Fonti eulologiche aquileiesi
(Corpus scriptorum Ecclesiae aquileiensis) [Libro rilegato]EAN 9788831190893
Anche ad un pubblico non specialistico merita segnalare di un sacerdote udinese questi lavori di grande interesse per la storia della liturgia, dell'iconografia, della musicologia. Prima della riforma liturgica tridentina, che pubblicava l'editio princeps del Missale Romanum nel 1570, l'aspetto interessante dell'edizione anastatica del messale aquileiese del 1517 è quella di offrire l'ultimo anello di una tradizione liturgica locale, quella appunto della chiesa di Aquileia, consentendo di confrontare tanti differenti aspetti della sua gloriosa tradizione liturgica. Poco se ne conosce con certezza, ma quanto viene riportato nel messale codifica con certezza come operava liturgicamente proprio la chiesa locale, a cominciare dal calendario proprio e dal numero dei santi ivi elencati con preghiere proprie. Altro aspetto interessante riguarda i formulari di messe in onore della Madre di Dio, disposte lungo l'anno liturgico, con l'aggiunta di altre presenti con le sole orazioni del celebrante. Certo, il culto per la Madre di Dio era molto diffuso e la serie di messe proprie celebrate in differenti sue festività (Concezione, Purificazione, Annunciazione, Natività, Assunzione ecc.) lo prova, però già il confronto con le singole parti di altre messe in messali aquileiesi precedenti mostra l'evoluzione di un culto tanto radicato nell'animo popolare. Purtroppo i messali aquileiesi ancora esistenti sono solamente dei secoli XIV e XV, senza risalire in ogni caso a prima del secolo XII, ma la fonte è sempre interessante per riscoprire i tesori di quella liturgia prima che l'unificazione tridentina uniformasse i germogli della fede espressa nelle chiese particolari più rile-vanti.
Chi entra in tale prospettiva ha modo di scoprirne tanti aspetti caratteristici; infatti le formule eucologiche raccolte nel messale mettono in luce fede e spiritualità della chiesa di Aquileia. Fa piacere leggere che l'Autore dà una certa rilevanza al santorale presente nel messale, aiutando così a rintracciare la provenienza e la destinazione del libro liturgico, anche se non si può pretendere di avere dati definitivi, in quanto le preghiere di una comunità sono «realtà vive come i loro compilatori e le assemblee che le usano». In questo modo però ci è dato conoscere come pregavano i cristiani della provincia aquileiese nelle loro assemblee eucaristiche tra la fine del secolo XII e gli inizi del XVI. La tradizione secolare di quella chiesa meritava un tale interessamento anche perché il suo patrimonio liturgico, data la sua antichità, aveva chiaramente bisogno di essere indagato ed approfondito.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2008, nr. 3
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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