Il Quarto Vangelo come storia
(La Bibbia nella storia)EAN 9788810402757
G. Segalla, scomparso lo scorso anno, ha dedicato tutta la sua vita allo studio dei vangeli. Questo breve ma denso saggio è il suo «canto del cigno», vi ha lavorato fino all’ultimo, con le forze che la malattia gli concedeva, e costituisce la prima parte, già rifinita e corretta, di una più ampia Introduzione al vangelo secondo Giovanni, un’opera di cui aveva già tracciato il progetto fin nei minimi particolari, come si vede dall’indice dettagliato della parte seconda e terza riportato alle pp. 14-15 del presente volumetto.
Per sua espressa indicazione, viene ora pubblicato questo saggio, che per la sua impostazione è un’opera a sé stante. Nel progetto iniziale, erano appunto previste tre parti: il quarto vangelo come storia, come opera letteraria e come teologia della narrazione storica di Gesù. Questa articolazione mostra la vastità di orizzonti e di ricerca che Segalla aveva in mente e che non è riuscito a completare. Nello stesso tempo va raccolto il suo invito a integrare le tre metodologie storica, letteraria e teologica, facendo prevalere nell’ermeneutica il senso originale, che non va mai dimenticato, pur cercando di scoprire la dimensione storico-letteraria e il significato attuale del testo per chi lo legge oggi.
Questa introduzione, pur nella sua brevità, è preziosa per chi vuole comprendere il racconto giovanneo. Sinteticamente, nel primo capitolo, così afferma Segalla: tale racconto «si può considerare fondamentalmente storico, cioè fondato su una tradizione storica, non solo per il protagonista Gesù di Nazaret, ma anche per la sua collocazione in uno spazio-tempo plausibile, com’è dimostrato dall’archeologia» (p. 21). Si tratta di un racconto fondato nella tradizione e parimenti fondante per la comunità cristiana dov’è stato redatto. È storia di Gesù e anche storia della comunità giovannea. Da questa tradizione l’evangelista seleziona alcuni «segni», dialoghi e discorsi per offrire un quadro narrativo della persona e del messaggio di Gesù, che si deve accogliere con fede se si vuole aver parte alla pienezza della vita e della gioia.
Il Gesù «storico» è interpretato certamente alla luce della risurrezione, perciò è espressamente «un Gesù post-pasquale», ma è «l’interpretazione illuminata da un evento storico originario, e non un racconto fittizio» (p. 21). Il secondo capitolo presenta i garanti di questa duplice storia, cioè il discepolo amato e l’evangelista. Mentre il primo viene generalmente identificato con l’apostolo Giovanni, cosa che Segalla ammette come probabile (p. 35), il secondo sembra essere un ebreo cristiano di lingua greca, di cui però non si può con certezza conoscere l’identità. Nel terzo capitolo si affronta la questione delle coordinate spaziotemporali, cioè ci si chiede quando e dove fu scritto il quarto vangelo. Segalla accetta la tesi che ne pone la composizione verso la fine del I sec., probabilmente a Efeso in un ambiente sociale dove erano presenti sia ebrei che giudeo-cristiani.
Infine, il quarto capitolo, forse il più interessante e impegnativo, analizza le coordinate culturali e religiose del testo, soprattutto nel quadro del giudaismo, in riferimento al tempio di Gerusalemme e alla sua liturgia. Meritano di essere citate alcune righe della conclusione: «Abbiamo considerato il quarto vangelo come storia: una storia di Gesù [...] garantita da un testimone oculare privilegiato in una comunità in cui è stata tramandata e per la quale è stata scritta, anche se la sua destinazione è per tutta la chiesa e per tutta la storia, a partire dalla creazione, di cui è mediatore il Verbo, identificato con la persona storica di Gesù» (p. 77). Una storia, dunque, che ha una destinazione e un significato universale, «fin dal principio ». Cinque pagine di una serrata bibliografia concludono questo breve saggio, che resta per tutti un modello esemplare di ricerca storica e di riflessione teologica.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 6 del 2012
(http://www.credereoggi.it)
«Nel caso non riuscissi a finire la presentazione completa di Giovanni, questa introduzione storica può essere pubblicata come libretto a parte». Così riferisce A. Filippi, direttore emerito delle EDB e amico di Segalla. L’autore aveva iniziato a scrivere un’introduzione al quarto Vangelo, ma la malattia gli impedì di continuare l’opera e di portarla a termine. È morto a Padova l’11 luglio del 2011, dopo aver dedicato l’intera vita allo studio della Sacra Scrittura: per tanti anni è stato docente di Nuovo Testamento presso la Facoltà teologica del Triveneto e alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano.
Pubblicando questo libretto postumo, dunque, l’editore e i colleghi del Seminario di Padova rispettano un’esplicita indicazione di Segalla. Viene pubblicato anche il piano completo dell’opera, come l’autore ha lasciato scritto nel suo quaderno di appunti manoscritto, da cui si conosce l’intenzione di articolare la trattazione in tre grandi parti: la prima dedicata al Vangelo come storia, la seconda «come opera letteraria» e la terza «come teologia della narrazione storica su Gesù». Mancano completamente la seconda e la terza parte; mentre la prima, corretta e rifinita dall’autore stesso è quella che stiamo presentando. Egli parte da un dato ormai assodato: il quarto Vangelo va letto su due piani storici, quello della storia originaria di Gesù, su cui apre una finestra, e quello della comunità giovannea, per cui è scritto e di cui è uno specchio. Le due storie sono fuse, ma non confuse: perciò l’esperto può distinguerle e così aiutare il lettore a riconoscere la storia originaria, su cui questo libro si sofferma.
Il primo capitolo affronta il tema della redazione evangelica della storia di Gesù, attraverso una tradizione orale e scritta, che riflette alcuni tratti della comunità giovannea in cui e per cui fu scritta. Il secondo capitolo studia i garanti della storia, ovvero il discepolo amato e l’evangelista, prima da un punto di vista narrativo studiando l’autore implicito e il narratore, poi da un punto di vista storico cercando di stabilire l’identità di «Giovanni». Nel terzo capitolo vengono studiate le coordinate spazio-temporali della storia, cercando di rispondere alle domande: quando e dove fu scritto il quarto Vangelo? Mentre le coordinate culturali e religiose sono l’oggetto del quarto capitolo: vengono così analizzati gli elementi biblico-giudaici propri della tradizione originaria e poi quelli ellenistici dei destinatari, inserendo infine il tutto nel contesto globale dell’antica tradizione cristiana (giovannea, sinottica, paolina). L’ultimo capitolo, brevissimo, è la conclusione generale, in cui la storia di Gesù viene collocata nella storia universale. La ricchezza di questo inizio fa davvero rimpiangere un’opera che non ci sarà.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 3 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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