Isaia
-Introduzione, traduzione e commento
(Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali)EAN 9788821575723
È stata la ricerca storico-critica a mettere in rilievo le profonde differenze di situazione storica, di stile e di prospettiva teologica presenti nell’unico rotolo attribuito a Isaia. Al tedesco B. Duhm – che pubblicò il suo commentario nel 1892 – risale la classica distinzione in tre blocchi, attribuiti a tre distinti profeti: cc. 1-39 (primo Isaia), cc. 40-55 (secondo Isaia), cc. 56-66 (terzo Isaia).
Dopo un secolo di comune accettazione di tale triplice divisione, gli studi esegetici più recenti mostrano un significativo cambio di prospettiva nella lettura dell’insieme del libro: mentre in passato la critica biblica cercava di individuare la storia delle diverse unità letterarie presenti in un testo attraverso il modo «diacronico», attualmente l’interesse della ricerca è rivolto piuttosto all’opera finita, nella convinzione che il messaggio si possa ricavare in modo «sincronico» soprattutto cioè dalla sua redazione finale, perché frutto di un progetto deliberato.
Così si è finito per parlare di nuovo di un unico libro, quello della redazione finale. Ora inizia a farsi strada un’altra proposta e il commentario di A. Mello la presenta come novità al pubblico italiano, seguendo soprattutto due autori americani: J.D.W. Watts (1987) e M.A. Sweeney (1996). Il libro viene suddiviso in due parti quasi uguali, ciascuna composta di cinque sezioni: in base alla diversa ambientazione storica le due parti si potrebbero chiamare «Isaia assiro» (opera dell’VIII sec. a.C., ovvero le profezie di sventura che si sono già realizzate, le «cose antiche») e «Isaia babilonese» (testo del VI sec. a.C., ovvero le profezie di consolazione che devono ancora realizzarsi, le «cose nuove»). Importante però è il punto di demarcazione che cambia notevolmente rispetto alla comune proposta che vede il passaggio dal primo al secondo nel c. 40; la prima parte, infatti, intesa come un processo contro Israele, terminerebbe col c. 33, mentre il c. 34 rappresenterebbe l’inizio della seconda parte, che, con un processo contro Edom, rovescia il processo iniziale contro Israele e introduce la tematica della seconda parte, la via del ritorno attraverso il deserto.
Tra queste due parti del libro l’autore riconosce una forte interdipendenza, perché collegate teologicamente e anche redazionalmente: nella prima parte sono infatti anticipati oracoli o glosse che appartengono già alla seconda parte del libro, mentre in quest’ultima, oltre ai prestiti terminologici e ideologici, si riportano dei resoconti storici che riguardano ancora il profeta dell’VIII sec. La nuova frontiera dell’esegesi isaiana sta proprio in una lettura intertestuale, che riconosce ed evidenzia un va-e-vieni tra le due parti del libro. Inoltre, nel tentativo di individuare l’unità tematica dell’intero volume di Isaia, Mello, monaco della Comunità di Bose e professore invitato di Antico Testamento presso lo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, indica cinque linee teologiche come le principali: la salvezza, il resto, la santità, il Messia, ma soprattutto Zion-Gerusalemme.
Questo è proposto come l’argomento più riassuntivo di tutti, perché include anche gli altri ed è esplicitamente unificante: la teologia di Zion viene indicato come il tema principale che struttura il libro di Isaia e ne costruisce l’unità, sviluppandosi lungo tutto il testo – secondo la felice espressione di U. Berges – «dall’attacco contro Zion al pellegrinaggio verso Zion». Per quanto riguarda la ricostruzione della storia di formazione del libro di Isaia l’autore propone un abbozzo secondo quattro fasi, comunemente accettate dagli esegeti: l’inizio della tradizione isaiana è dato dalle parole del profeta Isaia, figlio di Amoz, della seconda metà dell’VIII sec. a.C. che conoscono una prima edizione detta «giosiana» o deuteronomistica (VII sec. a.C.); ma l’edizione più consistente risale alla fine dell’esilio, nel VI sec., quando la seconda parte venne «associata alla prima» oppure vide la luce come sua «riscrittura»; infine l’ultima edizione completa va posta in connessione con le riforme di Esdra e Neemia, durante la metà o verso la fine del V sec.
Al di là di questa nuova proposta strutturale e compositiva, il commentario di Mello si articola come gli altri volumi della stessa serie, che propone il testo ebraico originale a fronte della traduzione proposta dallo stesso commentatore, che in due ordini di note offre commenti filologici e teologici all’intero enorme volume di Isaia. Come di consueto una nota finale presenta l’uso molto ampio di questo libro biblico nell’odierna liturgia cattolica di rito romano.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 5 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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