INTRODUZIONE
di Rev. John P. Donnelly
Apparso quasi improvvisamente e per brevissimo tempo al centro della storia del mondo, Papa Giovanni XXIII fu per essa una specie di pacifica rivoluzione. Divenne subito il simbolo di ciò che è buono nell'umanità e lasciò un'impronta indelebile nei cattolici e nei non cattolici; per tutti fu un amico sul quale le diverse convinzioni religiose fungevano soprattutto da stimolo per una più profonda e affettuosa amicizia. Fu un uomo col quale milioni di altri esseri umani poterono identificarsi : docenti universitari e poeti, santi e peccatori, contadini ed astronauti, umili e potenti.
Ad eccezione dei più scettici, egli apparve a tutti, anche prima del suo ingresso nell'eternità, circonfuso della luce radiosa della santità. Qualcuno lo « canonizzò » fin dal momento in cui rese l'ultimo respiro; ma sia che il processo già iniziato per la sua formale canonizzazione raggiunga o no esito favorevole, nel cuore di coloro che l'hanno udito parlare o hanno letto i suoi scritti, o l'hanno solo visto da lontano, Papa Giovanni avrà sempre un posto d'onore e duratura sarà la sua influenza.
Che cos'è un santo? Fin da giovane prete, nel 1907, lo stesso Angelo Roncalli ne diede una lucida descrizione che, vista retrospettivamente, può essere ritenuta autobiografica; egli scriveva allora : « Recenti contraffazioni hanno tentato di sfigurare il concetto del santo fra di noi,. l'hanno inviluppato, colorito con certe tinte vivaci, che forse in un romanzo si potranno tollerare, ma che nella vita pratica, nel mondo reale sono delle stonature. Sapersi annientare costantemente, distruggendo dentro e intorno ciò in cui altri cercherebbe argomento di lode innanzi al mondo; mantener viva nel proprio petto la fiamma di un amore purissimo verso Dio, al di sopra dei languidi amori della terra; dare tutto, sacrificarsi per il bene dei propri fratelli, e nell'umiliazione, nella carità di Dio e del prossimo seguire fedelmente le vie segnate dalla Provvidenza, la quale conduce le anime elette al compimento della propria missione — ognuna di queste ha la sua —: e tutta la santità sta qui » (vedi pensiero per il 5 febbraio).
Se un uomo si presenta con questa fisionomia, viene da chiedersi come ha potuto arrivare a ciò. Chi è impegnato nel raggiungimento della perfezione vorrebbe conoscere il processo attraverso il quale si è plasmata questa personalità, quali pensieri hanno preceduto tale azione, quale intima convinzione ha potuto esprimersi in modo così lucido e penetrante come in Papa Giovanni.
A questo scopo abbiamo condotto una ricerca attraverso i discorsi, le preghiere, gli scritti di Giovanni XXIII, intenti solo a cogliere il nucleo di un pensiero, la spiegazione di una verità, la traccia di un progresso spirituale ; e abbiamo distribuito questo materiale per ciascun giorno dell'anno. Ne è nato il presente libro. Per quanto è stato possibile abbiamo cercato di sintonizzare questi pensieri con il calendario liturgico della Chiesa cattolica. Quando ciò non è risultato possibile, abbiamo seguito altri criteri : per esempio una speciale devozione che la pietà popolare assegna a determinati mesi: il tema mariano, per esempio, durante il mese di maggio; il rosario (chiamato da Papa Giovanni « la Bibbia del povero ») durante il mese di ottobre. Altre volte la scelta è stata fatta avendo presenti particolari consuetudini o comportamenti nell'attuale società : per esempio il pensiero del Papa sulle vacanze, gli sport, la modestia sulle spiagge, la responsabilità di chi guida la macchina, ecc.
Più difficile invece collocare i pensieri riguardanti le feste mobili legate alla mutevole data della Pasqua. Per raggiungere una certa approssimazione abbiamo tenuto presenti le date in cui tali ricorrenze verranno sempre celebrate nei prossimi dieci anni (fino al 1975). Così i pensieri propriamente adatti alla quaresima sono stati assegnati ai giorni che vanno dal 7 al 2 J marzo, giorni che nei prossimi dieci anni cadranno sempre entro il periodo quaresimale; i pensieri intonati al mistero pasquale sono stati collocati tenendo presente la Pasqua più « alta » di questo periodo ( 22 aprile).
Centro e chiave della vita liturgica della Chiesa sono i due misteri intimamente connessi : il Sacrificio della Messa e la Presenza reale nell'Eucaristia. Dopo il Concilio Vaticano è stato dato un particolare rilievo agli aspetti « resurrezionali » di questi misteri; cioè vengono orientati più verso il fatto centrale della resurrezione che verso quello della passione e morte in croce. Per questa ragione i pensieri di Papa Giovanni che si riferiscono alla Messa e all'Eucaristia sono stati prevalentemente assegnati al mese di aprile, sempre legato al tempo pasquale, e in cui si commemora spesso l'istituzione della Messa e dell'Eucaristia nel giovedì santo.
In genere i singoli brani hanno senso completo in se stessi, prescindendo dalle circostanze in cui sono stati scritti o pronunciati. Quando qualche spiegazione fu ritenuta necessaria, è stata posta in una breve nota che segue la data. Le citazioni della fonte da cui sono stati desunti i singoli brani, sono state poste in ordine cronologico alla fine del volume. In appendice sono aggiunti 2 J brani relativi alle più importanti feste mobili. Dato il rilievo che tali feste hanno nella liturgia della Chiesa cattolica, difficilmente possono essere ignorate; e d'altra parte non si possono collocare nel calendario fisso. Si è tentato anche di raccogliere dei brani adatti per ognuna delle principali feste fisse del calendario. Quando non è stato possibile trovare un pensiero con espresso riferimento alla festa del giorno, si è cercato almeno qualcosa che si riferisca alla virtù caratteristica del Santo o al genere di vita da esso condotta. In altri casi invece i motivi stagionali hanno prevalso, nella sistemazione del materiale, su quelli suggeriti dalla festa. Pur non trascurando gli scritti e i discorsi del primo periodo, quando Angelo Roncalli era ancora giovane sacerdote, era inevitabile che si desse maggior peso al suo più maturo pensiero, soprattutto degli anni di pontificato. Tuttavia da un attento esame risulta che gran parte di quello che resterà come « l'insegnamento » di Papa Giovanni — divenuto poi quasi il fermento dottrinale del Vaticano H — ha le sue profonde radici e un'incipiente espressione negli scritti degli anni giovanili. Il fatto che i principi di questa dottrina portino una data così lontana nel tempo, conferma l'impressione che molti hanno riportato accostando Papa Giovanni: cioè che egli fu uno straordinario «profeta» del mondo moderno, un acuto anticipatore dei tempi, che intuì la nuova parte che la Chiesa deve sostenere nell'umanità futura se non vuole diventare, come egli stesso ha detto, un « museo d'antichità ».
Questo programma e il suo interesse per il mondo moderno, deve una parte significativa della sua ispirazione naturalmente al predecessore di Papa Giovanni : da Pio XII, che Mons. Roncalli servi fedelmente per diciannove anni, venne gran parte dell'humus dottrinale su cui il Concilio avrebbe poi costruito. Nessuno più di Papa Giovanni fu generoso riconoscitore di tale debito : fin dal primo radiomessaggio natalizio al mondo dopo la sua elezione egli parlò diffusamente dell'insegnamento dottrinale e pastorale « che assicura il nome di Pio xtt alla posterità. Anche al di fuori di ogni dichiarazione ufficiale che sarebbe prematura, il triplice titolo di doctor optimus, Ecclesiae Sanctae lumen, divinae legis amator, ben conviene alla memoria benedetta di lui, Pontefice della nostra età fortunosa » (Discorsi i, p. 101).
Si potrebbe asserire che ciò che Pio XII rappresentò per la Mente della Chiesa, il suo successore lo fu per il Cuore di Essa.
Tuttavia l'influenza di Papa Giovanni andò molto al di là dei confini della Chiesa; egli riuscì con un suo modo caratteristico e straordinario a rendere la sua fede interessante agli estranei e attirò sul papato l'attenzione del mondo laico. Anche se questo libro è stato compilato per i cattolici e nel contesto del loro calendario liturgico, anche se molto di ciò che il Papa disse o lasciò scritto era destinato « all'interno » della Chiesa, tutti potranno cogliervi le espressioni correnti di un linguaggio universale, capace di una risposta adatta a tutti. Siamo convinti che tutti potranno ricavarne un sensibile profitto per la vita spirituale, qualunque sia la loro concezione di Dio o la loro opinione sulla Chiesa della quale Papa Giovanni resse le sorti per quattro anni e mezzo, fra i più travolgenti della sua storia.
È doveroso per il curatore di questo libro rendere noto che senza l'aiuto di altri non sarebbe riuscito a preparare questa opera, né avrebbe tentato di farlo.
Il primo riconoscimento deve andare indubbiamente a Mons. Loris Capovilla, segretario privato di Papa Giovanni, suo costante compagno ed esecutore della sua eredità letteraria: il concetto fondamentale del libro e il suo schema furono suggeriti da Mons. Capo-villa; se non ci fosse stata la sua premurosa e costante assistenza il curatore da solo a mala pena avrebbe saputo orientarsi; senza la sua spontanea gentilezza e il suo costante incoraggiamento, il lavoro non sarebbe mai stato portato a termine.
Di validissimo aiuto fu pure il doti. Luciano Casimirri, direttore del Servizio Stampa dell'« Osservatore Romano », che prestò la sua opera al di sopra e al di là del « dovuto »; il curatore desidera qui esprimergli la più profonda gratitudine per la sua insostituibile assistenza e costante gentilezza.
Don Emilio Fogliasso, del Pontificio Ateneo Salesiano di Roma, noto esperto delle opere di Papa Giovanni, prestò il suo consiglio e la sua assistenza con una commovente generosità e nonostante i molti impegni del suo ufficio; il curatore riconosce che gli è stato non solo di prezioso aiuto ma anche di grande edificazione.
E infine un grazie sentito a coloro che hanno lavorato, per così dire, dietro le quinte : il signor Benito Merighi e la signora Fernanda Rutland ai quali il curatore affidò una parte notevole dell'incarico oscuro e gravoso della ricerca, e poi della lettura e controllo delle bozze.
A costoro e a tutti gli altri che in qualche modo collaborarono alla preparazione di quest'opera, il curatore è profondamente grato.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
I gennaio
Inizio del 1962: Papa Giovanni parla del valore del tempo. È l'ultimo anno completo della sua vita.
CAPO D'ANNO
La vita di ciascuno prosegue : e, sempre, alla data del io gennaio, ognuno sente i propositi di rinnovamento e di maggior impegno verso i propri doveri. Ciò è, senza dubbio, buona decisione : ma ancor più alto e vantaggioso per l'anima è il porsi davanti a Dio, autore della vita, per esaminare il cammino compiuto alla luce della sua legge e dei suoi insegnamenti, e affidarci alla sua grazia. In tal modo si partecipa a quella giovinezza che è appunto letizia di Dio, il quale sempre la sostiene, la rinnova, la irrobustisce e prepara per i gaudii eterni.
Ognuno ha il dovere di esaminare il passato, riflettere sulle immancabili insufficienze, e porvi rimedio; ognuno pensi a ravvivare la propria vita spirituale, a pregare meglio, a perfezionarsi nelle virtù che maggiormente necessitano, quali la pazienza, la generosità, l'accettazione lieta del sacrificio. Tanto gli anziani quanto i giovani sono chiamati a questa salutare ripresa e rinascita in Cristo e con Cristo. In tal modo gli auguri del Padre delle anime saranno bene accolti e potranno recare felici risultati. Tra essi sono la profonda e reale intesa, la vera e durevole pace tra gli uomini e fra i popoli.
Noi spesso amiamo paragonarci alle più elette creature che ci circondano. Ebbene avviciniamoci il più possibile agli angeli, e con le ali della fede e dell'orazione eleviamoci sempre più verso Dio. Ci sarà così agevole armonizzare il passaggio del tempo con la vita soprannaturale ; le esigenze del momento con le superiori richieste dello spirito; si che il Signore, guardandoci e custodendoci, sia contento di noí, e, a nostra volta, guardando il cielo, noi possiamo dire di essere sicuri della grazia, del conforto, della benedizione di Dio.
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Daniele Marella il 14 settembre 2014 alle 07:05 ha scritto:
Preziosi pensieri quotidiani