Le sfide dell'inculturazione in Africa. Riflessione alla luce del Sinodo speciale del 1994
(Nuova biblioteca scienze religiose)EAN 9788821306440
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
(http://www.ilregno.it)
Ebbe a dire il card. Malula, figura storica della Chiesa africana al tempo del Vaticano II, «ora che è stata cristianizzata l’Africa, dobbiamo africanizzare il cristianesimo». Espressione forse ruvida, ma vera. Da allora, dal Concilio in avanti, amplissima è la ricerca e dunque la bibliografia sul tema. Lo dimostrano le pagine finali di questi due volumi. Ne è Autore un prete africano docente nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana nell’ambito della formazione presbiterale e religiosa.
I due volumi [Le sfide dell’inculturazione in Africa. Riflessione alla luce del Sinodo speciale del 1994 e Inculturare la vita consacrata in Africa. Problemi e prospettive] sono tra loro strettamente congiunti. Il primo ha come riferimento il Sinodo per la Chiesa d’Africa del 1994, ma non ne è una presentazione storica fine a se stessa, bensì una lettura critica in vista dell’obiettivo dell’inculturazione, tema di studio nel curriculo formativo, certamente orientato agli studenti africani che sono numerosi e impegnati, ma utile – e questo è un grande merito – per ogni interlocutore che si interessi di inculturazione in prospettiva di pastorale della formazione.
La sequenza dei sei capitoli si apre con la conoscenza di inculturazione come «concetto nuovo nel linguaggio della Chiesa» (c. 1) e poi nella sua intrinseca concezione cristiana (c. 2). I capitoli da 3 a 6 toccano direttamente il tema inquadrandolo prima nel contesto storico africano, poi attestando quelle che l’A. ritiene «esperienze di inculturazione promosse», per giungere ad una valutazione critica, serena ed equilibrata, suddivisa in «proposte di inculturazione da maturare» ed altre da mettere in cantiere perché appaiano visibilmente. Il secondo volume è di ordine propositivo, proprio di un percorso scolastico. L’obiettivo è specifico e degno di considerazione: riguarda la vita consacrata da inculturare in ambito africano. Riprendendo concetti detti nel primo volume, in tre capitoli si precisa anzitutto il senso di “inculturazione” applicato alla “vita dei consacrati”, poi si propone ciò che il Sinodo del 1994 ha detto (e non detto) su questo argomento, sottolineando “problemi e sfide” che emergono; finalmente nel capitolo maggiore si affronta il nodo caldo di cosa significhi e cosa importi fare «inculturazione della vita consacrata in Africa», proponendo concrete “prospettive”. È a mio parere la parte più delicata, la più ricca e concreta, e necessariamente esposta a interrogativi e giudizi diversi: si parla di una formazione che sia solidamente inculturata, entro cui capire e praticare i voti, la vita comune (tra cui il senso dell’abito), i mezzi di sostentamento e l’esercizio dell’apostolato. Ne esce un progetto di vita consacrata nel mondo africano che ha il pregio di una realistica, non pessimistica, visione di esso e quello di stimolare indicazioni per l’operatività. È come un libro aperto di cui l’A. ha scritto con convinzione, competenza e semplicità le prime pagine, le altre – e sono le più – restano ancora in bianco.
Questo tipo di scritti sono “ricerche testimoniali”, hanno valore se fanno discutere e suscitare opportune integrazioni. Un momento fondamentale, che l’A. certamente non si lascerà sfuggire, è il Sinodo speciale per l’Africa svoltosi lo scorso anno (ottobre 2009), dedicato ai gravissimi problemi della giustizia, della riconciliazione e della pace, banco di prova ineliminabile di ogni vero processo di inculturazione evangelica.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 3, 598-599
(http://las.unisal.it)
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