Il gruppo dei dodici
-Ritorno alle origini
(Parola di Dio. Seconda serie)EAN 9788821576195
L’Autore, professore emerito di Nuovo Testamento presso la Facoltà di teologia cattolica di Strasburgo (Università Marc Bloch), pone al centro della propria indagine il recupero del “senso originario di una scelta decisiva assunta da Gesù: la costituzione del gruppo dei Dodici”. Pubblicato originariamente in francese con il titolo Le groupe des Douze, lo studio è articolato in quattro capitoli, preceduti da un’Introduzione e seguiti dalle indicazioni bibliogra? che e dagli indici.
Dopo un excursus sulla simbologia del numero dodici nell’antichità e sul ruolo dei Dodici nella ri?essione di alcuni fra gli autori più signi?cativi del primo cristianesimo, l’Autore passa ad esaminare “La testimonianza fondamentale di san Paolo” (capitolo I). In 1 Cor 15,5 si trova infatti «il più antico riferimento lettera- rio a un gruppo particolare di adepti di Gesù, chiamati semplicemente “i Dodici”» (p. 15). Con il capitolo II, intitolato “La testimonianza dei Vangeli da un punto di vista letterario”, l’Autore si concentra sulle fonti principali: i vangeli sinottici e gli Atti degli Apostoli. Si tratta di uno studio essenzialmente letterario, in cui si analizzano le diverse espressioni che indicano un riferimento alla cerchia dei Dodici: “i dodici discepoli”, “i dodici apostoli” e in?ne “i Dodici”.
Da segnalare At 6,2 che più di altri testi – secondo l’Autore – fa comprendere «quello che era un dato costitutivo della comunità primitiva, almeno agli inizi: il ruolo dirigente dei Dodici» (p. 34). Particolarmente interessante è il capitolo III, “I Dodici e la storia”, in cui l’Autore si confronta – fra le altre cose – con la ricerca storica su Gesù. Secondo R. Bultmann, G. Klein, W. Schmithals e altri, il gruppo dei Dodici «non era una creazione del Gesù storico, ma doveva essere attribuita alla comunità postpasquale» (p. 55). Nella ricerca più recente (Third Quest), tuttavia, la linea prevalente è quel- la espressa in sintesi da F. Vouga: «Non c’è nessun motivo per ritenere che il concetto di “Dodici” sia un’invenzione delle comunità post-pasquali» (p. 56).
Schlosser concorda, affermando che «dopo molti anni di intense ricerche su Gesù, questa posizione è ora molto condivisa» (p. 56).Dopo la ri?essione sull’origine dei Dodici, l’Autore considera un aspetto sorprendente: la loro scomparsa. La questione si pone a partire dal martirio di Giacomo, fratello di Giovanni, per mano del re Erode (At 12,1-2). Negli Atti degli Apostoli non si parla di una sua sostituzione, lasciando intuire che «il gruppo dei Dodici sembra aver perduto la sua importanza già alla ?ne della prima generazione cristiana» (p. 58). A commento della vicenda, l’Autore riporta l’acuta osservazione di Harnack: «In quanto dirigenti della comunità di Gerusalemme (e dunque puramente e semplicemente della Chiesa), i Dodici godevano di un’autorità incomparabile in seno alla Chiesa di Cristo. La questione di sapere come vi abbiano rinunciato o l’abbia- no perduta (a vantaggio di Giacomo) rimane oscura» (p. 58). Il quarto e ultimo capitolo è dedicato al “Ruolo e signi?cato profondo dei Dodici”.
L’Autore ritiene che «la scelta dei Dodici da parte di Gesù fu un gesto profetico rispondente all’attesa del popolo di Dio» (p. 68). Solo nel rapporto con l’Antico Testamento e la tradizione giudaica – secondo Schlosser – si comprende la decisione di Gesù riguardo alla costituzione dei Dodici. Essi hanno una portata fonda- mentale, perché – precisa l’Autore citando J. Gnilka – «simboleggiano l’interesse di Gesù per il popolo d’Israele nel suo insieme, al quale è promessa la ricostituzione ed è destinata la salvezza della signoria ventura di Dio» (p. 75). In conclusione, il saggio di Schlosser ha diversi meriti, in primo luogo quello di affrontare un tema trascurato, ma utile per comprendere alcune dinamiche proprie del cristianesimo nascente. Apprezzabile anche la costante attenzione al contesto storico e religioso in cui vissero Gesù e gli apostoli. Da ultimo, l’opera si segnala per la brevità e la chiarezza espositiva, tratti che ne rendono ancor più stimolante la lettura.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2013
(www.seraphicum.com)
Gesù nel suo contesto giudaico è il punto di partenza dell’analisi biblica che lo studioso francese presenta in questo volume; ed è proprio tale prospettiva che fa risaltare maggiormente l’importanza e il ruolo dei Dodici compagni di Gesù, i quali esprimono, nella simbolicità del numero, le attese del popolo d’Israele e il compimento delle speranze di salvezza. Schlosser nota che solo in un secondo momento i Dodici furono qualificati come «apostoli», giacché la loro istituzione costituisce da parte di Gesù un gesto profetico rispondente all’attesa del popolo di Dio: radunare tutte le tribù di Giacobbe. Nel Nuovo Testamento si riscontra, infatti, un graduale passaggio nella denominazione dei seguaci del Maestro, i quali all’inizio rappresentano il nuovo popolo di Dio che, in seguito all’evento della risurrezione, si estende sempre più superando i confini d’Israele e delle dodici tribù per includere anche i pagani. La vocazione missionaria del cristianesimo porta con sé, dunque, l’identificazione dei Dodici con gli apostoli operata da Luca, per passare alla designazione di un gruppo più ampio e variegato e, infine, all’abbandono della precisa designazione numerica a favore della categoria dei «discepoli».
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n.5 del 2014
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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