La comunità
-Luogo del perdono e della festa
(Già e non ancora)EAN 9788816302105
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sig.ra zelinda carbonre il 19 novembre 2010 alle 12:36 ha scritto:
Appartengo ad un gruppo missionario laico che nell'anno sociale 2008/2009 ha guidato i propri incontri mensili e le riflessioni con il testo "La Comunità. Luogo del perdono e della festa". Il testo è stato capace di suscitare forti e chiari spunti di riflessione che ci hanno aiutato a leggere dentro ciascuno di noi il perchè del per-dono e del servizio verso i fratelli come esigenza del cristiano. E' da consigliarne la lettura.
carla il 30 settembre 2011 alle 14:48 ha scritto:
me lo ha consigliato un amico, è eccezionale x chi frequenta un cammino cristiano con una comunità o fraternità come me
marina venturini il 31 gennaio 2012 alle 22:10 ha scritto:
Il racconto di un'esperienza diventa dono per gli altri e spunto continuo di riflessione.
Alla scoperta di una spiritualità del farsi prossimo e della ricerca del proprio "dono" per gli altri
Giorgio Cirelli il 28 maggio 2015 alle 23:03 ha scritto:
Il libro è una miniera di esperienze in cui tutti possono ritrovare le dinamiche che muovono i vari gruppi di persone.
Utilissima la sua lettura!
Francesca Terranova il 16 giugno 2015 alle 10:46 ha scritto:
L'A., fondatore della "comunità dell'Arca", muove in questo libro dalla sua esperienza concretamente vissuta all'interno delle comunità da lui fondate per trattare del tema della "comunità", più nello specifico del "vivere in comunione e in comunità". Per il taglio scelto il libro offre, dunque, notevoli spunti di riflessione per qualsiasi comunità cattolica - e, a mio avviso, più in generale, per qualsiasi forma di comunità sociale (a partire dalla famiglia sino ad arrivare ai posti di lavoro, ove pure è auspicabile attuare - quanto meno, tentare di attuare - una "comunicazione" vera tra le persone che porti alla "comunione"). Il libro si ripropone di suscitare proprio l'amore per il vivere in comunione, che l'individualismo ormai imperante a livello tanto sociale quanto culturale ha già dal secolo scorso contribuito ad oscurare e minare alle sue radici. L'uomo è fatto ontologicamente per essere in comunione. Per citare le parole dell'A., "il bisogno di appartenere ad una forma o ad un'altra di comunità è insito nella natura umana, che sia una cerchia di amici, una famiglia, un club, una gang, un gruppo di militanti politici, una chiesa o qualsiasi altro gruppo. Se siamo isolati, ci inaridiamo e muoriamo". La salvezza passa attraverso la comunità. Non ci si salva da soli. Questo il messaggio del libro che sviscera il senso del vivere in comunione e le caratteristiche dell'essere in comunione. La comunità è, secondo l'A., luogo di appartenza, di apertura, di amore reciproco, di crescita e collaborazione. Ognuno è chiamato a essere se stesso (anzi ognuno in comunità ha il diritto di essere se stesso) e la pluralità e la diversità tra i singoli viene vista come una ricchezza e come un requisito necessario ed indispensabile per creare comunione.