: in Ebrei gli insegnamenti kerygmatici e cateche-tici si alternano con l’esigenza di trasporli nell’ortoprassi cristiana; momento argomentativo: la dispositio narrativa di Ebrei è cadenzata da momenti argomentativi costanti.
La seconda parte è dedicata alla traduzione e commento per blocchi significativi. Il lavoro va avanti molto lentamente e con continui approfondimenti, che se rendono la lettura difficile per il principiante, sono in realtà una miniera preziosa per lo studioso.
Nella terza parte Marcheselli-Casale sintetizza il messaggio teologico di Ebrei in 17 punti: Peregrinare nella fede; Verso il riposo ma quale?; Con il vademecum del pellegrino; Sotto la spinta dello Spirito Santo, il fedele accompagnatore; Verso il regno-riposo sabbatico. Escatologia; Nel frammezzo, incontrare il Gesú terreno; Celebrare Cristo salvatore: soteriologia, cristologia, ecclesiologia; Sommo sacerdote grande (tesi) e perfetto; «Alla maniera di Melchisedek»; Compie espiazione e riconciliazione; È mediatore di un patto migliore, nella continuità; Gesú è il Figlio più di…; Figlio di diritto, rivelazione di Dio, messia re; Noi, sacerdoti pellegrini; Rendiamo al Figlio il culto nuovo; Paraclesi, stile di un pastore zelante; Problemi e prospettive.
E come sempre in questi commentari della collana «I Libri Biblici» vi è un capitolo dedicato all’inserimento del testo nel canone e un altro alla storia dell’interpretazione, a cui l’autore aggiunge anche alcune linee di Wirkungsgeschichte. Un lessico metodologico e biblico-teologico, e una bibliografia ragionata concludono questa vasta opera.
Questo lavoro così approfondito di Marcheselli-Casale evidentemente non è da leggersi tutto d’un fiato. Tuttavia è bello averlo nella propria biblioteca personale per potervi ricercare i molti approfondimenti esegetici e teologici che richiede la lectio divina su questo testo ricco di spiritualità e di amore per Gesú Cristo.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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