Le chiese d'Oriente
-Vol. III: Dal Seicento ai nostri giorni
(BIBLIOTECA PERMANENTE Jaca)EAN 9788816370180
Proprio in quanto realtà storica, anche la chiesa è costretta a fare i conti con gli avvenimenti e le circostanze contingenti, le cui conseguenze sono destinate a protrarsi a lungo nel tempo. Oltre un ventennio fa, con la caduta del Muro di Berlino e i relativi cambiamenti di molti paesi dell’Europa dell’Est; appena ieri con i rivolgimenti socio-politici – la cosiddetta «primavera araba» – che hanno sconvolto il panorama politico di alcuni paesi che si affacciano sulla sponda africana del Mediterraneo.
In misura diversa questi cambiamenti hanno influito e influiranno anche sulla presenza e sulla vita delle chiese che da secoli vivono in questi territori cosí diversi tra di loro. Districarsi in un contesto geografico che dall’Egitto, passando per l’Armenia, si estende fino alla sconfinata Russia e all’India, non è una impresa facile. In questa area si sono sviluppate con diverse modalità di presenza e di azione le chiese dei cinque grandi riti cristiani: alessandrino, antiocheno, costantinopolitano, armeno e caldeo. Alla conoscenza della vita di queste chiese ha consacrato la sua attività di studioso G. Fedalto. Negli anni 1984-1995, e quasi a coronamento di questa lunga fatica, egli ha pubblicato in ben tre volumi un’ampia e documenta introduzione alle chiese d’Oriente. L’opera è andata ben presto esaurita.
A distanza di oltre 25 anni, le edizioni Jaca Book ripropongono l’intera opera. Dopo la riedizione dei volumi primo e secondo, rispettivamente nel 2010 e 2011, il terzo è giunto in libreria all’inizio del 2012. L’autore non si è accontentato di una semplice riedizione di questo terzo volume, edito nel 1995, ma con ammirevole puntualità, in due robusti capitoli, ha provveduto a ripercorrere i principali avvenimenti accaduti negli ultimi due decenni. L’arco di tempo oggetto di questo volume si estende perciò dal Seicento fino ai primi anni del Duemila. Lo studio si dipana seguendo una scansione geografica che si ripete a ogni epoca storica. Dalle chiese del Vicino Oriente, legate alle tradizioni e ai patriarcati di Alessandria e Antiochia, si passa, alla chiesa legata all’Impero bizantino e a quel che di esso restava dopo la caduta nel 1453, la chiesa del Patriarcato di Costantinopoli. A questa chiesa per secoli sono state legate quelle ortodosse dell’area balcanica.
Dalla fine del XVI secolo, una volta ottenuta l’autocefalia e il rango di chiesa patriarcale, la chiesa russa si avvia a svolgere un ruolo sempre piú importante nell’ecumene bizantino-slava. Alle sue turbolente vicende, in particolare quelle connesse con l’inizio Novecento, Fedalto riserva una puntuale attenzione. La fine dell’ex Unione Sovietica ha comportato importanti cambiamenti anche per le chiese ortodosse che hanno gravitato nell’orbita del Patriarcato di Mosca come quella ucraina o quelle dei Paesi Baltici. In linea generale le opere dedicate alla storia delle chiese d’Oriente trascurano o dedicano scarsa attenzione alla presenza della chiesa latina in questi territori. Non è cosí per il testo di Fedalto, dove, invece, ampio spazio è riservato al faticoso, e a volte contradditorio, cammino di questa chiesa.
Una questione tutt’altro che semplice e per questo non ancora risolta, è quella delle chiese orientali cattoliche. Lungo i secoli la loro esistenza è stata, e continua a essere, un problema sia per gli ortodossi che per una certa ecclesiologia cattolica, incapace di uscire da una visione unilateralmente latina e occidentale della chiesa. Ragioni teologiche e condizionamenti storici che hanno accompagnato la nascita e la difficile esistenza di queste chiese sono descritti da Fedalto con precisione. Uno spazio particolare, senza trascurare quelle piú piccole quanto a numero di fedeli, ad esempio quelli della chiesa armena cattolica (350.000, moltissimi dei quali all’estero), è riservato alle vicende di quella piú consistente come numero di fedeli (4 milioni circa): la chiesa cattolica ucraina sorta nel 1595-1596 con Unione di Brest. Alla nuova sensibilità ecumenica che ha contrassegnato l’intera cristianità all’inizio del ‘900 ha offerto un importante contributo anche il Patriarcato di Costantinopoli. La storia di una chiesa è anche la storia del pensiero filosofico e teologico dei suoi esponenti piú illustri e della spiritualità dei suoi santi. Fedalto ha avuto l’accortezza di fare i loro nomi e di indicare la particolarità del loro pensiero. Per i primi ricordiamo, a titolo di esempio, quelli di Pietro 1 Moghila, di Vladimir Solov’ëv, di Nikolaj Berdjaev, di Sergej Bulgakov, per i secondi quelli di San Tichon di Zadonsk, di San Serafino di Sarov e di molti altri.
La vita di queste chiese è stata vivacizzata e arricchita anche da movimenti spirituali nati o nell’ambito monastico, come quello filocalico che in Paisij Veli?kovskij (sec. XVIII) ha trovato una testimonianza particolarmente significativa, o in un piú ampio contesto ecclesiale, come quello greco all’inizio del Novecento con l’associazione Zoì poi trasformatasi in un movimento vero e proprio. Non meno interessanti sono gli accenni al ruolo svolto da Venezia e Padova per la diffusione del pensiero teologico e spirituale ortodosso durante i secoli XVII e XVIII. Anche a Cirillo Lucaris, il controverso patriarca di Costantinopoli di inizio ?600, Fedalto dedica alcune pagine per un esauriente ritratto della sua figura e del suo pensiero, fortemente influenzato dal calvinismo. Anche se il mosaico delle chiese presenti nell’Oriente cristiano non è certamente di facile decifrazione, non è questo un motivo sufficiente per ritenere la loro storia marginale (a cosa?) e poco significativa. Il recente sinodo (10-24 ottobre 2010) dedicato alla vita della chiesa cattolica in Medio Oriente dovrebbe aver offerto un piccolo contributo alla conoscenza delle ricchezze delle chiese cattoliche presenti in quest’area. Il testo di Fedalto è un ottimo aiuto per tutti coloro che, per capire meglio l’Oriente cristiano di oggi, si apprestano a muovere i primi passi in questo intricato labirinto storico e religioso.
Le parole dello storico russo Vasilij Klju?evski (+1911) non hanno perso di attualità: «Bisogna studiare il passato non perché è passato, ma perché, andandosene, non è riuscito a portare con sé le sue conseguenze». In un’ottica piú teologica, il primo papa slavo della storia, Giovanni Paolo II, andava piú a fondo della questione quando, con instancabile forza e determinazione, ripeteva che «conoscere l’Oriente cristiano» significa conoscere «un’esperienza di fede» (lettera apostolica Orientale lumen, [1995] n. 5). Last but not least: chi si ricorda piú di questo documento del magistero del beato Giovanni Paolo II?
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 3/2012
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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