L'arrivo di un bambino segna un tempo speciale nella vita di un uomo e di una donna. Per questo, l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi scrive una lettera ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli, rivolta non solo alle famiglie già impegnate nella vita delle parrocchie, ma anche a coloro che esitano ad avvicinarsi alla Chiesa per timore di essere respinti o giudicati.
Perché tutti i genitori, accompagnando il loro bambino nell'esperienza del primo sacramento, intraprendono un cammino nuovo verso la pienezza dell'incontro con il Signore. Con "Il dono più grande" il cardinale Tettamanzi ci illumina sul significato più profondo del Battesimo e ci rivela che è un dono per tutti, l'inizio di un'amicizia profonda tra le famiglie e Dio, attraverso la Chiesa.
INTRODUZIONE
Carissimi,
entro in punta di piedi in questo tempo della vostra esistenza. La nascita di un figlio cambia radicalmente la vita: non solo nei ritmi e le abitudini, ma anche nelle relazioni dentro di coppia, in quelle con le famiglie di origine e con gli amici. Quante cose cambiano! Anche il modo di guardare al lavoro e alla società è decisamente diverso.
È un po' come se adesso guardaste non solo con i vostri occhi le attese che vi hanno sempre accompagnato, ma anche con gli occhi dì quel figlio che è appena nato e per il quale chiedete il Battesimo. Penso, allora, ai giorni della vostra attesa. Sono stati giorni trepidi, di emozioni intense e di sottili inquietudini, non sempre decifrabili; giorni di meraviglia, di segreto e di singolare premura per la vita che ospitate.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
Aspettiamo un bambino
«Aspettiamo un bambino» è un'affermazione piena di mistero, di commozione e di gioia. È cosa diversa dal dire semplicemente: «Sono rimasta incinta». Aspettare un bambino significa dichiarare la gratitudine nei confronti di un dono straordinario, è la sintesi di tante domande. È anche la fierezza di essere protagonisti di una storia, collaboratori indispensabili di un «miracolo». La vita che attendete vi chiede e assegna, d'incanto, un posto nuovo. Dopo tanti anni passati a essere figli, pur continuando a esserlo, diventate padri e madri. Nessuno meglio di voi conosce il fremito di tremore e di gioia che ha accompagnato per voi la notizia di questo nuovo compito.
Entro, così, nei giorni della vostra attesa, per ascoltare le domande e per condividere la gioia e le paure, i sogni e i preparativi di questo singolare e sorprendente modo di essere uomini. Entro, in nome di Dio, per dirvi che questo figlio, questa figlia, tutti i figli degli uomini sono benedetti da Dio, amati. Quando vado nelle parrocchie, tra le persone che saluto ci sono tanti genitori in attesa. Mi è capitato più di una volta che qualche futuro papà, indicando con un gesto affettuoso e delicato la pancia della futura mamma, mi chiedesse: «Benedica il nostro bambino!». Sì, i figli degli uomini sono benedetti da Dio e Dio, fin dal primo momento, ama il vostro bambino, da prima ancora che vi siate resi conto di essere genitori in attesa. I figli non entrano nella vita come una pura combinazione di natura, di cui la scienza può dare una descrizione precisa e avvincente. Vi entrano come chiamati e amati da Dio.
La venuta stessa di Gesù è il segno di questa predilezione che arricchisce il significato di ogni nascita. La vita si affaccia sul mondo con la certezza di essere voluta, amata e salvata da Dio. Per questo un parto racchiude sempre in sé un tumulto di emozioni e di pensieri. Ma ogni incertezza e inquietudine trova un porto sicuro nell'amore di Dio che precede quello degli uomini.
Un bambino si aspetta di essere felice
Ogni madre sa che, nel tempo dell'attesa, ci sono già parole e ascolti, stati d'animo e sensazioni, mirabili colloqui del silenzio, pieni di tenerezza, che lasciano intravedere l'immenso significato della vita e i legami d'amore che essa è capace di intrecciare. Poi giungono il giorno del parto e le prime settimane, colme di trepidazione e davvero irripetibili. Tutte le attenzioni si concentrano sul bimbo. Si presenta a voi con un pianto e quel pianto comunica molti messaggi. Il primo è un grande sollievo e una gioia indescrivibile: respira, è vivo, è venuto al mondo! Poi vengono tutti gli Atri, anche quelli difficili da interpretare, quelli capricciosi, quelli che generano ansia, quelli che non vi lasciano dormire. Un figlio che nasce è una persona unica e libera: un bambino, una bambina fragile che ha bisogno di tutto, che fin dal suo primo esistere si affida con una confidenza senza riserve, senza sospetti, alla mamma e al papà. Fin dal primo pianto si capisce chiaramente che un figlio si aspetta di essere felice! Quel vagito racchiude una domanda fondamentale.
Questo desiderio del bambino di essere felice è così ovvio, deciso, totale, che sconvolge la vostra vita di coppia, specie se si tratta del primo figlio: gli orari del giorno e della notte, il calcolo delle spese, l'attenzione alle diagnosi del pediatra. Tutto, infatti, viene organizzato per dare una risposta alle esigenze del vostro bambino!
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fabrizio glisenti il 24 giugno 2014 alle 22:11 ha scritto:
un libretto pratico ma con dei contenuti profondi da trasmettere ai genitori di un bimbo in occasione della nascita e del battesimo, per arricchire la celebrazione o semplicemente da condividere!! Lo consiglio.