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La teologia della storia della salvezza nel secolo XX
(Nuovi saggi teologici)EAN 9788810405635
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DETTAGLI DI «La teologia della storia della salvezza nel secolo XX»
Tipo
Libro
Titolo
La teologia della storia della salvezza nel secolo XX
Autore
Pasquale Gianluigi
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810405635
Pagine
616
Data
gennaio 2002
Peso
918 grammi
Altezza
21,5 cm
Larghezza
14 cm
Collana
Nuovi saggi teologici
COMMENTI DEI LETTORI A «La teologia della storia della salvezza nel secolo XX»
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Recensioni di riviste specialistiche su «La teologia della storia della salvezza nel secolo XX»
Recensione di Pietro Zovatto della rivista Studia Patavina
Sembra che questo giovane studioso cappuccino nella intenzionalità del suo assunto voglia rilevare come a metà del XX secolo si verifichi un fenomeno nella teologia, che costituisce la sua specificità: essa prende consapevolezza d’essere una «teologia della storia». Non si dà piú il prevalente metodo intellettualistico, che condizionava i contenuti, ma una teologia che si fa storia, coinvolgendo metodologia e tematica da rilevare nel nuovo approccio. Nel quarantesimo della costituzione conciliare Dei Verbum si precisa che da quella data si recepisce questa nuova sensibilità della teologia e si adotta l’espressione historia salutis, ufficializzandola nella sintassi del linguaggio conciliare e nell’ambito del linguaggio teologico della Chiesa cattolico-romana.
Questo fenomeno, che aggiornò il Concilio Vaticano II, era stato, tuttavia, già operante presso i maggiori teologi del Novecento, quali K. Rahner, Hans Urs von Balthasar e J. Ratzinger (ora papa Benedetto XVI), che a quel Concilio parteciparono quali esperti e influirono con la loro apertura alla riflessione protestante (un dialogo di osmosi profondo). Su questo campo, infatti, essa, la teologia protestante, era già entrata in maniera da muoversi nella historia salutis con varie modulazioni autorevoli, tanto da influenzare la riflessione teologica cattolica.
Il nuovo di questa evoluzione consiste nel passare da un binomio che considerava la Rivelazione essenza-storia, a quello che la fa, invece, concepire come binomio Parola-storia. Si portava cosí la teologia verso una graduale concentrazione cristologica su Gesú Cristo, Parola fattasi carne.
L’Autore mostra coerentemente che «la teologia cattolica della storia» attualmente sottolinea la certezza della salvezza soprannaturale collocandola nei risvolti della storia umana, ove si proclama la Parola di salvezza dalla Chiesa e la si celebra nei sacramenti.
Pur mantenendo la sua drammatica paradossalità dovuta agli egocentrismi dell’uomo peccatore, il tempo che passa si colora per il cristiano di un fondamentale ottimismo secondo il quale la storia è spinta sí innanzi dallo svolgimento-dispiegamento irrefrenabile della microstoria personale di Gesú Figlio di Dio, esattamente dei suoi trentatré anni e che, per questo, la storia universale e del mondo è, sostanzialmente, apocalittica, ossia ha già raggiunto il suo termine, non potendosi attendere nessun’altra rivelazione divina dopo quella cristiana. In secondo luogo, proprio ricorrendo alla tradizione della teologia tomistica e bonaventuriana, Gianluigi Pasquale è fermamente convinto della irriducibile importanza della libertà umana nel (cor)rispondere alla proposta di salvezza che, a ogni istante, palpita come Parola ecclesiale tra le vicende incalzanti dell’uomo postmoderno. Siffatta libertà può decider(si) nel presente quale per-sempre di perdizione oppure nel per-sempre di salvezza quale possibilità offerta all’intelligenza e all’amore inscritti nell’essere umano creato a immagine del Dio eterno.
Queste brevi righe fin troppo sintetiche non rendono conto del lavoro svolto da un’opera che meriterebbe un resoconto piú analitico e approfondito. [Cf. O. Pasquato in Salesianum 65 (2003) 391-402]. Certamente essa costituisce per la massa di informazioni reperite su trentacinque teologi e per il vigore della sintesi un passaggio obbligato per chi voglia cimentarsi sulla tematica della teologia della historia salutis.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Questo fenomeno, che aggiornò il Concilio Vaticano II, era stato, tuttavia, già operante presso i maggiori teologi del Novecento, quali K. Rahner, Hans Urs von Balthasar e J. Ratzinger (ora papa Benedetto XVI), che a quel Concilio parteciparono quali esperti e influirono con la loro apertura alla riflessione protestante (un dialogo di osmosi profondo). Su questo campo, infatti, essa, la teologia protestante, era già entrata in maniera da muoversi nella historia salutis con varie modulazioni autorevoli, tanto da influenzare la riflessione teologica cattolica.
Il nuovo di questa evoluzione consiste nel passare da un binomio che considerava la Rivelazione essenza-storia, a quello che la fa, invece, concepire come binomio Parola-storia. Si portava cosí la teologia verso una graduale concentrazione cristologica su Gesú Cristo, Parola fattasi carne.
L’Autore mostra coerentemente che «la teologia cattolica della storia» attualmente sottolinea la certezza della salvezza soprannaturale collocandola nei risvolti della storia umana, ove si proclama la Parola di salvezza dalla Chiesa e la si celebra nei sacramenti.
Pur mantenendo la sua drammatica paradossalità dovuta agli egocentrismi dell’uomo peccatore, il tempo che passa si colora per il cristiano di un fondamentale ottimismo secondo il quale la storia è spinta sí innanzi dallo svolgimento-dispiegamento irrefrenabile della microstoria personale di Gesú Figlio di Dio, esattamente dei suoi trentatré anni e che, per questo, la storia universale e del mondo è, sostanzialmente, apocalittica, ossia ha già raggiunto il suo termine, non potendosi attendere nessun’altra rivelazione divina dopo quella cristiana. In secondo luogo, proprio ricorrendo alla tradizione della teologia tomistica e bonaventuriana, Gianluigi Pasquale è fermamente convinto della irriducibile importanza della libertà umana nel (cor)rispondere alla proposta di salvezza che, a ogni istante, palpita come Parola ecclesiale tra le vicende incalzanti dell’uomo postmoderno. Siffatta libertà può decider(si) nel presente quale per-sempre di perdizione oppure nel per-sempre di salvezza quale possibilità offerta all’intelligenza e all’amore inscritti nell’essere umano creato a immagine del Dio eterno.
Queste brevi righe fin troppo sintetiche non rendono conto del lavoro svolto da un’opera che meriterebbe un resoconto piú analitico e approfondito. [Cf. O. Pasquato in Salesianum 65 (2003) 391-402]. Certamente essa costituisce per la massa di informazioni reperite su trentacinque teologi e per il vigore della sintesi un passaggio obbligato per chi voglia cimentarsi sulla tematica della teologia della historia salutis.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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