Le parole di Bernadette

ESTRATTO DALLA PREFAZIONE

L'alba dell' il febbraio 1858 annuncia nella cittadina di Lourdes, ai piedi dei Pirenei francesi, un giorno di freddo e di nebbia. Presso la famiglia Soubirous ci si sveglia lentamente, in una casa assai piccola e malsana, che in tempi non lontani è servita come succursale della prigione di Tarbes. Da allora viene chiamata il «Cachot» (gattabuia). I Soubi rous sono finiti qui perché indigenti. La mamma è già all'opera vicino al focolare. Bernadette la vede, ombra immensa o furtiva davanti al fuoco, e la sente dire a voce bassa: Nou y a pas mes legna, «Non c'è più legna».

Bera gratia dou boun Dieu, «Che bella grazia del buon Dio», dice allora Bernadette fra sé e sé. Potrà finalmente uscire da quella stanza maleodorante, dove l'asma la soffoca e la famiglia dorme in uno spazio angusto, per andare a raccogliere la legna sulle rive del fiume.

Il sole è ormai alto. La mamma è preoccupata: «Prenderai freddo, metti il cappuccio». Ma per lei è una festa. Eccola allora scendere per la stradina con la sorella Marie, detta Toinette, e l'amica Jeanne Abadie, che a causa delle sue dimensioni è soprannominata «Baloume». Giungono così, senza averlo veramente voluto, davanti alla grotta di Massabielle( «la vecchia roccia»). Lì c'è un canale, una specie di ruscello che ne impedisce l'accesso. Toinette e Jeanne l'attraversano saltellando e gridando che l'acqua è fredda. Bernadette, per aura dell'asma, resta indietro. «Aiutatemi a gettare dei sassi perché possa passare». Pet de Pericle passa comma nous autis, le risponde Jeanne, «Colpo di fulmine, passa come abbiamo fatto noi!».

A questo punto succede una cosa meravigliosa: «Dopo un colpo di vento — racconta Bernadette — ho visto qualcosa di bianco, simile ad una piccola ragazza. Ho tentato di fare il segno della croce, ma non sono riuscita: la mano mi si era appesantita. Poi è stata la ragazza a fare il segno della croce e allora anch'io sono riuscita». Per Bernadette l'essenziale è questo: «Una piccola ragazza, non più grande di me, bella più di tutto, che mi sorride».

Aquero, «quella lì», come lei la chiama nel suo dialetto, le apparirà 18 volte sino al 16 luglio dello stesso anno. È iniziata così l'avventura che ha portato alla ribalta, suo malgrado, questa piccola ragazzina povera, ammalata e ignorante, che parla solo il suo dialetto e che è definita mocciosa dai contemporanei; l'avventura che ha fatto dell'umile cittadina dei Pirenei uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti del mondo, con oltre cinque milioni di visitatori ogni anno.