A suo tempo fenomeno editoriale in Germania, quest’opera ricorda nel titolo Lo spirito della liturgia di Romano Guardini, che nei primi decenni del Novecento dava inizio al movimento liturgico. Sulla scia di questo predecessore, Joseph Ratzinger vuole aiutare i fedeli, resi insicuri da decenni di sperimentazioni postconciliari, a guardare alla fonte nascosta della vita ecclesiale. Qui si svolge l’azione liturgica che nei sacramenti, in particolare nell’Eucarestia, dona di prendere parte all’azione salvifica di Cristo. Questa ha dimensione universale, per cui i fedeli possono dare voce alla liturgia del cosmo, unire la loro voce ai giusti dell’Antico Testamento e innalzare, insieme con i redenti, il cantico di lode dell’Agnello (Ap 15). Nello stile proprio dell’autore, l’opera apre al lettore squarci di contemplazione, ma non manca di spunti di polemica, proposti con l’abituale franchezza. Per la linearità della scrittura e la profondità del pensiero, Introduzione allo spirito della liturgia si presenta come una delle opere più interessanti della produzione religiosa del XXI secolo.
Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) è nato in un paesino della Germania meridionale nel 1927. Ordinato sacerdote nel 1951, per lunghi anni ha insegnato nelle più celebri università del suo Paese ed è stato tra i più giovani esperti invitati al Vaticano II. È autore di numerosi libri di successo. Nel 1977 papa Paolo VI lo nomina arcivescovo di Monaco di Baviera e nel 1981 Giovanni Paolo II lo chiama a Roma come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Con questo incarico diviene uno dei principali collaboratori del pontefice polacco, che lo vuole sempre al suo fianco. Nel 2005, dopo un breve conclave, Joseph Ratzinger viene eletto papa. L’11 febbraio 2013 annuncia che, dal 28 febbraio, lascerà l’incarico. Attualmente vive nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano.
PREMESSA
di Joseph Raztinger
Una delle mie prime letture dopo l'inizio degli studi teologici, al principio del 1946, fu l'opera prima di Romano Guardini Lo spirito della liturgia, un piccolo libro pubblicato nella Pasqua del 1918 come volume inaugurale della collana «Ecclesia orans», a cura dell'abate Herwegen, più volte ristampato fino al 1957. Quest'opera può a buon diritto essere ritenuta l'avvio del movimento liturgico in Germania. Essa contribuì in maniera decisiva a far sì che la liturgia, con la sua bellezza, la sua ricchezza nascosta e la sua grandezza che travalica il tempo, venisse nuovamente riscoperta come centro vitale della Chiesa e della vita cristiana. Essa diede il suo contributo perché si celebrasse la liturgia in maniera «essenziale» (termine assai caro a Guardini); la si voleva comprendere a partire dalla sua natura e dalla sua forma interiori, come preghiera ispirata e guidata dallo stesso Spirito Santo, in cui Cristo continua a divenire a noi contemporaneo, a fare irruzione nella nostra vita.
Vorrei arrischiare un paragone, che come tutti i paragoni è in gran parte inadeguato, ma che aiuta a capire. Si potrebbe dire che la liturgia era allora — nel 1918 —, per certi aspetti, simile a un affresco che si era conservato intatto, ma che era quasi coperto da un intonaco successivo: nel messale, con cui il sacerdote la celebrava, la sua forma era pienamente presente, così come si era sviluppata dalle origini, ma per i credenti essa era ampiamente nascosta da istruzioni e forme di preghiera di carattere privato. Grazie al movimento liturgico e — in maniera definitiva — grazie al concilio Vaticano II, l'affresco fu riportato alla luce e per un momento restammo tutti affascinati dalla bellezza dei suoi colori e delle sue figure. Ma nel frattempo, a causa dei diversi errati tentativi di restauro o di ricostruzione, nonché per il disturbo arrecato dalla massa dei visitatori, questo affresco è stato messo gravemente a rischio e minaccia di andare in rovina, se non provvede rapidamente a prendere le misure necessarie per porre fine a tali influssi dannosi. Naturalmente non si deve tornare a coprirlo di intonaco, ma è indispensabile una nuova comprensione del suo messaggio e della sua realtà, così che l'averlo riportato alla luce non rappresenti il primo gradino della sua definitiva rovina.
Questo libro vorrebbe proprio rappresentare un contributo a tale rinnovata comprensione. Le sue intenzioni coincidono quindi sostanzialmente con ciò che Guardini si era proposto a suo tempo; per questo ho volutamente scelto un titolo che ricorda espressamente quel classico della teologia liturgica. Solo che bisognava ripensare ciò che Guardini aveva elaborato alla fine della prima guerra mondiale in un contesto storico completamente diverso, applicandolo alle problematiche, alle speranze e ai pericoli del nostro tempo. Come Guardini, anch'io non ho voluto sviluppare una trattazione o condurre una ricerca di tipo scientifico, ma offrire un aiuto per la comprensione della fede e per una corretta attuazione della sua forma precipua di espressione nella liturgia. Se questo libro riuscisse a sua volta a essere di stimolo a qualcosa come un «movimento liturgico», un movimento verso la liturgia e verso una sua corretta celebrazione, esteriore ed interiore, l'intenzione che mi ha spinto a tale lavoro sarebbe pienamente realizzata.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
SULL'ESSENZA DELLA LITURGIA
LITURGIA E VITA: IL POSTO DELLA LITURGIA NELLA REALTÀ
Che cosa si intende per «liturgia»? Che cosa avviene in essa? In quale tipo di realtà ci imbattiamo in essa? Negli anni Venti del 1900 si fece il tentativo di ricomprendere la liturgia come «gioco»; il punto di paragone era anzitutto il fatto che la liturgia, come il gioco, ha regole proprie e crea un suo mondo che vale quando si entra in essa e che poi, altrettanto naturalmente, viene meno quando il «gioco» finisce.
Un altro punto di paragone era che il gioco è sì dotato di senso, ma allo stesso tempo è libero e, proprio per questo, ha in sé qualcosa di terapeutico, anzi, di liberatorio, dal momento che ci fa uscire dalla vita di tutti i giorni e dai fini che la caratterizzano, insieme con le costrizioni che questi ultimi comportano, liberandoci quindi, per qualche tempo, da tutto ciò che opprime la nostra vita lavorativa. Il gioco sarebbe, per così dire, un altro mondo, un'oasi di libertà in cui possiamo per un momento lasciar scorrere liberamente l'esistenza; di tali momenti di evasione dal potere del quotidiano noi abbiamo bisogno per riuscire a sopportarne il peso. In questo ragionamento c'è qualcosa di vero, ma una simile osservazione non può bastare.
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Serena Di Bruni il 30 gennaio 2015 alle 10:00 ha scritto:
Leggendolo si percepisce chiaramente il grande teologo che però sa esprimersi in maniera chiara a tutti. Molto valido anche per chi tenta un primo approccio alla liturgia e ai suoi contenuti fondamentali.
Don Giovanni Frisenna il 4 settembre 2021 alle 22:40 ha scritto:
Tra le opere più importanti di Joseph Ratzinger spicca questo volume che riprendendo l'omonima opera di Romano Guardini tenta di ancorare ad una solida teologia la vita della liturgia. Imprescindibile punto di partenza per qualsiasi studio che abbia a che vedere con la liturgia.