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Lettera apostolica del Santo Padre Francesco "Sublimitas et miseria hominis"
-Nel quarto centenario della nascita di Blaise Pascal
EAN 9788826608181
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Tipo
Libro
Titolo
Lettera apostolica del Santo Padre Francesco "Sublimitas et miseria hominis" - Nel quarto centenario della nascita di Blaise Pascal
Autore
Francesco (Jorge Mario Bergoglio)
Editore
Libreria Editrice Vaticana
EAN
9788826608181
Pagine
38
Data
giugno 2023
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
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Prof. Stefano Coccia il 7 febbraio 2024 alle 21:51 ha scritto:
Libretto molto interessante che ho letto in un'ora circa, ma che ho avuto modo e voglia di leggerlo di nuovo perché mi ha davvero appassionato. "Un infaticabile ricercatore del vero, che come tale rimane sempre inquieto, attratto da nuovi e ulteriori orizzonti". Così Papa Francesco, nella lettera apostolica "Sublimitas et miseria hominis", scritta in occasione del quarto centenario della nascita del filosofo francese, definisce Blaise Pascal, al centro della cui riflessione c'è il "paradosso" della "grandezza e miseria dell'uomo".
"Come cristiani dobbiamo tenerci lontani dalla tentazione di brandire la nostra fede come una certezza incontestabile che si imporrebbe a tutti", scrive Papa Francesco, osservando che Pascal "aveva certamente la preoccupazione di far conoscere a tutti che Dio e il vero sono inseparabili, ma sapeva che l'atto di credere è possibile per la grazia di Dio, ricevuta in un cuore libero". "Perciò propongo a tutti coloro che vogliono continuare a ricercare la verità – impresa che in questa vita non ha mai fine – di mettersi in ascolto di Blaise Pascal, un uomo dall'intelligenza prodigiosa che ha voluto ricordare che al di fuori della prospettiva dell'amore non c'è verità che valga". Sono rimasto molto stupito di questo bellissimo complimento che il Pontefice rivolge a Pascal, non perché il Papa non possa fare degli apprezzamenti, ci mancherebbe, ma perché sostanzialmente dice che anche la verità in sé, fuori dall'ottica dell'amore di Dio è solo e soltanto un idolo, e questo secondo me è il rischio in cui spesso io rischio di cadere, oppure cado, perché sono un appassionato della verità e la ricerco molto.
Molto spesso a scuola mi capita di usare la frase di Pascal: "l'uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna che pensa". Con questa frase cerco di far capire agli studenti come sia importante pensare e ragionare su ciò che ci succede nella vita, perché la ragione umana è una meraviglia della creazione che distingue l'essere umano da tutte le altre creature.
Quella di Pascal è una "evangelizzazione piena di rispetto e di pazienza, che la nostra generazione avrà interesse ad imitare": per comprendere bene il discorso di Pascal sul cristianesimo bisogna essere attenti alla sua filosofia. Il suo "esercizio fiducioso della ragione naturale", spiega il Papa, che "lo rende solidale con tutti i fratelli umani in cerca di verità, gli permetterà di riconoscere i limiti dell'intelligenza stessa e, nel contempo, di aprirsi alle ragioni soprannaturali della Rivelazione, secondo una logica del paradosso che costituisce il suo marchio filosofico e il fascino letterario dei suoi Pensieri". Tra i temi più attuali del filosofo francese, vi è senza dubbio, "quello del senso integrale del nostro destino, della nostra vita, e della nostra speranza, protesa a una felicità che non è proibito di concepire eterna, ma che solo Dio è autorizzato a donare".
Meditando i Pensieri di Pascal, per Papa Francesco, si ritrova questo principio fondamentale: "la realtà è superiore all'idea", perché il filosofo francese ci insegna che "niente è più pericoloso di un pensiero disincarnato: Chi vuole fare l'angelo fa la bestia".
Molto bello il passaggio in cui il Papa afferma che l'uomo è come un estraneo a sé stesso, grande e miserabile: "Grande per la sua ragione, per la sua capacità di dominare le sue passioni, grande anche in quanto si riconosce miserabile. Esiste, in altre parole, "una sproporzione insopportabile tra, da una parte, la nostra volontà infinita di essere felici e di conoscere la verità e, dall'altra, la nostra ragione limitata e la nostra debolezza fisica, che conduce alla morte", si legge nella lettera apostolica: "la forza di Pascal è anche nel suo implacabile realismo, nella constatazione cioè che l'abisso infinito in cui piomba l'uomo a causa della sua natura "non può essere colmato se non da un oggetto infinito e immutabile, ossia da Dio stesso". Pascal, come filosofo, vede bene che "quanto più si hanno lumi, tanto più si scopre grandezza e bassezza nell'uomo, ma che questi opposti sono inconciliabili. Perché la ragione umana non può armonizzarli, né risolvere l'enigma".
"Conosciamo la realtà non solo con la ragione, ma anche con il cuore", è una delle affermazioni più celebri di Pascal, per il quale le verità divine "non sono dimostrabili con la ragione, ma possono essere conosciute con la certezza della fede, e passano poi dal cuore spirituale alla mente razionale, che le riconosce come vere e può a sua volta esporle", spiega Papa Francesco parafrasando il pensiero del filosofo francese e il suo invito ad unire alla ragionevolezza della fede le ragioni del cuore, tramite l'"intelligenza intuitiva". "Pascal non si è mai rassegnato al fatto che alcuni suoi fratelli in umanità non solo non conoscono Gesù Cristo, ma disdegnano per pigrizia, o a causa delle loro passioni, di prendere sul serio il Vangelo", continua il Papa: "solo la grazia di Dio permette al cuore dell'uomo di accedere all'ordine della conoscenza divina, alla carità. Pressoché impossibile credere se Dio non inclina il cuore. Se la fede è di un ordine superiore alla ragione, ciò non significa affatto che vi si opponga, ma che la supera infinitamente". Molto interessante è la parte in cui il Pontefice racconta della "Notte di fuoco" in cui Pascal ha vissuto un'esperienza mistica molto forte e dove ha riportato tutto per iscritto ed inserito nella fodera del mantello. Devo assolutamente trovare e leggere i "Pensieri" di questo autore, perché adesso sono molto curioso.
In conclusione penso sia stata davvero una lettura che ha fatto bene al mio cuore.