«Ricordavano che Dio è la loro roccia» (Sal 78,35). Il Salterio come libro della e per la memoria.
(Studi e ricerche. Sez. biblica)EAN 9788830815704
Il volume riproduce interamente la tesi dottorale di M. Pavan discussa al Pontificio Istituto Biblico e pubblicata in inglese nel 2014. L’assunto di fondo che l’autore – monaco della diocesi di Fiesole – dichiara sin dall’introduzione è ben racchiuso dal titolo dell’opera, che esprime l’idea centrale del Salterio come libro nato con lo scopo di creare una vera e propria pedagogia di ciò che è “memorabile” (ciò che deve essere trattenuto nella memoria collettiva del popolo d’Israele) e ciò che, invece, è lasciato cadere nell’oblio. Il testo si compone di tre capitoli e una conclusione. Nel primo capitolo (pp. 17-57) Pavan offre una introduzione al tema della memoria, mostrandone la centralità dal punto di vista letterario; egli si sofferma sulla capacità della poesia di fissare la memoria e, in particolare, mette in evidenza in che modo la concatenazione dei salmi permetta di produrre il senso globale dei singoli poemi. Nel secondo capitolo (pp. 59-173) si offre l’analisi dei lessemi «ricordare» (zakár) e «dimenticare» (shakáh), con lo scopo di cogliere il loro significato all’interno dell’intero Salterio e, in specie, del terzo libro (Sal 73-89). Tale ricca analisi lessicografica permette a Pavan di approdare al cuore della ricerca nel terzo capitolo, dal titolo La memoria e l’oblio nel Sal 78 (pp. 175-284). Tale salmo si rivela particolarmente importante perché è l’unico in cui si ritrovano la memoria divina e quella umana, e ciò rende questo componimento una vera e propria trattazione delle caratteristiche e dei compiti della memoria credente; d’altro canto, «il salmo stesso si presenta come una rilettura globale e selettiva della storia d’Israele e, quindi, come una sorta di “esercizio di memoria in atto”» (p. 176). Il capitolo conclusivo (pp. 285- 314) allarga lo sguardo all’intero terzo libro del Salterio e ha lo scopo di far emergere il fondamentale ruolo del Sal 78 che, posto in posizione centrale, permette lo sviluppo del dramma che si sviluppa nella sequenza dei componimenti 73-89. Come ogni tesi che si rispetti, un’ampia bibliografia chiude il lavoro di Pavan (pp. 319-342). Faccio notare che, essendo una tesi dottorale, non tutte le sue parti sono immediatamente fruibili dal lettore medio, così come è normale che sia. Tuttavia, il linguaggio chiaro – tecnico solo quando necessario – e l’afflato spirituale che pervade la ricerca, facilitano la lettura di ampie sezioni del volume e, soprattutto, permettono la comprensione delle principali questioni teologiche che vengono affrontate. Ritengo particolarmente intriganti sia le questioni introduttive (come e cosa si ricorda), sia quelle legate al ricordo come elemento portante della preghiera e della scrittura dei salmi e, in specie, il ruolo che svolge la comunità nel forgiare/custodire la memoria della salvezza che viene da Dio.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n.6 del 2017
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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