Dispersione e la nuova sequela dei discepoli di Gesù in Marco
(Studi e ricerche. Sez. biblica)EAN 9788830814356
Il presente volume costituisce la tesi dottorale in Teologia Biblica difesa nel maggio 2009 presso la Pontificia Università Gregoriana, sotto la direzione del prof. K. Stock. Scopo della ricerca di Cecconi è focalizzare una dinamica particolare che caratterizza la sequela dei discepoli in Mc: la progressiva separazione dei discepoli da Gesù, mentre questi va incontro alla sua passione e morte a Gerusalemme, e la nuova sequela a cui il Maestro li chiama dopo la resurrezione.
Il saggio si articola in due parti. La prima mostra come la dispersione e la nuova sequela dei discepoli siano presentate e si realizzino nella seconda parte della narrazione marciana, dopo il turning point di Cesarea di Filippo (Mc 8,27). Questa prima parte si suddivide in quattro capitoli, seguiti da una sintesi finale: il primo capitolo prende in esame gli annunci di Gesù sulla sua morte e resurrezione e la resistenza che i discepoli oppongono a tale prospettiva; il secondo analizza gli annunci di Gesù nell’imminenza della Pasqua, relativi al suo destino e al futuro dei discepoli, e la reazione di questi ultimi a tali annunci; il terzo capitolo focalizza l’incapacità dei discepoli a seguire Gesù nel contesto della sua passione; l’ultimo capitolo tematizza l’annuncio dell’angelo alle donne in Mc 16,7, in cui il Risorto rivolge implicitamente ai discepoli un nuovo invito alla sequela. La seconda parte mostra come questo movimento di dispersione e nuova sequela dei discepoli sia adombrato già nella prima parte della narrazione marciana (Mc 1,16-8,26). Questa seconda parte è composta di due capitoli e di una sintesi che ne riprende i contenuti: nel primo capitolo si presenta il rapporto ambivalente di unione-disunione tra Gesù e i suoi discepoli; nel secondo si evidenzia il fondamento della nuova sequela e come essa si realizzi nella vita dei discepoli nel tempo post-pasquale. Il volume si chiude con una conclusione generale, che richiama alcuni tratti della comunione tra Gesù e i suoi discepoli e indica alcune piste percorribili dalla ricerca futura.
Rileviamo alcuni pregi del saggio. È nota l’abbondanza di studi sui discepoli in Mc, dal momento che il discepolato costituisce una delle tematiche fondamentali della narrazione marciana. Lo studio di Cecconi si distingue perché coglie un aspetto importante di quest’ampia tematica: mostrare come il mistero pasquale di morte e resurrezione di Cristo “riscatti” la debolezza che i discepoli avevano dimostrato nel loro percorso di sequela del Maestro e allo stesso costituisca il fondamento per la sequela dei discepoli di tutti i tempi. La croce lega il discepolo al suo Maestro non solo perché costituisce un elemento ineludibile nella via di Gesù come in quella dei suoi discepoli (cf.Mc 8,34), ma anche perché costituisce «l’evento su cui si fonda la possibilità di una nuova vita di comunione tra lui e i Dodici dopo la resurrezione» (134). In tal senso è suggestivo il legame che Cecconi stabilisce tra il sangue dell’alleanza, a cui si fa riferimento nell’Ultima Cena (Mc 14,24), e il tema della comunione tra Gesù e i suoi discepoli, che sarà disgregata ma prontamente ricostituita dopo la Pasqua (cf.131-134). L’offerta di Gesù, crocifisso e risorto, è vista da Cecconi come fondamento di una comunione ristabilita tra il Maestro e i suoi, destinata a rimanere per sempre e a compiersi nell’eternità (cf.290-294). In tal senso per Mc la sequela, prima ancora che il risultato degli sforzi del discepolo, è dono della grazia di Dio, rivelatasi nel mistero pasquale di Cristo.
Per giungere a tale conclusione Cecconi conduce un’analisi attenta e rigorosa. Essa si fonda su una considerazione sincronica del testo: «lo studio è condotto sul testo di Marco così come è giunto a noi» (12). Sebbene mai esplicitato dall’autore, la metodologia adottata è quella narrativa. L’analisi condotta sul testo appare sostanzialmente completa, attenta a diversi problemi e aspetti. L’autore è particolarmente attento all’analisi e alla discussione dei costrutti grammaticali dei testi esaminati, al contenuto semantico dei termini presenti nei testi, al confronto sinottico con i passi paralleli dei testi analizzati e alla considerazione dei relativi sfondi veterotestamentari. Ciò rende l’analisi di Cecconi ben fondata.
Desideriamo presentare ora alcune osservazioni emerse dalla lettura del testo. Anzitutto ci sembra di dover rilevare un’incoerenza nel primo capitolo dello studio, quello relativo agli annunci della passione. Mentre per il secondo e il terzo annuncio della passione Cecconi prende in esame l’insegnamento sul discepolato successivo all’annuncio (Mc 9,33-37; 10,45-45), non così avviene per l’insegnamento successivo al primo annuncio della passione (Mc 8,349,1). Questa esclusione ci appare ingiustificata, ancor più se si tiene conto dell’importanza che Mc 8,34-9,1 ha per il tema affrontato, poiché in questo insegnamento Gesù fissa le condizioni della sequela, ponendo la croce come elemento imprescindibile per essa.
Non mancano i casi in cui alcune considerazioni dell’autore ci appaiono un po’ sbrigative e incomplete. Un esempio è la trattazione di Mc 14,51-52 (cf.173-174), il celebre testo del giovane che fugge nudo al momento dell’arresto di Gesù. Cecconi non tiene in alcun conto il significato di questo episodio in relazione al discepolato, messo così bene in evidenza da G. Perego, La nudità necessaria (Cinisello Balsamo 2000), testo peraltro ignorato dal nostro autore. La nudità del giovane è qui vista come immagine dell’incertezza e insicurezza della sequela dei discepoli: tale interpretazione, per giunta, sarebbe andata nella direzione della disgregazione della sequela con l’arrivo della passione, che è quella che Cecconi evidenzia nel suo studio.
Nell’analisi di Mc 14,28 (cf.136-139), quando Gesù preannuncia ai discepoli che dopo la sua resurrezione li precederà in Galilea, l’autore avrebbe potuto fondare la dispersione e la nuova sequela dei discepoli anche sul piano geografico. Diversi studi hanno presentato la Galilea e Gerusalemme come due polarità opposte nella narrazione marciana. In relazione all’argomento affrontato da Cecconi, mentre la Galilea è giustamente vista dal nostro autore come punto di partenza della nuova sequela dopo la resurrezione, Gerusalemme avrebbe potuto essere considerata come il luogo della dispersione dei discepoli, adombrata negli annunci della passione dove si allude alla salita a Gerusalemme (Mc 10,33) e compiutasi nel momento in cui Gesù e i suoi discepoli giungono a Gerusalemme per la Pasqua. Anche questa considerazione avrebbe potuto corroborare la tesi portata avanti da Cecconi.
Infine un punto critico dello studio è l’interpretazione di Mc 9,1 (cf.269281), motivo di particolare dibattito tra gli studiosi di Mc, che identificano la venuta del Regno di Dio ora con la trasfigurazione, ora con la resurrezione, ora con la parusia. Cecconi vede nella venuta del Regno di Dio con potenza un riferimento alla resurrezione di Gesù. Gli argomenti che l’autore adduce in favore di quest’ipotesi ci sembrano deboli e inoltre egli liquida in maniera troppo rapida le altre ipotesi, senza discuterle e confutarle sufficientemente. Particolarmente importante ci sembra il parallelo di Mc 14,62, dove si parla della venuta (verbo ?ρχομαι) del Figlio dell’Uomo, seduto alla destra della potenza (δ?ναμις), sulle nubi del cielo: quando considera questo passo (cf.279), pur di sostenere l’ipotesi della resurrezione, Cecconi ignora completamente il riferimento alle nubi del cielo, chiaro riferimento alla parusia. Questo parallelo, insieme al contesto (cf.Mc 8,38), sembra orientare, a nostro parere, all’interpretazione parusiaca di Mc 9,1.
Queste osservazioni non intendono sminuire il valore del saggio di Cecconi, che apporta un contributo significativo allo studio della tematica del discepolato in Mc, mostrando ancora una volta il genio narrativo dell’autore del secondo vangelo.
Tratto dalla rivista Lateranum n.1/2017
(http://www.pul.it)