Amore di Dio e amore dell'uomo
(Sophia. Episteme. Dissertazioni)EAN 9788825036367
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Tipo
Libro
Titolo
Amore di Dio e amore dell'uomo
Autore
Pesce Francesco
Editore
Edizioni Messaggero
EAN
9788825036367
Pagine
328
Data
maggio 2014
Altezza
17 cm
Larghezza
24 cm
Collana
Sophia. Episteme. Dissertazioni
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Mario Cutuli il 23 giugno 2014 alle 16:31 ha scritto:
Un lavoro di grande spessore che rivisita con particolare attenzione esegetica il pensiero di Jüngel nella condivisa ricerca teologica che garantisca una possibile mediazione dell'uomo con Dio grazie ad una categoria che li avvicini.
Attraverso l'analisi di tutte le possibili implicazioni dell'amore, Francesco Pesce si addentra in questioni non soltanto prettamente teologiche e bibliche, ma di rimando anche dichiaratamente antropologiche e filosofiche.
L'esito è quello di una scoperta rivoluzionaria e meravigliosa al tempo stesso: Dio è Essere che va incontro all'uomo. «Che può essere pensato perché egli è un essere-per-gli altri». Che cerca l'uomo perché lo pensa e lo ama. Perché è la ragione stessa del suo divenire. Perché è “Amore” (1 Gv4,8).
L'amore diventa perciò la condizione della pensabilità e della stessa dicibilità di Dio e la possibilità di superare
la staticità a cui, un'errata metafisica, aveva relegato Dio riducendolo ad un concetto assoluto, trascendente, dotato di una priorità metafisica, lontano dall'uomo; un'interpretazione che per Jüngel, è all'origine delle conclusioni atee del pensiero contemporaneo individuabili già nel “cogito” cartesiano e successivamente declinate in vario modo, ma accomunate dalla tesi che «l'uomo può essere pensato e può vivere anche senza l'esistenza e l'ipotesi di Dio».
E' l'amore che media un Dio che «parla e si fa incontrare in una storia che ha il suo apice nella morte in croce di Gesù di Nazareth» e l'uomo, allo stesso modo con cui è l' amore che media l'incontro tra gli amanti nel loro continuo e reciproco movimento dell'uno verso l'altro.
Un incontro che sa di mistero. Perché l'amore, sia divino che umano è mistero: chi ama si allontana da sé, “muore” a sé, ma per sperimentare proprio nell'evento del loro amarsi «una nuova vicinanza a sé. Nell'atto con cui gli amanti si uniscono, amante e amato si distinguono, si “perdono” per ritrovarsi in una continua dialettica ai cui poli sta tanto la “morte”quanto la “vita”.
Così, nell'evento dell'amore, Dio e uomo condividono lo stesso mistero: vivere in un continuo, reciproco cercarsi per saldarsi, alla fine, in un abbraccio che sa d'Infinito. (Mario Cutuli)