Sul sentiero dei sacramenti. Scritti in onore di Ermanno Roberto Tura nel settantesimo
(Sophìa/Episteme) [Libro in brossura]EAN 9788825018592
Il libro di presenta come una miscellanea che colleghi e amici di mons. Ermanno Roberto Tura, per 40 anni docente di teologia sacramentaria nella Facoltà Teologica del Triveneto, hanno voluto comporre in occasione del suo 70° genetliaco. Il nome di mons. Tura, che ha conseguito il dottorato all’Università Lateranense nel 1966, con una tesi su Il battesimo sacramento pasquale in S. Cirillo di Gerusalemme, è abbastanza noto nel panorama italiano, soprattutto negli ambiti della sacramentaria e dell’ecumenismo. Dopo un profilo iniziale del festeggiato, tracciato dall’amico e maestro Luigi Sartori, e una lista bibliografica, comprendente 116 titoli, il volume si arricchisce di una serie di contributi organizzati in quattro sezioni: iniziazione sacramentale; rivelazione biblica; storia della tradizione; riflessione teologica. Come avviene in saggi del genere l’intento non è sistematico, ma indicativo di un percorso che, visitando «il sentiero dei sacramenti», come recita il titolo, porta ad imbattersi in questioni strettamente connesse alla disciplina di riferimento. L’impressione generale che se ne ricava è l’enorme possibilità di riflessioni e applicazioni che si aprono quando si affronta il tema dei sacramenti in modo interdisciplinare. La prima sezione si apre con un studio di Valerio Bortolin sull’intreccio tra visibile e invisibile che determina il concetto biblico di sacramento, trovandovi alcune analogie nell’ambito del pensiero filosofico antico e contemporaneo (cf. 31-53), mentre Giuseppe Trentin dà suggerimenti sulla difficile arte di utilizzare il linguaggio in modo responsabile. «(Il teologo) ? scrive tra l’altro questo autore ? avanzerà la pretesa di dire qualcosa di proprio, di specifico, sull’uomo e i suoi limiti, la sua finitezza. Non percepirà tutta la verità, ma esprimerà una verità senza la quale altre verità sull’uomo e sul mondo rischierebbero di oscurarsi o di perdersi » (70). Segue una sintetica quanto minuziosa riflessione di Vittorino Grossi su due termini chiave della sacramentaria: Mysterion e sacramentum, così come si sviluppano nella tradizione latina fino a Sant’Agostino (cf. 70-82). La sezione si conclude con due studi specifici sull’iniziazione: Dario Vivian affronta la vexata quaestio del doppio assunto “iniziati dai sacramenti e iniziati ai sacramenti” (cf. 83-93), Giorgio Ronzoni rivolge uno sguardo teologico-pastorale alle iniziazioni cristiane, dove il plurale sta naturalmente a indicare i diversi destinatati: i bambini e gli adulti (cf. 95-110). La seconda e la terza sezione seguono alcuni sentieri nella Bibbia, spaziando dall’Antico al Nuovo Testamento, e nella tradizione. Marcello Milani si sofferma sul significato del termine mysterion nel libro di Ben Sira, collegandolo all’ebraico sôd, da cui ricava il percorso sapienziale che rivela il «mistero nascosto di Dio» (cf. 135-151). Ad al cune esplorazioni nel vangelo di Matteo (Gastone Boscolo), in quello di Luca (Carlo Broccardo) e nella lettera agli Ebrei (Giovanni Leonardi), si accompagna lo studio di Giuseppe Segalla che sviluppa un tema inedito, esaminando il rapporto tra testimonianza e sacramenti (cf. 171-187). Partendo da 1Gv 5, 6-12, l’autore spiega come intendere la testimonianza e come al suo interno si inseriscano anche i sacramenti, interpretando in senso battesimale-eucaristico il richiamo all’acqua e al sangue presenti nel testo. «I sacramenti dell’iniziazione cristiana ? sostiene Segalla ? che hanno la loro sorgente in Gesù trafitto e donano la vita mediante lo Spirito, sono testimonianza del Padre in favore di Gesù Cristo, testimonianza della vita donata, che si esprime nella fede autentica e nell’amore» (186). La voce dei padri rivela sempre profonde intuizioni e un linguaggio evocativo capace di stupire il lettore, a volte disamorato dai tecnicismi del lessico contemporaneo. Lo dimostra lo studio di Celestino Corsato (cf. 203-234) sul battesimo nei Tractatus del vescovo Gaudenzio da Brescia (+407). L’autore fa emergere la teologia viva del pastore bresciano, contestualizzando il suo pensiero in una scansione di dies: paschalis, natalis, nuptialis, lucis, dove si intrecciano simbolo, vita e rito. L’approccio storico si compone di due ulteriori ricognizioni: uno di carattere artistico, che pone in evidenza il simbolismo antropologico e teologico del Caravaggio (Sergio del Marchi) e uno di tipo ecumenico, che esamina il tema sacramentale del matrimonio in un protestante del settecento: N.L. von Zinzendorf (Michele Cassese). L’ultima parte considera alcune istanze teologiche. Giampaolo Dianin si chiede come mai il termine “ministero coniugale” sia oggi passato nel dimenticatoio, nonostante il forte rilievo nell’epoca immediatamente post-conciliare (cf. 277-295), mentre Gianandrea Di Donna offre un ragionato profilo teologico-pastorale del nuovo rito del matrimonio (cf. 297-330). Sempre attento a denunciare le derive intellettualisticheinterioristiche del pensiero, Andrea Grillo affronta un argomento impegnativo, che oggi suscita perplessità antropologiche e persino teologiche: il sacrificio rituale (cf. 331-345). L’autore parte dalla questione classica del rapporto tra la croce e la messa, affrontandola sotto un’angolatura segnata dalla emergenza di una nuova coscienza, a un tempo liturgica ed ecumenica. L’escursione «sul sentiero dei sacramenti» si conclude con due collaborazioni che affrontano la questione sacramentale dal punto di vista della pastorale (Andrea Toniolo) e della spiritualità (Giuseppe Toffanello).
Tratto dalla rivista Lateranum n. 2/2008
(http://www.pul.it)
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