INTRODUZIONE
1. Il trattato di Epifanio di Salamina Ancoratus prende il suo titolo da un antico simbolismo. È sottinteso o lógos, come espressione umana del Lógos divino, o piuttosto come suggerisce il Quasten i ànthropos cioè l'uomo nel cui spirito in cerca di verità riecheggi la voce del Verbo rivelantesi alla « santa Chiesa di Dio fondata sulla fede ortodossa » (Haer. 69, 27), la Verità illuminante quaggiú la « civitas spiritualis »: Così-è per la celeste assemblea dei santi, e così-sia per la terrena comunità dei fedeli.
L'esposizione dottrinale dell'Ancoratus ha per oggetto i misteri principali della fede: unità e trinità di Dio, incarnazione passione morte e risurrezione del Signore, come li ha fatto conoscere la Verità del Padre che è nei cieli, cioè il Figlio che dapprima ha parlato per mezzo dei Profeti e degli scrittori ispirati nell'A. T., infine nella pienezza dei tempi si è incarnato e continua a parlare nella sua Chiesa secondo quel che a lei è stato trasmesso dagli Apostoli. Spiegando il titolo, l'autore stesso afferma di aver voluto scrivere un libro sull'« Ancora della fede allo scopo di consolidare, e quasi ormeggiare ad àncora sicura, i cristiani sbattuti dalle bufere dell'errore » (Haer. 69, 27).
L'immagine del Verbo-àncora che ci prepara l'ingresso al cielo, già in Ebrei 6, 19-20, fu largamente utilizzata nei monumenti cimiteriali cristiani dei primi tre secoli, spesso accompagnata da simboli che connotano variamente il Cristo: l'agnello o la pecora, l'albero o la nave, il pesce o il leone, la croce o l'arca, un delfino o una stella, il tipo di Gesti risorto Giona e il Buon Pastore che dà la sua vita per le pecore. I cristiani specificamente con l'àncora intendevano quello che genericamente avevano indicato i pagani: sostegno, protezione e salvezza. Ha significato cristiano l'àncora in forma di croce talorafigurata tra pesci significanti il Signore Ichtys e i suoipisciculi.
Il simbolo marinaresco trova il suo corrispettivo classico e biblico in quello di nave (o arca), utilizzato da Epifanio per significare la Chiesa multiforme ma una nella fede (Haer. 61, 3; 69, 27). L'immagine della nave ancorata sta allo sfondo di tutto il trattato, e in un certo senso giustifica ed unifica tante digressioni, ripetizioni o divagazioni esegetiche. La divisione che vien proposta in due parti (1-74: dottrina trinitaria; 75-119: incarnazione e risurrezione di Cristo e nostra) non corrisponde ad un'effettiva esposizione organica. Epifanio non conosce altra unità che quella fondata sullo Spirito Santo, il quale « dettando dentro » dove e quando vuole e quasi moltiplicandosi resta sempre il vincolo di unità delle Persone Divine e delle relative tre componenti umane partecipate.
Vogliamo dire che l'esposizione della fede trinitaria e cristologica, e gli stessi excursus polemici esegetici e storici appaiono unitariamente ispirati. L'Ancoratus propone l'ascolto della confessione del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, nel Cristo, speranza escatologica. Percorre tutto il trattato il leitmotiv che non c'è altra àncora di salvezza al di fuori della Trinità e del Cristo, che se Dio non fosse trino, se il Cristo non fosse veramente Dio e uomo, la nostra fede sarebbe totalmente vana.