Per oltre quarant'anni, Joseph Ratzinger ha frequentato l'Accademia Cattolica di Baviera, dispensando nelle lezioni, nelle conferenze, nei dibattiti la sua visione della fede, della morale, della politica e dell'istituzione ecclesiastica. Il libro che oggi per la prima volta raccoglie quegli interventi ci appare una straordinaria ricapitolazione dei fondamenti su cui si basa l'azione del vescovo e teologo che, nell'aprile 2005, è diventato Papa. Basti osservare la prima sezione, dedicata al ministero di Pietro, in cui il futuro Benedetto XVI riflette sul primato del Papa e l'unità del popolo di Dio: l'argomentazione qui svolta ci rivela le linee guida del suo pontificato, e anzi ha costituito l'ossatura della prima omelia dopo l'elezione. Del resto, ciascuno di questi discorsi riserva continue illuminazioni sul pensiero e sulla personalità di uno dei maggiori protagonisti del nostro tempo. Quello sull'Europa analizza le sue radici dando il giusto rilievo alle diverse "eredità" (greca, cristiana, latina, moderna) che ci hanno plasmato. Quello sui "fondamenti morali prepolitici di uno Stato liberale" è la dichiarazione di apertura del celebre dialogo con uno dei maggiori esponenti del pensiero razionalista contemporaneo, Jürgen Habermas, e testimonia la disponibilità di Joseph Ratzinger al confronto con le più diverse tradizioni culturali. Infine, non può lasciare indifferenti la conferenza del 4 giugno 1970, dal titolo quasi provocatorio di "Perché sono ancora nella Chiesa": una pacata risposta del futuro Pontetice allo scandalo che per lo spirito del tempo - allora come oggi - rappresenta l'appartenenza alla Chiesa di Cristo.
Dalla prefazione di Florian Schuller
“Ci si deve domandare come debba essere intesa l'accademia in quanto luogo dell'interpretazione, nella controluce della contemplazione e dell'azione”. Questo aveva chiesto Joseph Ratzinger, all'epoca attivo a Roma da sette mesi come cardinale, in occasione dei festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario dell'Accademia Cattolica di Baviera.
Per oltre quarant'anni Joseph Ratzinger ha risposto a questa domanda nella nostra casa, il cui compito per statuto è quello di “chiarire e promuovere I rapporti tra la Chiesa e il mondo”. E i direttori dell'Accademia Karl Forster, Franz Henrich e nel 2004 anche il sottoscritto posero grande attenzione a che i temi, sui quali riflettere, fossero ben distinti tra loro.
Joseph Ratzinger è stato relatore da noi diciassette volte, come professore di Bonn, Münster, Tubinga e Ratisbona, come arcivescovo di Monaco e Frisinga, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Undici di queste relazioni erano state stampate in forma autorizzata. Quando le abbiamo rilette, siamo rimasti sorpresi dalla loro perdurante attualità e perciò le abbiamo presentate riunite – come discorsi di principio teologico di Papa Benedetto XVI.
Di certo, un intervento come quello dei turbolenti anni Settanta oggi non sarebbe più formulato così: “Perché sono ancora nella Chiesa”. D'altra parte non c'è bisogno di dimostrare che la problematica espressa in questo modo si è nel contempo drasticamente acuita. Perciò non solo ha un proprio fascino studiare il testo di un teologo e vescovo, che nel frattempo è stato eletto Papa, sul “perché” egli sia ancora nella Chiesa, ma si ha allo stesso tempo una spiegazione concisa di che cosa significa essere credenti nella Chiesa, e si comprende così qualcosa di molto più profondo rispetto a una semplice presentazione di argomenti a favore e contro.
Il testo che si è impresso con maggiore incisività nella coscienza spirituale dei contemporanei più attenti è certamente quello del dialogo con Jürgen Habermas. Su invito dell'Accademia si incontrarono per la prima volta nel gennaio del 2004 il rappresentante per eccellenza del pensiero razionale secolare e il più importante rappresentante della riflessione cattolica sulla fede. Nel rendere omaggio alla forza intellettuale del nuovo Pontefice è stato spesso richiamato alla memoria questo incontro, come il segnale di nuove alleanze di dialogo, malgrado alcune differenze di principio.
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Franco F. il 15 febbraio 2008 alle 18:04 ha scritto:
Con "Perchè siamo ancora nella Chiesa" Papa Ratzinger conferma la sua abilità di scrittore. Il libro è molto gradevole. Impegnato ma comprensibile da tutti. Se ne consiglia la lettura a tutti coloro che credono impossibile il dialogo tra laici e praticanti... Conoscere e poi criticare. Il dissenso aprioristico è frutto di ignoranza. Basta contestazioni pseudo-dotte.
Avv. Serena Faccio il 18 febbraio 2008 alle 17:58 ha scritto:
Dopo aver letto questo libro, non si può non fermarsi a riflettere sulla vicenda de La Sapienza. Alla luce delle parole di Papa Ratzinger, i recenti fatti di cronaca appaiono dimostrare un'intolleranza assolutamente ingiustificata. Mi domando come si possa aver detto "no" alla presenza di una persona, un grande dei nostri tempi, che ha fatto del dialogo tra cultura e religione, tra fede e ragione, il tratto distintivo di tutta la propria vita, e ora del papato. A i docenti e agli studenti "contestatori" consiglio proprio la lettura di questo libro...