Manuale di esegesi dell'Antico Testamento
(Testi e commenti)EAN 9788810206577
Il presente volume è la traduzione di un originale francese composto da un gruppo di studiosi di provenienza europea ed edito da Labor et Fides nel 2008. Esso intende essere un manuale per iniziare il lettore nei vari strumenti e metodi dell’esegesi antico testamentaria, costituiti dalla critica testuale (propedeutica al metodo storico critico), dall’analisi dei generi letterari e della storia delle tradizioni, dall’analisi narrativa e dall’analisi redazionale. Il volume si indirizza prioritariamente agli studenti universitari che iniziano ad affrontare uno studio diretto dell’Antico Testamento cristiano, o della Bibbia ebraica (p. 9).
È bene precisare che non si tratta di un repertorio completo di informazioni introduttive sulla Sacra Scrittura, né un’introduzione generale all’Antico Testamento, ma una presentazione concreta dei principali metodi esegetici del testo biblico. Dopo una prefazione che illustra l’insieme del volume e la sua organizzazione, il primo capitolo – scritto da Jan Joosten – è dedicato alla presentazione della critica testuale come disciplina scientifica applicata all’Antico Testamento. Vengono dapprima offerte le informazioni fondamentali circa i testimoni del testo dell’Antico Testamento – il testo massoretico, i manoscritti biblici di Qumran, il Pentateuco Samaritano, la traduzione greca dei Settanta, la Peshitta, i Targum e la Vulgata – poi si spiega il metodo della critica testuale presentando alcune tipologie di varianti testuali, non solo gli errori di copiatura, ma anche i tentativi da parte dei tradenti di operare delle modifiche interpretative al testo scritturistico per mezzo di piccoli cambiamenti testuali. La capacità dell’autore nel chiarire le interpretazioni sottostanti il processo di trasmissione testuale è certamente un punto qualificante del presente capitolo.
Il secondo capitolo – di Jean-Pierre Sonnet – introduce all’analisi narrativa dei racconti biblici. L’autore, già ben noto per molteplici pubblicazioni in questo ambito, riassume con precisione e grande chiarezza gli scopi e le tecniche del metodo esegetico narrativo. Degna di nota è l’assenza di qualsiasi polemica con il metodo storico-critico, poiché si riconosce come le narrazioni bibliche siano solitamente composite ed abbiano conservato differenti tradizioni per mezzo di un complessa arte dell’integrazione. Accostarsi all’arte della composizione narrativa riuscendo a riconoscerne le regole e le dinamiche è lo scopo principale di questo capitolo che illustra, con abbondanza di esempi, le varie tecniche narrative e sceniche tipiche della prosa biblica. In breve, il contributo di J.-P. Sonnet è un denso capitolo che riesce a pieno nel suo intento.
Il terzo capitolo – redatto da Michaela Bauks – si sofferma dapprima sull’analisi delle forme e dei generi letterari, cioè su quelle formalità linguistiche (forme) e letterarie (generi) proprie della cultura biblica. Conoscere e saper riconoscere tali convenzioni del testo biblico è un’operazione necessaria per ogni lettore dell’Antico Testamento al fine di ottenere una corretta comprensione del testo. L’autrice descrive così le forme e i generi tipici dei racconti narrativi, della poesia e della letteratura profetica. In una breve seconda parte del contributo viene poi presentata l’importanza di saper riconoscere all’interno del narrato biblico le differenti tradizioni teologiche sia intese come sviluppo all’interno della Bibbia stessa, sia come debiti verso le tradizioni religiose e culturali dell’ambiente in cui sorse la Bibbia.
Il quarto capitolo – di Christophe Nihan – si sofferma sull’analisi redazionale, cioè sul quel metodo scientifico che cerca di rintracciare e descrivere lo sviluppo di diversi strati redazionali all’interno di un testo biblico composito. Dapprincipio l’autore chiarisce alcuni problemi terminologici, illustrando cosa si intende nella scienza biblica per «redattore» o «revisore», e come questi concetti siano stati intesi negli studi biblici da H. Gunkel in poi. Successivamente procede con l’aiuto di numerosi e chiari esempi ad illustrare come è possibile individuare l’intervento di mani successive all’interno di un testo biblico, presentando alcuni criteri di analisi (individuazione di tradizioni parallele, doppioni, contraddizioni, cambi di stile, interruzioni del racconto, aggiunte, ecc.) per giungere alla presentazione sintetica di alcuni «modelli» redazionali usualmente impiegati dagli specialisti per spiegare il processo di redazione patito del testo biblico, come ad esempio il modello «documentario», o quello dei «supplementi ». Non meno stimolanti nel presente capitolo sono le frequenti allusioni alle motivazioni che sottostanno i diversi interventi redazionali, dato che il risultato più interessante dell’analisi redazionale è quando essa riesce non solo a determinare i diversi interventi redazionali, ma anche il perché di tali interventi, cercando di posizionare il processo redazionale nell’ambito di una precisa storia redazionale. L’insieme del presente capitolo, chiaro e lineare nell’esposizione del materiale, illustra in modo pregevole anche la complessità e la difficoltà di ottenere una risposta sicura in merito alla storia della formazione di alcuni libri biblici, l’autore non passa infatti sotto silenzio l’alto grado di congetturalità di alcune moderne proposte.
A metà strada tra conclusione e esercitazione, l’ultimo capitolo del libro – redatto a quattro mani da Jan Joosten e Thomas Römer – è l’applicazione concreta di tutti i succitati metodi esegetici con riferimento al capitolo 12 del libro dei Numeri. Partendo dall’analisi critica del testo di Nm 12, se ne compie una lettura sincronica evidenziandone contesto e struttura, successivamente se ne compie l’analisi redazionale applicando, lì dove possibile, tutti i diversi criteri di analisi menzionati nel capitolo quarto giungendo così all’individuazione di due diversi strati del racconto in Nm 12 che, comunque, possono essere analizzati in modo diverso nei dettagli. La determinazione del contesto storico e letterario del brano dipende ovviamente anche dal modello di formazione del Pentateuco (documentario o redazionale) e dalla datazione (alta o bassa) assegnata alle eventuali fonti (o tradizioni) che lo compongono; in questo caso T. Römer – basandosi anche su osservazioni filologiche e storico sociali – sostiene una datazione di entrambi gli strati redazionali in epoca persiana (fine V – inizio IV sec. a.C.). Conclude il volume un comodo glossario contenente una breve spiegazione dei principali termini tecnici utilizzati. Il presente manuale si presenta strutturato molto bene dal punto di vista didattico e riesce pienamente al proprio scopo, quello cioè di offrire un agile e valido strumento per orientare gli studenti nei vari strumenti e metodi dell’esegesi antico testamentaria. Ognuno dei quattro capitoli incentrati sui metodi è apprezzabile, anche se i due sull’analisi narrativa e sull’analisi redazionale sono apparsi allo scrivente particolarmente riusciti sia per l’organizzazione del materiale, sia per la loro precisione e completezza. Il volume si lascia apprezzare per chiarezza e linearità espositiva dei vari contributi, ed inoltre per l’aggiornamento dei contenuti che non ripetono solo “vecchie teorie”, ma esplorano anche i campi più recenti della ricerca biblica. Efficace infine è il collegamento dei vari capitoli tra di loro, essendo frequenti i rimandi tematici tra i vari contributi.
Quest’ultimo carattere contribuisce sostanzialmente a creare l’immagine di un’esegesi biblica dove i vari metodi d’analisi non devono essere intesi come esclusivi, ma complementari e doverosamente integrabili uno con l’altro. La presentazione dei singoli metodi è talvolta interrotta per illustrare alcune affermazioni con degli esempi concreti. Tali esempi – molto utili per chiarire alcuni principi enunciati – sono inseriti in appositi box di colore diverso di facile individuazione con una tecnica d’impaginazione che non disturba la lettura del testo. Anche i suggerimenti bibliografici per l’approfondimento non sono collocati tutti assieme alla fine del volume, ma premessi ad ogni singolo paragrafo in appositi box di diverso colore Questa scelta, anche se talvolta costringe a ricercare in più punti un titolo citato, ha sicuramente tanti vantaggi poiché aiuta il lettore a orientarsi immediatamente verso quei pochi titoli che concernono direttamente il tema in questione, senza perdersi nelle poco pratiche lunghe bibliografie di fine volume. Dopo aver illustrato i molti pregi di questo Manuale, mi sia permesso di compiere una piccola osservazione critica che non concerne direttamente il contenuto del testo, ma solo la cura della traduzione. Visto che si tratta di un’opera in traduzione, talvolta sarebbe stato opportuno operare un “aggiornamento” bibliografico orientato verso i lettori di lingua italiana.
A titolo di esempio segnalo alcune piccole revisioni, anche in previsione di una seconda edizione del volume:pag. 15: E. Tov, Textual Criticism…, esiste ora una seconda edizione aggiornata (Fortress, Minneapolis, 2001); pag. 24 e pag. 28: per la LXX (e le sue revisioni) si potevano citare opere in italiano come ad es. N. Fernández Marcos, La Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia, Paideia, Brescia 2000; pag. 26: per la Peshitta esiste in italiano P.B. Dirksen, La Peshitta dell’Antico Testamento, Paideia, Brescia 1993; pag. 87: A. Lemaire, Les écoles…, esiste in traduzione italiana (A. Lemaire, Le scuole e la formazione della Bibbia nell’Israele antico, Paideia, Brescia 1981); pag. 87, pag. 105 ecc.: T. Römer et al., Introduction…, esiste in traduzione italiana (T. Römer et al., Guida di lettura all’Antico Testamento, EDB, Bologna 2007); pag. 114: J. Bottéro – S.N. Kramer, Lorsque les dieux…, esiste in traduzione italiana (J. Bottéro – S.N. Kramer, Uomini e dèi della Mesopotamia, Einaudi, Torino 1992); pag. 137 riga 1: errata 6,26-3 corrige 6,26-30.
Nell’insieme si tratta di un manuale solido, chiaro, preciso e aggiornato la cui lettura è raccomandata a tutti gli studenti di esegesi dell’Antico Testamento delle nostre Università.
Tratto dalla rivista Lateranum n. 3/2011
(http://www.pul.it)
Come ogni manuale, anche il presente volume costituisce una sorta di bussola necessaria nell’equipaggiamento di chi desidera avventurarsi nel viaggio dell’esegesi biblica. I destinatari principali sono gli studenti di Antico Testamento, ma il libro è utile anche a tutti coloro che intendono farsi un’idea seria della scienza biblica. La garanzia dell’alto valore delle pagine di questo libro è data tra l’altro dalla professionalità dei vari autori che hanno contribuito, ciascuno secondo le proprie competenze, a comporre i diversi capitoli. Il volume, che era stato pubblicato in francese nel 2008, si apre con prefazione di J.-P. Sonnet all’edizione italiana. Quindi i curatori del volume, M. Bauks e C. Nihan, sintetizzano nella prefazione alcune questioni quadro come il testo dell’Antico Testamento, il canone, il contributo dell’esegesi moderna. Il primo capitolo è dedicato alla critica testuale. L’autore dell’articolo, J. Joosten, affronta con perizia due questioni legate al testo: quella dell’originalità dei testi pervenuti sino a noi e quella della evoluzione del testo, che rivela così le tracce di una vera e propria storia dell’interpretazione. I tre capitoli successivi illustrano altrettante metodologie di analisi scientifica dell’Antico Testamento: l’analisi narrativa dei racconti, a cura di J.-P. Sonnet; l’analisi delle forme e dei generi e la storia delle tradizioni, a cura di M. Bauks; l’analisi redazionale, a cura di C. Nihan. Il pregio di questi contributi non risiede solo nella chiarezza dell’esposizione, ma anche nei suggerimenti finali sulle modalità d’impiego del singolo metodo. Infine, l’ultimo capitolo curato da J. Joosten e T. Römer mostra un esempio pratico di analisi per tappe del testo di Nm 12,1-16. In questo modo, si possono vedere concretamente all’opera le regole illustrate in precedenza dalla critica testuale alla storia delle tradizioni.
Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n.2 del 2015
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)
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