OMELIA 62
Terminati questi discorsi, Gesù parti dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea al di là del Giordano.
INSEGNAMENTO E MIRACOLI NELL'ATTIVITÀ DI GESÙ
1. Dopo aver lasciato continuamente la Giudea a causa del loro malanimo, ora vi si stabilisce perché si avvicinava la passione; per ora non sale a Gerusalemme, ma si reca nel territorio della Giudea. E, andato là, lo seguì una grande moltitudine di persone e le curò b. Non si dà continuamente all'insegnamento della dottrina o ad operare miracoli, ma ora fa questo, ora quello, provvedendo in vario modo alla salvezza di quelli che gli stavano vicino e lo seguivano, così da apparire maestro degno di fede, in ciò che diceva, in virtù dei miracoli. e accrescere, con l'insegnamento della sua dottrina, il profitto derivante dai miracoli. Questo significava condurli alla conoscenza di Dio. Considera anche questo aspetto, come i discepoli, con una sola parola, sorvolino su folle intere, senza indicare per nome ciascuno di quelli che venivano curati, perché non dissero: «Il tale e il tale», ma: «Molti», per insegnare la modestia. Cristo li curava beneficandoli e, per mezzo di loro, molti altri. Infatti la guarigione della loro infermità costituiva per altri fondamento della conoscenza di Dio.
IMPUDENZA E MALIZIA DEI FARISEI
Non però per i farisei, ma anzi proprio per questo si inferociscono di più e gli si avvicinano per metterlo alla prova. Poiché non potevano appigliarsi a quanto faceva, gli propongono delle questioni. Si avvicinarono a lui e dicevano per metterlo alla prova ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? Che stoltezza! Pensavano di chiudergli la bocca con le loro questioni, pur avendo già avuto prova della sua capacità di fronteggiarle. Quando fecero molte dispute sul sabato, quando dissero: Bestemmia, quando dissero: Ha un demonio, quando rimproverarono i discepoli che camminavano tra le messi, quando discussero della questione di non lavarsi le mani h, chiuse sempre loro la bocca, bloccò la loro lingua impudente e quindi li congedò. Ma tuttavia neppure così desistono, perché così è la malvagità, così è l'invidia, impudente e sfrontata; anche se innumerevoli volte viene messa a tacere, innumerevoli volte viene di nuovo all'assalto.
Ma considera anche la malizia derivante dal modo di interrogare, perché non gli dissero: Hai ordinato di non ripudiare la moglie; difatti aveva già parlato di questa legge i. Tuttavia però non ricordarono quelle parole, ma presero le mosse da lì e, pensando di preparare una imboscata maggiore e volendo spingerlo necessariamente in contraddizione con la legge, non dicono: Perché hai prescritto questo e questo?, ma, come se non fosse stato detto nulla, gli chiedono: È lecito?, aspettandosi che si sarebbe dimenticato di aver detto quelle parole, pronti, se avesse detto che era lecito ripudiare, a opporgli ciò che aveva detto e a dirgli: Perché hai detto cose contraddittorie?, e, se invece avesse detto di nuovo le stesse cose di prima, a opporgli quanto prescritto da Mosè.
MITEZZA E SAPIENZA DELLA RISPOSTA DI GESÙ
E lui che fece? Non Disse: Perché mi mettete alla prova ipocriti? Certamente lo dice dopo, ma non in questo caso. Perché mai? Per mostrare insieme alla sua potenza anche la sua mitezza. Non tace sempre, perché non pensassero che ignorasse le loro intenzioni, né sempre rimprovera, per insegnarci a sopportare tutto con mitezza. Come risponde loro? Non avete letto che il Creatore fin dal principio li creò maschio e femmina? E disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una carne sola.
Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi. Vedi la sapienza del Maestro. Essendogli stata posta la domanda: E lecito?, non ha detto subito: Non è lecito, perché non rimanessero turbati e sconcertati, ma prima della sentenza, mediante la sua argomentazione, lo ha reso evidente, mostrando che lo stesso è il precetto del Padre suo e che aveva dato queste prescrizioni non in opposizione a Mosè, ma anzi in grande accordo con lui. Osserva che non si appoggia solo sulla creazione, ma anche sul precetto di Dio, perché non ha detto soltanto che creò un solo uomo e una sola donna, ma che anche ordinò che uno solo si unisse ad una sola.
Se avesse voluto che questa fosse ripudiata e se ne prendesse un'altra, dopo aver creato un solo uomo, avrebbe formato molte donne. Ma ora con la modalità della creazione e della legislazione ha indicato che uno solo deve essere unito con una sola per sempre e mai separarsi. E vedi come si esprime: Il Creatore fin dal principio li creò maschio e femmina, cioè: Sono venuti da una sola radice e si sono congiunti in un solo corpo; infatti: i due saranno una carne sola. Poi per far sì che lanciare accuse contro questa legislazione fosse un atto temibile e per rafforzare tale legge, non ha detto: Non dividete dunque, non separate, ma: Quello che Dio ha congiunto. l'uomo non lo separi. Se opponi Mosè, io ti parlo del Signore di Mosè e inoltre lo affermo anche in base al tempo. Dio infatti fin dal principio li creò maschio e femmina; questa legge è più antica. anche se sembra che sia introdotta ora da me ed è stata stabilita con grande cura.
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ASSOCIAZIONE COMUNITA' DI SANT'EGIDIO LIGURIA il 5 ottobre 2011 alle 15:37 ha scritto:
Il terzo volume delle Omelie sul Vangelo di Matteo di Giovanni Crisostomo, secondo patriarca di Costantinopoli, celeberrimo predicatore - "bocca d'oro", secondo il suo appellativo - e padre della Chiesa, copre i capitoli 19-28 del Vangelo di Matteo. La chiarezza espositiva e la profondità spirituale lo rendono un testo attuale e fruibile.