Il racconto di due popoli, quello palestinese e quello duesiciliano, che in apparenza non hanno nulla in comune. Una storia d'amore, quella tra Amal, palestinese, insegnante, amante della letteratura, colta e istruita e Giuanin, napoletano, fotografo free lance che non ha potuto frequentare l'università. Così i due filoni narrativi s'intrecciano, si fondono e procedono di pari passo creando una narrazione armoniosa ed equilibrata. Nonostante tra i due ragazzi ci sia una ragguardevole differenza di età e di cultura, questa storia vuole dimostrare la potenza dell'amore che è in grado di unire, far condividere e annullare le diversità. Ma Amal custodisce un doloroso segreto che dovrà affrontare a costo di mettere in pericolo la sua storia d'amore con Giuanin. "Il sorriso dell'orco era rimasto lo stesso, come imperturbabile ed indifferente al tempo, anche se su di un viso un po' più paffutello e corrugato. Avrei voluto prendere il coltello con cui affettavano il prosciutto e conficcarglielo nel petto. Avrei voluto svergognarlo sbugiardandolo davanti a tutti. Ma avevo intrapreso la strada ripugnante del negazionismo e dovevo continuare a negare." "Così la giovane Amal che racchiude in sé la tragedia di un popolo violentato, stuprato ed oltraggiato, si libera finalmente dal senso di colpa raccontando quanto di più tremendo ha subito, tirando fuori per la prima volta, con coraggio e determinazione, la sua storia di vittima, la verità dei vinti soffocata dai vincitori. Solo così il racconto del carnefice che manipola la storia a suo piacimento e vantaggio, diventa menzogna e falsità, solo così la sua gente si stringerà intorno a lei con più forza. Come Amal che ha il coraggio di ritrovare la forza del riscatto morale, così i popoli sottomessi, ovunque essi siano, si riprenderanno la loro memoria cancellata per riabilitarsi agli occhi del mondo, ma soprattutto agli occhi di se stessi e delle nuove generazioni. Solo così ritroveranno la propria dignità di uomini e di popolo."