«Nell’era moderna il tema specifico che […] discrimina è proprio la libertà – e quindi la liberazione – dell’uomo che si impone come una gara fra chi […] riesca a divulgarla nel modo più effettivo e profondo». Queste parole di Hans Urs von Balthasar, pronunziate nel 1971, quindi poco dopo l’esplosione del Sessantotto, documentano la sfida davanti alla quale si trova qualsiasi proposta di soluzione del problema umano. Se la libertà non trova un oggetto adeguato che la catalizza, l’uomo resta come paralizzato nel centro del proprio io; e tutta la sua agitazione, tutto il suo fare non riescono a sbloccarlo nell’intimo. Per questo «è perfettamente concepibile che l’età moderna, cominciata con un così eccezionale e promettente rigoglio di attività umana, termini nella più mortale e nella più sterile passività che la storia abbia mai conosciuto» (H. Arendt). Da questa sfida non è stata esclusa, ovviamente, neppure la Chiesa, nata con la promessa di liberazione dell’uomo. A questo livello si colloca per me l’interesse delle pagine di questo libro. I suoi autori, Hans Urs von Balthasar e Luigi Giussani, non si sottraggono alla sfida, accettano fino in fondo la provocazione della modernità e offrono una proposta di soluzione del dilemma della libertà.
«Per questo il cristiano può percorrere il suo cammino nel mondo con una speranza fresca, credibile, creata dall’origine divina, e nella misura in cui permane alla fonte e beve da essa può indirizzarvi anche gli altri, gli assetati: sì, per mezzo suo può far bere anche gli altri a questa origine (Gv 4,14; 7,37ss). Può realizzare attorno a sé un modello di esistenza libero dalle potenze personali e sociali del mondo, e donare al di sopra della morte (in tutte le sue possibili forme) un presentimento di vita di resurrezione: nel nascondimento è vero (Col 3,3), ma con tanta efficienza da cambiare a livello di vita il tessuto della società umana». Hans Urs von Balthasar, Einsiedeln 1971
«Il destino e l’intenzione profonda della comunità cristiana è il mondo, “per gli uomini”: una dedizione profonda e appassionata agli uomini e al loro destino, una tensione a rendere presente dentro la trama della convivenza solita, in cui gli uomini soffrono, sperano, tentano, negano, attendono il senso ultimo delle cose, il Fatto di Gesù Cristo unica salvezza degli uomini. Il “per gli uomini” è il motivo storicamente esauriente la vita della comunità cristiana. L’apertura incondizionata alla missione è garanzia di verità e di autenticità della vita stessa della comunità cristiana: “Per essi io consacro me stesso, affi nché siano anch’essi consacrati in verità”». Luigi Giussani, Einsiedeln 1971