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Descrizione
Moni Ovadia se ne va in giro tra Antico Testamento e regole kasher, insegnamenti rabbinici e storielle ebraiche, ricette tipiche e cucina che se la fa con la religione, alla ricerca di un'etica del cibo. D'altra parte Adamo ed Eva erano vegetariani. È solo dopo il diluvio universale che la carne entra a far parte dell'alimentazione dell'uomo. E tutto nasce ancora dalla storia del popolo ebraico. La tradizione ebraica della kasherut indica i cibi che si possono consumare perché conformi alle regole della Torah. Ma oltre questo il cibo ebraico ha prodotto un'enorme mole di storielle, divieti, ricette e prescrizioni che Ovadia cullandoci tra cibi e digiuni, tra falafel, halle, krapfen, e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l'ospite a tavola, con l'ironia tipiche dell'ebreo errante.
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Kasherut: in ebraico indica i cibi conformi al dettato della Torah. Il vol. scritto dal noto attore, regista, custode dello spirito yiddish, è un’occasione per riflettere su quella miscela esplosiva di umorismo e santità da sempre tipica di tutta la cultura ebraica. Con una serie gustosissima di racconti, di siparietti conditi in tutte le salse, a ogni pagina si coglie di sorpresa il lettore che fra gastronomia e religione, tra la vocazione vegetariana dell’ebraismo e la memoria coniugata alla diaspora si ritrova ad assaporare il cielo con gli ingredienti di madre terra. A tavola dunque, e guai ad alzarsi prima di aver gustato il dessert con un ebreo di nome Gesù.
Tratto dalla rivista Il Regno 2010 n. 10
(http://www.ilregno.it)
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