I conflitti del Medio Oriente
(XX secolo)EAN 9788809202733
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Tipo
Libro
Titolo
I conflitti del Medio Oriente
Autore
Massoulié François
A cura di
Concarella D.
Traduttore
Turi G.
Editore
Giunti Editore
EAN
9788809202733
Pagine
160
Data
1993
Collana
XX secolo
COMMENTI DEI LETTORI A «I conflitti del Medio Oriente»
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Recensioni di riviste specialistiche su «I conflitti del Medio Oriente»
Recensione di Carlo Saccone della rivista Studia Patavina
Piccolo volume, di carattere eminentemente divulgativo, scritto con cura e con abbondanza di dati e documentazione fotografica. Un breve capitolo introduttivo illustra sinteticamente “L’eredità del passato”, ovvero, da un lato, del colonialismo anglo-francese essenzialmente, e dall’altro della dominazione turco-ottomana. Il secondo capitolo mette a fuoco proprio l’emergenza di una identità e di un nazionalismo arabo, o meglio pan-arabo, a fronte del doppio giogo coloniale europeo e ottomano. Il terzo capitolo si concentra sulla nascita del sionismo e sulle complesse e spesso ciniche motivazioni delle cancellerie europee che appoggiarono il lungo e doloroso “parto” dello stato israeliano. Il quarto capitolo mette a fuoco la straordinaria e contraddittoria figura di Nasser, in bilico tra nazionalismo anti-europeo (si pensi all’impresa di Suez del 1956), aspirazioni all’unità pan-araba (esperimento della RAU, ovvero Repubblica Araba Unita che unì effimeramente Egitto Siria e Sudan), socialismo di marca marxista (e inizio dell’influenza sovietica) e prima esplosione del radicalismo dei Fratelli Musulmani (il cui leader e massimo teorico, Sayyd Qutb, fu fatto giustiziare da Nasser nel 1966). Il capitolo quinto esamina la nascita dell’ OLP di Arafat e i fatti che giungono sino all’Intifada, ai falliti accordi di pace tra Barak e Arafat, e alla svolta dell’avvento al potere dell’ex-generale Sharon. Il capitolo sesto esamina le ragioni del fallimento del processo di pace tra Camp David e la prima guerra del golfo, nel quadro della generale radicalizzazione del panorama politico mediorientale (presa del potere dell’ayatollah Khomeyni nel 1979, diffusione esponenziale del fenomeno integralista su scala mondiale). L’ultimo capitolo esamina il caso del Libano, terra di scontri senza fine negli anni ’70 e ’80, poi pacificato attraverso un grande tacito accordo di “protettorato” congiunto Israele-Siria sul martoriato (ma oggi, pare, risorto a nuova vita) paese.
La soluzione del caso libanese attraverso la sostanziale sua consegna nelle mani del “fratello maggiore” siriano, col beneplacito di Israele e dell’Occidente euro-americano, è un caso illuminante dell’operare delle diplomazie internazionali e di un certo cinico pragmatismo. Un caso che, forse, può anche gettare luce su possibili scenari che si intravedono all’orizzonte del odierno caso dell’Irak. La Siria, “stato canaglia” sulla lista nera di Stati Uniti e Israele, fu da quest’ultimi pragmaticamente associato in una operazione di pacificazione dell’area il cui risultato finale è stato: 1. Il governo del Libano - paese religiosamente composito, diviso tra sunniti, sciiti, drusi e cristiani - è ora saldamente controllato dalla maggioranza sciita, inizialmente “estremista” ma ora diretta da vertici sostanzialmente moderati e “affidabili”; 2. Le altre componenti, drusa e sunnita, sono associate al potere in posizione minoritaria e subalterna; 3. La componente cristiana, che tradizionalmente aveva costituito l’élite economica e politica del Libano, è stata in sostanza emarginata dal potere; 4. La Siria ha realizzato un bel pezzo del progetto, che corrisponde ad una sua storica aspirazione, di creare una Grande Siria. Israele glielo ha lasciato fare, cinicamente lasciando al suo destino il sud cristiano prima “protetto” dall’armata israeliana, a patto che la Siria garantisse la sicurezza della frontiera settentrionale d’Israele. Come si vede i patti si fanno anche col diavolo, quando servono…
Il volume, dicevamo, ha un carattere divulgativo, ma costituisce un’ottima occasione per il “non addetto ai lavori” di farsi almeno un’idea di temi e problemi del Medio Oriente lasciati insoluti dalla doppia eredità coloniale di cui si è detto sopra. Temi e problemi di vasta portata, e dalle immense implicazioni culturali ancor prima che sociali e politiche, senza capire le quali riesce difficile orientarsi nella attuale difficile situazione dei rapporti all’interno del Medio Oriente e, più in generale, dei rapporti tra civiltà euro-cristiana e civiltà arabo-musulmana.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
La soluzione del caso libanese attraverso la sostanziale sua consegna nelle mani del “fratello maggiore” siriano, col beneplacito di Israele e dell’Occidente euro-americano, è un caso illuminante dell’operare delle diplomazie internazionali e di un certo cinico pragmatismo. Un caso che, forse, può anche gettare luce su possibili scenari che si intravedono all’orizzonte del odierno caso dell’Irak. La Siria, “stato canaglia” sulla lista nera di Stati Uniti e Israele, fu da quest’ultimi pragmaticamente associato in una operazione di pacificazione dell’area il cui risultato finale è stato: 1. Il governo del Libano - paese religiosamente composito, diviso tra sunniti, sciiti, drusi e cristiani - è ora saldamente controllato dalla maggioranza sciita, inizialmente “estremista” ma ora diretta da vertici sostanzialmente moderati e “affidabili”; 2. Le altre componenti, drusa e sunnita, sono associate al potere in posizione minoritaria e subalterna; 3. La componente cristiana, che tradizionalmente aveva costituito l’élite economica e politica del Libano, è stata in sostanza emarginata dal potere; 4. La Siria ha realizzato un bel pezzo del progetto, che corrisponde ad una sua storica aspirazione, di creare una Grande Siria. Israele glielo ha lasciato fare, cinicamente lasciando al suo destino il sud cristiano prima “protetto” dall’armata israeliana, a patto che la Siria garantisse la sicurezza della frontiera settentrionale d’Israele. Come si vede i patti si fanno anche col diavolo, quando servono…
Il volume, dicevamo, ha un carattere divulgativo, ma costituisce un’ottima occasione per il “non addetto ai lavori” di farsi almeno un’idea di temi e problemi del Medio Oriente lasciati insoluti dalla doppia eredità coloniale di cui si è detto sopra. Temi e problemi di vasta portata, e dalle immense implicazioni culturali ancor prima che sociali e politiche, senza capire le quali riesce difficile orientarsi nella attuale difficile situazione dei rapporti all’interno del Medio Oriente e, più in generale, dei rapporti tra civiltà euro-cristiana e civiltà arabo-musulmana.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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