Pubblicato per la prima volta nel 1949, Catechetica in briciole ha conosciuto da allora numerose edizioni, conservando intatte fino ad oggi la freschezza e la profondità del pensiero di Albino Luciani. Un “piccolo” manuale di catechismo, un insegnamento elementare sulla fede cattolica, articolato per domande e risposte, come si usava allora. Un testo sorprendentemente attuale che le Edizioni San Paolo ripropongono ora in una nuova veste, preceduto dalla prefazione di Jean Guitton. Un punto di riferimento sicuro e stimolante per quanti, anche oggi, desiderano andare alla radice dell’insegnamento cristiano.
DESTINATARI Un testo che ha conosciuto un grandissimo successo, per un pubblico ampio.
AUTORE Albino Luciani, nato nel 1912 a Canale d’Agordo (Belluno), viene ordinato sacerdote nel 1935 e nel 1947 si laurea in sacra teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel dicembre 1958 viene nominato vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, nel 1969 patriarca di Venezia. Il 26 agosto 1978 è eletto papa con il nome di Giovanni Paolo I. Muore la notte del 28 settembre 1978.
PRESENTAZIONE
di Jean Guitto
Il Vangelo va trasmesso ad ogni generazione, ad ogn fanciullo. E la tradizione è un ricominciamento perpetuo una creazione continuata. Dobbiamo senza posa rievan. gelízzare questo uomo nuovo che dimentica. Di qui la gran. dezza e l'importanza dell'educazione. Trattandosi della fede cristiana, l'evangelizzazione ha inizio appena la ragione si sveglia e la memoria comincia a funzionare. E l'età che va dai sette ai dodici anni è l'età dei germi, delle sentenze, dei fondamenti. Occorre offrire al figlio dell'uomo la sostanza, la prima «somma», la prima «sintesi» di tutta la fede, ma ovviamente alla sua portata. E ciò è tante più necessario nelle nostre società laiche, ove l'insegnamento religioso non essendo organizzato nelle scuole il «catechismo» imparato fino ai dodici anni rimane praticamente il solo insegnamento completo sulla fede, la sola catechesi.
Il libricino chiamato «catechismo» sarà quindi per tutti la vita l'unico testo, a cui l'adulto si richiamerà per sapere che cosa deve credere e praticare se vuol rispondere all'impegno cristiano. Le parole di san Pietro — «Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi le ragioni della speranza che è in voi» — sono indirizzate anche ai catechisti. Il bambino ci interroga e ci chiede di rivelargli la fede che possiede implicitamente. Nessun compito è più importante di questa «predicazione» nella prima fase della vita, perché l'uomo futuro è presente nel bambino. L'uomo dell'anno 2000 sarà ciò che è già il bambino catechizzato del 1979.
Sulla scia di questi pensieri m'ero messo a redigere un catechismo «vecchio e nuovo» per i ragazzi del mio paese. Il Santo Padre Paolo VI mi aveva incoraggiato a scriverlo. Il 5 agosto 1978, vigilia della sua morte, a Castelgandolfo se n'era fatto leggere un capitolo: quello su Gesù. Fu l'ultima sua lettura in questo mondo. Non sapevo che il suo successore Giovanni Paolo I'avesse pubblicato nel 1949 un direttorio per i catechisti della sua diocesi, che aveva già raggiunto la sesta edizione...
Ho preso visione del testo della Catechetica in briciole, dove ho ritrovato il sapore di quello scrittore nato che fu Albino Luciani. Il termine sapore riassume l'impressione di saggezza, di scienza e di sapidità lasciatami dagli scritti e dalle parole di questo pastore incomparabile. Vi si intuiscono quel misto di humour e di amore, che lo affratellano a Dickens e a Mark Twain, i suoi autori preferiti; l'esperienza profonda della vita e particolarmente della vita infantile; la preoccupazione di non separare mai lo spirito dal cuore, la memoria dall'invenzione, la parola dalla parabola; e, soprattutto, quello che è stato definito «il sorriso». Del suo breve passaggio durato 33 giorni l'umanità ha ritenuto il sorriso. Passare come un fiore dei campi, lasciandosi dietro il profumo del sorriso, significa compiere una grande opera in questo momento di angoscia per l'universo. Il sorriso illumina questepagine di consiglio! Par di percepire in sordina non tanto Francesco di Sales, Fénelon o il Curato d'Ars, guanto piuttosto i santi italiani del sorriso, Filippo Neri, il Cottolengo, don Bosco. Nelle sue lettere agli Illustrissimi' (libro inimitabile fitto di amore-humour), Mons. Luciani parla del «catechismo del nostro tempo» e si indirizza a un vescovo francese del secolo XIX La scelta è indovinata, perché Mons. Dupanloup aveva il dono delle lingue: aveva confessato Talleyrand, che non dimenticò mai le sue lezioni; aveva insegnato al giovane Renan; aveva interrogato Mélanie e Maximin, i ragazzi di La Salette! Ed ecco quel che Luciani scrive sapidamente a Dupanloup:
«Insomma, grande vescovo, grande letterato, mattatore in tutti i movimenti di idee e opinioni del vostro secolo. «Per me però l'aspetto più interessante della vostra persona e della vostra opera è la passione per il catechismo. «Avete cominciato a istruire i piccoli ancora chierico a san Sulpizio, avete continuato giovanissimo prete allAssunta e alla Maddalena; tutta Parigi accorreva ad ascoltarvi. Anche da vescovo, il catechismo fu in cima ai vostri pensieri, invase la maggior parte dei vostri libri. Avete scritto nel vostro diario: 'Appena assegnatami la classe dei piccoli, presi subito fuoco: da allora, ciò che non è catechismo, azione pura della grazia sulle anime, è niente ai miei occhi; il piccolo letterato, ch'era in me, cedette il posto e si pose al completo servizio del catechista: Scriveste ancora: "Il più bello dei ministeri è il ministero pastorale. Ma il catechismo è più bello ancora. È il bell'ideale del cuore di Dio. Niente gli si può paragonare. È il ministero più puro, il più disinteressato, il più distaccato da pretese' «M'è venuto di pensare a voi e a queste vostre appassionate convinzioni, perché ho sott'occhio il testo del Catechismo per fanciulli che sarà sperimentato in Italia dal prossimo ottobre in poi. Buon testo, mi pare. Ma che vale il testo, se poi non ci sono le teste e il cuore dei catechisti?
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
IL CATECHISMO
«A me, pretino, dicevano: "Il testo è appena un sussidio, uno stimolo, non una comoda poltrona, in cui il catechista si adagia per riposarsi". "Il testo, per quanto ben fatto, resta cosa morta: tocca al catechista renderla viva". "Tanto vale la lezione quanto la preparazione". "Ai piccoli non si insegna tanto quello che si sa, quanto quello che si è"».
***
Mons. Luciani indica ai catechisti laici il modo di procedere. Non me la sento di deflorare le gioie che proverete gustando queste pagine. Vedrete come l'autore concilia i due imperativi contrari di ogni catechesi: essere, da un lato, una rivelazione venuta da Dio attraverso gli apostoli, trasmessa quindi per autorità divina, affidata al cuore, alla memoria che sola «sait par coeur», e, dall'altro lato, una scoperta fatta dal bambino, una ricerca spontanea, uno slancio, un'interrogazione del maestro da parte dell'allievo, a volte l'invenzione di un nuovo linguaggio. Autorità e libertà. Tradizione e progresso. Divinità e umanità. Rivelazione e invenzione. Tutte le coppie di contrari, che in veste di filosofo mi sforzo di associare in una sintesi semplice, le ritrovo nel problema del catechismo dei bambini postconciliari, così come mons. Luciani con un tatto squisito le affrontava nel 1949.
CHE COS'È IL CATECHISMO
1. Catechismo è parola greca che significa: parlo dall'alto. Oggi questa parola viene adoperata in tre sensi: a) insegnamento a viva voce della religione (frequentare il «catechismo»); b) libro che contiene le verità religiose in forma semplice e piana (comperare un catechismo»); c) le verità stesse contenute nel libro o esposte nell'insegnamento («Il catechismo» ci insegna che...).
1. Il primo significato di insegnamento è più comune.
Si badi però che si tratta di un insegnamento speciale: non è istruzione della sola mente, ma educazione di tutta la vita: non mira solo a mettere in testa alcune nozioni, ma trasmette solide convinzioni, così vive e forti da portare alle opere buone, all'esercizio delle virtù.
Mi spiego. Ho due catechisti: il primo parla e spiega bene, ma non fa migliori i fanciulli; il secondo è meno bravo, ma sa fare così bene con l'esempio, con la convinzione che lo anima, con le sue esortazioni, che alla sua scuola i fanciulli diventano più buoni, si invogliano a frequentare la Chiesa, pregano volentieri. Il secondo vale molto di più del primo come catechista.
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Dott. Massimiliano Piovesan il 26 luglio 2009 alle 22:20 ha scritto:
Uno dei piu bei libri di Albino Luciani
alessandro il 6 ottobre 2009 alle 21:00 ha scritto:
un'opera carica di spirito. Papa Luciani trasmette la sua fede attraverso questi scritti.
Chiara Pisati il 4 febbraio 2013 alle 17:52 ha scritto:
posso solo ringraziare Dio per il dono del Santo Padre Albino Luciani che rifulge nella Santa Chiesa... Libro splendido, semplice, commovente!
Sergio Delpiano il 27 agosto 2017 alle 19:14 ha scritto:
Un grande Papa. Scritto con semplicità e pedogogico per tutti noi: catechisti mamme e papà di famiglia. Introduzione direi commovente aderente ai suoi insegnamenti e alle sue "linee guida": "alla soave memoria della mamma mia prima maestra di catechismo". Grande lezione di umiltà.
Marco Aldo Rosa il 31 agosto 2022 alle 20:53 ha scritto:
Un libro che apre il cuore. Le parole di Albino Luciani, sono ancora valide oggi. Com'è importante essere educatori, catechisti attenti alle persone, ricercando semplicità e rimanendo fedeli alla Parola.