Un compendio della fede cattolica. Cultura umana e rinuncia cristiana
(Cammini di chiesa)EAN 9788810501931
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
(http://www.ilregno.it)
Sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso, appena concluso il concilio Vaticano II, fece fortuna un genere letterario che corrispondeva a una sintesi della proposta cristiana. Basta ricordare per l'ambiente tedesco l'Introduzione al cristianesimo dell'attuale nostro papa e l'Introduzione alla fede dell'attuale cardinale Walter Kasper. Per l'ambiente francese, tra l'altro, apparve su Études nel 1967 il Compendio del gesuita François Varillon che, recuperato a decenni di distanza, costituisce il prezioso nocciolo di questo composito volume. ‘Un abrégé de la foi catholique': così suona il titolo originale. Ancor più ‘antico' è il secondo contributo di p. Varillon che affronta, sulla stessa rivista nell'annata 1935, un problema personale ed ecclesiale in grado di porre, oggi come ieri, la domanda concreta sul rapporto tra cultura umana e fede cristiana.
Una prefazione di 15 pagine firmata da Michel Fédou del Centro Sèvre, Facoltà dei Gesuiti di Parigi, motiva l'attualità e sintetizza il dato dei due contributi di un confratello che, spentosi nel 1978, non deve andar dimenticato troppo presto. La postfazione, intitolata François Varillon nella teologia del XX secolo (pp. 77-106) riporta infatti una robusta conferenza del settembre 2005, inserita in un colloquio dedicato a p. Varillon sullo stile della sua teologia e sugli assi portanti del suo contributo. Non va dimenticata la vivace temperie teologica in cui si inserisce Varillon, temperie che registra protagonisti come H. De Lubac, J. Daniélou e Y. Congar in Francia, Karl Rahner e Hans Urs von Balthasar in ambiente tedesco.
I due brevi testi qui presentati e incorniciati da prefazione e postfazione, pur cronologicamente lontani l'uno dall'altro, si rivelano complementari e attestano due preoccupazioni essenziali di tutta l'opera del gesuita francese. Possono essere letti anche come una porta d'entrata nell'insieme della sua opera, che trova espressione specie nei due capolavori L'umiltà di Dio e La sofferenza di Dio: anche la sola citazione dei due titoli lascia intuire nella riflessione di Varillon lampi teologici sul paradosso dell'amore di Dio che troveranno esplicitazione successiva nella teologia cattolica e protestante in autori come H.U. von Balthasar, J. Moltmann e E. Jüngel. Va detto perciò un grazie al gesuita che ha riportato sulla scena almeno due luminosi frammenti del confratello.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2008, nr. 3
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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