Proverbi
-Introduzione, traduzione e commento
(Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali)EAN 9788821576157
Continuano a essere pubblicati i volumi della collana definita «Nuova versione della Bibbia dai testi antichi» con la singolare novità di pubblicare anche il testo originale a fronte (ebraico, aramaico o greco). Il libro dei Proverbi è stato curato da Sebastiano Pinto, biblista dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e redattore della nostra rivista «Parole di vita».
Secondo lo schema consueto della collana l’introduzione presenta anzitutto il titolo e la posizione nel canone del libro, l’articolazione delle varie collezioni e i loro aspetti letterari, le linee teologiche fondamentali. Quindi affronta i problemi relativi a destinatari, autore e datazione; con particolare attenzione al testo e alle varie tradizioni testuali, per concludere con una sintetica bibliografia.
Il libro si presenta come una raccolta di più collezioni di proverbi, come rivelano gli indizi testuali dei titoli che aprono le varie antologie: indicazioni che facilitano la descrizione della composizione generale del libro. Anzitutto i cc. 1-9 costituiscono una grande introduzione generale in cui un padre/maestro invita i figli/discepoli a seguire la sapienza, adoperando abilmente l’immagine della «sapienza» personificata: viene presentata come sposa ideale da conoscere e assumere nella propria vita come garanzia di buona riuscita. Questa prima parte – aggiunta dal redattore finale nel post-esilio – è una composizione più recente. A partire dal c. 10 si trovano altre collezioni di detti sapienziali: il secondo grande blocco del libro (10,1-22,16) è intitolato: Proverbi di Salomone e contiene 375 proverbi; la terza sezione (22,17-24,22), intitolata: Detti dei saggi, contiene una raccolta di formule molto simili a quelle presenti nell’opera egiziana di Amen-em-ope (XVI sec. a.C.); la quarta collezione (24,23-34), più piccola, comprende una seconda raccolta di Detti dei saggi; il quinto blocco (25,1-29,27) è costituito dalla seconda raccolta dei Proverbi di Salomone, più breve della prima (contiene solo 128 proverbi), sembra però la sezione più antica, risalente agli scribi di corte del X sec., anche se è stata rielaborata nell’VIII sec. dagli studiosi del re Ezechia.
Infine, si trovano altre due collezioni minori: i Detti di Agur (30,1-33) e i Detti di Lemuel (31,1-31) con un poema alfabetico che delinea il ritratto della Donna di valore. In tutti questi «meshalîm» la sapienza si presenta come intima all’uomo e connaturata appunto con l’essere umano: peccare contro la sapienza vuol dire danneggiare se stesso e fare il proprio male. Alla sapienza si contrappone la morte; il vero sapere rappresenta quindi la vita. Spesso la terminologia usata dai saggi è affine a quella di Gen 2-3: l’albero della vita donato da Dio è infatti in contrapposizione con l’albero della conoscenza che può dare la morte. Chi odia la sapienza ama la morte, chi non obbedisce a Dio finisce nella morte. La Sapienza si avvicina, infatti, a Dio o alla rivelazione divina in quanto in lei è Dio stesso che si fa conoscere; essa indica come Dio sia indispensabile per la vita dell’uomo e si comunichi all’umanità superando ogni pretestuosa separazione.
«Il libro dei Proverbi ha prestato il servizio inapprezzabile di colmare il fossato aperto artificialmente tra la cosiddetta “sfera sacra” e la “sfera profana” del mondo» (L. Alonso Schökel). Questa nuova versione del difficile testo ebraico con un puntuale commento filologico ed ermeneutico può aiutare a comprendere il messaggio sapienziale delle Scritture.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 6 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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