Nel maggio 2011 Piergiorgio Odifreddi, matematico e straordinario divulgatore, anticlericale con fama di vero mangiapreti, scrisse a Benedetto XVI una lettera aperta in cui, con l’approccio scientifico e la graffiante vena polemica che caratterizza tutti i suoi libri, sollecitava una discussione con il Santo Padre sul rapporto tra fede e ragione, religione e scienza, prendendo spunto da passi salienti di alcuni dei testi più noti di Ratzinger (Introduzione al Cristianesimo e Gesù di Nazareth). A due anni dalla pubblicazione di Caro Papa, ti scrivo, Benedetto XVI risponde, punto per punto, capitolo per capitolo, agli argomenti del matematico a favore dell’ateismo e contro la religione in generale, e il cattolicesimo in particolare: dalla concezione della teologia come fantascienza, al comportamento peccaminoso dei sacerdoti come prova della presenza del male all’interno della Chiesa stessa, al dubbio radicale sulla veridicità storica della figura e delle parole di Gesù. “Lo straordinario dialogo fra un papa teologo e un matematico ateo. Divisi in quasi tutto, ma accomunati almeno da un obiettivo: le ricerca della Verità, con la V maiuscola.”
PREFAZIONE
di Piergiorgio Odifreddi
In un mondo dilaniato dai fondamentalismi, una discussione su religione e scienza, e più in generale su fede e ragione, costituisce un evento ad alta necessità, ma a bassa probabilità. A volte, però, anche l'improbabile trova la via per realizzarsi: questo libro dimostra come non sia impossibile che addirittura un papa e un ateo arrivino a confrontarsi, e che lo facciano scambiandosi non salamelecchi formali, ma argomenti sostanziali. Basta che siano dotati di buona volontà reciproca, e «benedetti» dalla convergenza di una serie di fattori favorevoli.
Per cominciare dagli inizi, nel 1968 l'allora professor Joseph Ratzinger scrisse una memorabile Introduzione al cristianesimo, che intendeva interpretare la professione di fede del Credo cristiano alla luce del pensiero filosofico e scientifico moderno. Le aperture intellettuali di quel testo rimangono ancor oggi ben più articolate e avanzate di tanta teologia «progressista» di cassetta, benché siano state offuscate dal conservatorismo dei successivi pronunciamenti ufficiali del suo autore: dapprima nelle vesti di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, dal 1981 al 2005, e poi di papa, dal 2005 al 2013.
Quando nel 2011 decisi di intraprendere un dialogo immaginario con Benedetto XVI, mi sembrò dunque adeguato e doveroso riferirmi più a quel libro che a questi pronunciamenti, pur senza trascurare i suoi più recenti volumi su Gesù di Nazaret. Composi dunque a mia volta una sorta di introduzione all'ateismo, nella forma di una lettera aperta al pontefice regnante, intitolata Caro Papa, ti scrivo.
Più che un semplice artificio retorico, la scelta dell'interlocutore era dettata dalla constatazione che non solo i credenti che cercavo di stimolare alla discussione, ma anche i cosiddetti «atei devoti», o «in ginocchio», da un lato rifuggivano dalle specificità religiose e teologiche per rifugiarsi nelle generalità etiche e filosofiche, e dall'altro mascheravano la loro reale rimozione del contenuto dottrinale del cattolicesimo, adducendo a pretesto un'apparente irruenza del mio stile.
Dall'Introduzione al cristianesimo sapevo invece che la fede e la dottrina del papa, a differenza di quelle dei papisti, erano sufficientemente salde e agguerrite da poter benissimo sostenere attacchi e sferrare contrattacchi frontali. Un dialogo con lui, benché allora immaginato soltanto a distanza, si configurava dunque come un'impresa intellettualmente stimolante, che avrei potuto affrontare a testa alta e senza compromessi.
Prendendo sul serio la finzione epistolare, cercai di favorire la pur remota eventualità che un giorno l'alto destinatario potesse effettivamente ricevere la mia lettera. Decisi dunque di usare un tono consono al suo rango, sostituendo il sarcasmo di altri saggi con lo stile appropriato a uno scambio d'idee tra professori «alla pari», ovviamente nel solo senso accademico dell'espressione. Quanto agli argomenti intellettuali, mi concentrai su quelli che speravo avrebbero mantenuto viva la sua attenzione, pur senza rinunciare ad affrontare di petto i problemi interni della fede e i suoi rapporti esterni con la scienza.
Prendendo sul serio la finzione dialogica, scrissi poi il mio libro come un commento al suo, adottando la formula del colloquio a distanza. In particolare, riportai una lunga serie di brani dall'Introduzione al cristianesimo, cercando di commentarli e criticarli non con la dialettica, ma con la logica: cioè, non con le chiacchiere e i colpi bassi dei talk show, ma con gli argomenti e il gioco pulito delle dispute intellettuali.
Fintanto che Ratzinger rimaneva in carica come Benedetto XVI, non potevo però ragionevolmente sperare che un papa regnante avesse tempo da dedicare a un'«introduzione all'ateismo». Ma poco dopo le sue dimissioni, approfittai di un amico comune per chiedere al suo segretario, l'arcivescovo Georg Gänswein, se fosse possibile recapitargli una copia del mio Caro Papa, ti scrivo perché egli lo potesse vedere, ed eventualmente sfogliare.
In seguito, in un paio di occasioni, mi erano arrivate alcune voci: dapprima, che il papa aveva ricevuto il libro, e poi, che lo stava leggendo. Ma che potesse rispondermi in maniera non puramente formale, e addirittura commentarlo in profondità, era al di là delle ragionevoli speranze. E invece, il 13 settembre 2013 il postino mi recapitò una grande busta sigillata, contenente una sua sorprendente risposta, che infatti mi sorprese: anzitutto, per l'improvvisa inversione dei ruoli di mittente e destinatario, e poi, per l'ampiezza e la profondità delle osservazioni sul contenuto del mio libro.
Non fu invece sorprendente, e fu anzi naturale anche per un incallito miscredente come me, l'emozione che provai nell'aprire la busta e nello sfogliare il plico di fogli dattiloscritti, che iniziavano con una richiesta di scuse per il ritardo nella risposta, e un'offerta di ringraziamenti per la lealtà della trattazione. Era ovviamente la realizzazione del massimo delle aspettative possibili, in un mondo che spesso non ne realizza che il minimo.
Ma era anche, in piccolo, la soddisfazione di veder finalmente presi sul serio e non rimossi, benché ovviamente non condivisi, i miei argomenti contro la religione in generale, e il cattolicesimo in particolare. Così com'era, in grande, la constatazione di veder finalmente affrontato con dignità intellettuale da un papa, invece che esorcizzato in maniera caricaturale dai papisti, quel genere di ateismo scientifico che costituisce una faccia nascosta e una corrente sotterranea del pensiero occidentale, da Aristarco a Einstein.
Evidentemente non avevo sbagliato approccio, visto che esso aveva raggiunto il suo scopo: il quale, com'è ovvio, non era cercare di «sconvertire il papa», bensì esporgli onestamente le perplessità, e a volte le incredulità, di un matematico qualunque sulla fede. Analogamente, la lettera di Benedetto XVI non cerca di «convertire l'ateo», ma gli ritorce contro onestamente le proprie simmetriche perplessità, e a volte le incredulità, di un credente molto speciale sull'ateismo.
Il risultato è un dialogo tra fede e ragione che, come Benedetto XVI nota, ha permesso a entrambi di confrontarci francamente, e a volte anche duramente, nello spirito di quel Cortile dei Gentili che lui stesso aveva voluto nel 2009. Un dialogo che potrebbe facilmente continuare, a partire da una mia replica alla sua risposta. Ma che mi sembra «degno e giusto» finire realisticamente qui, lasciando a lui l'ultima parola: oltre che per correttezza e rispetto, anche per un equilibrio interno del libro.
Ed è appunto per una questione di riequilibrio che ho sfrondato il testo del mio Caro Papa, ti scrivo di molte divagazioni inessenziali, per focalizzare meglio l'attenzione sulle citazioni dall'Introduzione al cristianesimo e dal Gesù di Nazaret e sui miei relativi commenti, con il proposito e la speranza di rendere più agevole la comprensione della densa risposta finale di Ratzinger.
Il lettore giudicherà da sé la rilevanza degli argomenti da lui scelti per la discussione fra quelli da me trattati, e l'adeguatezza delle sue risposte alle mie argomentazioni. Io mi limito a constatare l'apertura mentale di un papa che ha accettato di entrare nella mischia, scendendo su un terreno di scontro minato da provocazioni intellettuali quali la fantascienza della teologia, l'antropocentrismo del cristianesimo, la fantastoria della figura di Gesù e gli scandali della Chiesa. Ad apprezzare il suo vigore argomentativo, non privo di un sottile umorismo, nel rendermi pan per focaccia. E a ringraziarlo pubblicamente per la sua attenzione.
Il risultato di questo scambio costituisce un unicum nella storia della Chiesa: un dialogo fra un papa teologo e un matematico ateo. Divisi in quasi tutto, ma accomunati almeno da un obiettivo: la ricerca della Verità, con la maiu scola. È questa Verità che i critici del papa, e più modestamente anche i miei, bollano come «fondamentalismo»: teologico in un caso, scientista nell'altro. È questa Verità che entrambi pensiamo non solo di poter trovare, ma di aver già trovato: l'uno nella religione e nel cristianesimo, l'altro nella matematica e nella scienza. Uno di noi sbaglia, ciascuno di noi crede che a sbagliare sia l'altro, e in questo libro cerchiamo entrambi di spiegare perché.
ESTRATTO DEL PRIMO CAPITOLO
Il papa e il matematico
Torino
16 aprile 2011
Caro papa Ratzinger,
lei sarà forse sorpreso di ricevere una lettera da un matematico ateo, che si propone di intavolare una seria discussione sul rapporto tra fede e ragione. Ma sorpreso lo sarà sicuramente se mi permetterà, prima di entrare nel vivo dell'argomento, di raccontarle brevemente un episodio della mia infanzia.
Alla fine degli anni Cinquanta io ero un bambino e fantasticavo, come tutti i bambini, su ciò che avrei voluto fare da grande. Un altro bambino di quegli anni, che stava pure lui muovendo i suoi primi passi, era la televisione. Ed essa, da bambino a bambino, mi offriva due modelli a cui attingere l'ispirazione per i sogni sul mio futuro: Mike Bongiorno e Pio XII.
Per me, però, non c'era storia: il ruolo del papa mi appariva immensamente più affascinante di quello del presentatore! Più che con una cartellina in mano a far domande ai concorrenti di «Lascia o raddoppia?», mi immaginavo dunque paludato con paramenti intessuti d'oro e tempestati di pietre preziose, la tiara in testa, i guanti bianchi alle mani, un grosso anello al dito, issato sulla sedia gestatoria, sventagliato dai flabelli di struzzo ed esibito a una folla estasiata e acclamante, in trepida attesa della mia benedizione.
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Umberto Masperi il 5 febbraio 2014 alle 15:31 ha scritto:
Come commentare,anzi: come leggere ,questo libro? La prima parte (la lettera del prof. e matematico Odifreddi) con il suo stesso stile,no? Ironia,provocazione,e via dicendo. Ne bastano le prime dieci pagine, per averne già le perle: l’inizio(anzi il primo periodo della prefazione ),ad es.,dove vediamo l’”uso” della logica,col salto da: “a bassa probabilità” ad: “improbabile” (ed il p.n.c.?; e la logica minor?).Ma se la logica “filosofica” è da buttare nel cestino,vediamo quella “moderna”:... “il calcolo della probabilità … che un italiano aveva di diventare papa nell’era post conciliare era troppo bassa”: infatti ,morto Paolo VI ,il successore ,papa post conciliare, fu Albino Luciani ( che forse Odifreddi aveva calcolato che fosse … cinese,africano,dall’ accento veneto, od altro; ed ora nella lettera del 2011 con sicurezza continua: …”visto che il su esposto calcolo era risultato corretto!” -punto esclamativo compreso). Certo che “tre “vale più di “uno”:Wojtyla,Ratzinger,Bergoglio … più di Luciani, visto poi la brevità ( ancora …matematica)del pontificato di quest’ultimo . Procediamo nella lettura con l’ausilio del matematico: “ E imparai che la scelta di fede,che credevo essere determinata da motivazioni puramente soggettive, è in realtà influenzata da una variegata costellazione di fattori oggettivi:geografici,biologici,antropologici,neurofisiologici,psicologici,linguistici,filosofici,storici,sociologici, politici” (p. 7)---- Ma,mi chiedo,l’elenco è completo in questo contemporaneo Montesquieu torinese dei nostri giorni, che ha dimenticato il feuerbachiano (torrente-di-fuoco),...feuebachiano fattore “culinari” (“l’uomo è ciò che mangia-“der Mensch ist was er isst”. ”)? L’ "umano" è riducibile al numero 11! (povero Pascal,non citato mai dal Nostro. E la scelta di “ateo” non è influenzata da… ecc.ecc. ?a meno che Odifreddi,parafrasando Hegel (“Signori,io non sono un filosofo;io sono la filosofia”), ritenga di essere non un logico, ma la logica,non un matematico, ma la matematica. Certo sarà la “scienza” a guidare Odifreddi,visto che non vuol avventurarsi nella FANTASIA METAFISICA (Was ist Metaphysik?; ma il povero Kant parlava di un 'vasto oceano tempestoso'); sarà la scienza di uno scienziato che nel 2013 non si degna nemmeno di citare un certo Popper e company,visto che è convinto che la “scienza”ci fa conoscere l’ESSENZA delle cose(p.18) dimenticando il suo Galileo (“Il tentar l’essenza l’ho per impresa …”) ma rivelando che essa si origina da … Parmenide!(padre dell’ontologia) e da Pitagora!(padre dell’aritmologia simbolica, prima e dopo il suo famoso teorema). TRA QUEI FATTORI OGGETTIVI di sopra il Nostro si è lasciato sfuggire (ahi,lapsus) il “filosofici”:certo che se ne intende di … filosofia avendo frequentato,nella sua adolescenza, l’Istituto per geometri ( e quindi non ha bisogno di entrare in un’aula liceale durante le lezioni di Storia della filosofia). Un giorno uno studente distratto,leggendo certe affermazioni,penserà che Odifreddi era lo pseudonimo di un positivista ell’Ottocento…
*** PS.Il Nostro ,amante della verità (o insofferente dei cattolici?) FA DA MAESTRO al papa emerito,terminando la sua lettera così: “Nel presente commiato e salutandola,mi permetto umilmente di suggerire a lei,così come a tutti i suoi fedeli(NB. :quindi ne ho l’onore anch’io.sottoscritto):Abbassate le vostre difese!" ecc. ecc. ( visto che io ,ateo,non abbasso le mie)e ,FACENDOSI PALADINO (non bastando quell’umile suggerimento) del papa polacco, come se questi avesse bisogno anche da lassù di un avvocato difensore, ci fa sentire la sua voce: “Non abbiate paura!Non abbiate paura! Conoscerete la verità. E la verità vi farà liberi”---(anche quel "Galileo" di duemila anni fa ha codesto onore,della citazione).
FINALMENTE abbiamo chi ci è maestro di libertà, oltre che di verità. Allora,citazione per citazione, ripetiamo ad Odifreddi quello che il grande Platone (filosofo,non scienziato)indicava a chi gli osservava di vedere il cavallo e non la cavallinità (IDEA del cavallo): che bisogna avere occhi adeguati,adatti,nuovi. E QUESTO NON VALE ancor più per la VERITA’, oltre che per le Idee ( che non sono le … fantasie teologiche della teologia-fantascienza)? soprattutto per la Verità , con la V maiuscola?visto che per Odifreddi c’è solo quella scientifica,valida per certi occhi, e per quelli di chi incarna la difesa della LIBERTA’ (pre-giudizi compresi) forse a cominciare da quei suoi quattro anni di seminario,dopo gli altrettanto primi quattro dalle Suore Giuseppine ( ma citare Freud,si sa,vale solo per gli altri, i credenti, non per i nostri,gli atei del terzo millennio …).
Umberto Masperi il 6 febbraio 2014 alle 14:37 ha scritto:
Un secondo commento (premesso che le sottolineature maiuscole sono di chi scrive,non di Odifreddi,alias O.).
A) ^^^ARISTOTELE (Met. 4,1 1003°, 21-26)***”C’è una scienza che studia l’essere in quanto essere e le sue proprietà in quanto tali. Essa è diversa da ognuna delle scienze particolari:perché nessuna delle altre scienze studia in universale l’essere in quanto essere,ma,dopo averne recisa qualche parte,di questa considera le determinazioni. Così le matematiche”.
(NB: scienza”episteme”= “stare su”,sui piedi,prof. Odifreddi)/l’essere “to on”,ossia “ciò che c’è”/in universale “katolou”; olon-tutto)
^^^ODIFREDDI (p.84) ***” …pura ragione della FISICA di tutto ciò che c’è “(a)…quindi alla FEDE CRISTIANA nella METAFISICA (b)… che andando OLTRE tutto ciò si configura come pura fantascienza e pura fantasia.”(c)
NOTE: (a) cfr. p.38: def. come la NATURA(ossia,osservo, un termine sempre ambiguo…vedi sotto.Almeno Foscolo la chiamò”Questa bella d’erbe famiglia ed animali”,evitando la connotazione ambigua e di … comodo!). QUINDI la FISICA di O.se è .. “di tutto ciò che c’è”, è la…Metafisica! (b) chiedo:perché “fede” nella metafisica?questa si origina dalla fede o dalla ragione-logo?(c) osservo,ancora:OLTRE “tutto ciò che c’è” ,caro prof., c’è il … “non c’è”,quindi il “nulla”;ma se per O. l’OLTRE, è pura fantascienza…,ecc la fantascienza è “qualcosa”!,quindi ,per coerenza LOGICA ,si deve conclude che per O. nulla=qualcosa,venendo meno così il MASSIMO PRINCIPIO,p.n.c (Parmenide:l’essere e il nulla non possono coincidere; o,detto in altro modo: Essere+non essere=0).
B) ^^^GESU’ in O. e ...concetto (filosofico )di possibilità (possibile=ciò che non è contraddittorio). Cfr.,p.58 ***“… era POSSIBILE che nei Vangeli non si parlasse di un unico contraddittorio (sic!) individuo,ma di uno o più dei tanti santoni…?Di uno o più dei tanti ciarlatani che turlupinavano, ecc.?”. Alle due domande (cfr.il ?) ne aggiungo un’altra: era POSSIBILE che dieci minuti prima di scrivere questo,la sua "metastoria",il prof. si fosse scolato due bottiglioni di barbera ?(sempre:possibile=non contraddittorio), oppure è solo legittimo il brutto “possibile “ riferito a chi visse duemila anni fa e non riferito a chi scrive nel 2011?
C) ^^^ Il “mio” credo (p.104):…***”…professare la fede (e dai!) in un solo Dio…la Natura…”. “..uno Spirito puramente Immanente che procede dalla Natura e dall’ Uomo..” ( c’era bisogno dell’aggiunta “Uomo”se … la Natura “è tutto ciò che è”?).
(p.106):***” … La ragione umana trova nella Ragione cosmica una TRASCENDENZA…” ( quindi lo Spirito immanente è … Ragione trascendente; ossia:immanenza=trascendenza?, ed il p.n.c.,come nel caso dell’ “oltre tutto ciò che è” ,va a finire,con licenza parlando dato le licenze linguistiche, aggettivi compresi, del prof.,va a finire …).
°°°Credo in Unum Deum:il Deus sive Natura (“alla” Spinoza? o, con lo ‘spirito immanente’, “alla” Giordano Bruno?e altri del tempo ,oppure “alla” versione stoica riveduta 2000 anni dopo?Prof. ,che tristezza per "noi" intellettuali,non io che non lo sono:quanti libri da allora sono stati scritti inutilmente…).
D)^^^Last but not least (visto che anche O. ama le citaz.)
(p.108)*** “… c’è del metodo nella sua FOLLIA (…) .Anche se continuo a pensare che di follia si tratti…”. Nella follia di O. (vedi supra) , non troviamo nemmeno del metodo,solo affermazioni perentorie,da ipse dixit (ipse=il prof.):viola il p.n. c. ,ed Aristotele, da cui siamo partiti (prof.: lo riporti nei suoi florilegi,oltre ad Einstein,Darwin,ecc.) scriveva che chi si contraddice è “omoios phyto” come un tronco (albero).E’ questo lo stadio dell’evoluzione del NOSTRO?
E) ^^^TERRENO MORALE (visto che il matematico è il solo esperto anche in questo campo) (p.94): contro la posizione del “...diritto inalienabile alla vita,FIN DAL SUO CONCEPIMENTO” ...della (fantascientifica )teologia (cattolica) e filosofia. *** “Ora (scrive il Nostro che è uomo di scienza,solo di scienza) la “vita umana fin dal concepimento”è un’espressione contraria non soltanto all ’EVIDENZA(sic) SCIENTIFICA, ma anche alla tradizione filosofica” ( che poi sarebbe la tesi di Tommaso d’Aquino?).
Ma lasciamo la filosofia (per non citare l’’evidenza’ husserliana che è …altra fantascienza )e passiamo alla scienza che si chiede :fino al quattordicesimo giorno… “individuo” attuale ( ma non si parla di “vita” umana?)… fino al sesto giorno cellule totipotenti…
Allora rispondiamo al dubbio amletico odifreddiano:
***“Quanto all’umanità (NB. quindi non più individuo, ma “umanità” ,suo lemma scientifico,per “vita umana”) ma poi,tutto dipende da cosa significa il termine. Se la presenza di un sistema nervoso .. percettività sensoriale… autocoscienza… parola … ragione.. ( i puntini di sospensione sono del prof. che negli elenchi è un po’ carente,nel numero,matematica sempre!,se non copia da altri)”.
Difendo il prof.:è chiaro che il Nostro non ne ha colpa,nei quattro anni di seminario non avrà avuto l’educazione sessuale, e,in seguito, se la FISICA è tutto, la genetica per lui non esiste ( con la fusione dello spermatozoo con l’ovulo, la cellula non ha un patrimonio genetico di vita umana ?O è vita,genetica, di un cane? O di un gatto? o di un gorilla , o di un ominide da cui discendiamo?).
E’ vita umana in atto,caro prof., e il concetto di “atto” è concetto filosofico. L’essere in potenza(altro concetto filosofico),l’essere in potenza un individuo poi a certi livelli, NON ANNULLA l’ESSERE IN ATTO UNA VITA UMANA.
E ora si è dimenticato del suo dire che la scienza ci fa conoscere l’ESSENZA delle cose,correggendo Galilei ( e quindi: la cellula come “essenza” ,l’ha scritto lei,altrove nella sua lettera,essenza della vita).
L’aborto non è quindi, dal concepimento, la soppressione di una vita umana in atto,e quindi ANCHE di quella in potenza-individuo-sistemanervoso-percettività sensoriale-autocoscienza-parola-ragione e (perché no?)-scienziato-matematico-lettera al papa”Caro papa teologo” (non lo dico io, ma Aristotele:l’ATTO precede la POTENZA,l’essere in atto precede l’essere in potenza).
**** APRITE IL VOSTRO CUORE alla matematica e alla scienza! (sempre punto interrogativo compreso).
^^^CARO PROF.ODOFREDDI(non “ateo” come erroneamente la chiama il papa emerito): se quella “matematica” e “scienza” è (endiadi) la SUA, LE chiedo: quale futuro ci attende? Qui Darwin la lascia solo, non lo dimentichi. ( e c'è in questione la LIBERTA',non quella neurofisiologica libetiana del mezzo secondo (p.41),ma quella di cui parlava un filosofo (ateo!) di nome Sartre che non ha gratificato di una sola citazione.
Umberto Masperi il 10 febbraio 2014 alle 12:04 ha scritto:
+++ Il cap.XVII (pp.90 ss.) è dedicato ad amore e sessualità secondo la Chiesa. Visto che la risposta del papa non tocca questo argomento ( e potremmo dire:a ragione,perché ci sono libri SERI ,che illustrano la posizione della chiesa, che O. non cita, per lasciar spazio solo alle sue …. polemiche ) qualche osservazione non è legittima?
*** PRIMA FASE.
+++ CONTRO la tesi (cfr. Catechismo) che la “FAMIGLIA ,PER SUA NATURA, è ordinata alla GENERAZIONE dei figli ed è INDISSOLUBILE,secondo l’originario disegno di Dio”,c’è l’obiezione di O. che … “non SEMBRA”( ma qui basta il “sembra”?)… “non SEMBRA VOLONTA’ divina, ma pii desideri vostri” (cioè dei cattolici).
^^^ 1) Prima motivazione del “sembra”:
nell’A.T. NON E’ IMPEDITA la poligamia ed il divorzio. Faccio allora presente: a) :nella Genesi (A.T.)si parla di “UNA sola carne” (2,24)… e questo è già chiaro per se stesso (come poi il riferimento ad esso dei Vangeli); b): gli esempi di poligamia e di divorzio (Abramo,ecc,ecc. citati da O.) sono la “concessione”-“non impedimento” di Dio, oppure dei ‘dati di fatto’ della cultura,civiltà,costumi del tempo? Rapportati al “sola carne” si tratta della stessa cosa? E’CHIARO che abbiamo un problema ermeneutico : la “parola” di Dio si incarna sempre in determinati contesti (è rivolta agli uomini,non alle nuvole) ma il suo significato si identifica tout court con essi?
^^^ 2) Seconda motivazione del “sembra”:
nemmeno il vangelo nel “Discorso della montagna” era così CATEGORICO sull’indissolubilità. Osservo ancora:QUI a)o leggiamo attentamente b)o ,come per altri argomenti già denunciava Galilei ai suoi avversari : citare la Bibbia senza capirne il vero significato,quindi a sproposito, anche su questo Odifreddi è rimasto a quel livello ? e ancor più egli ACCUSA il Concilio di Trento di “salti mortali” nella rimozione di “quel” passo (ma quale?; forse intende l’ammissione di Gesù del divorzio nel caso di “concubinato”);vediamo se è un salto mortale del Concilio o una sua giusta “comprensione”(e quindi il salto mortale, in casu, lo fa O. nel rimuovere ,speriamo per ignoranza,e non per mala fede, il preciso significato).
***TESTI:
A) Mt. 19,6 :“Quello che Dio ha congiunto(sunézeuxe) l’uomo non separi(mè chorizéto”.) NB. Qui è indicata chiaramente la contrapposizione Dio-uomo! (anche cfr.Mc.16,9:stessa espressione): QUESTO sì che è CATEGORICO ( mentre l’”ammissione” ha altro significato,non “categorico”,vedi sotto.).
B) Sul ripudio,che annullerebbe il “categorico”, partiamo dal fatto (“controllabile” come in ogni procedimento “scientifico”) che solo Matteo indica: ..” SE non per porneia…” (e qui lasciamo la parola greca”porneia”,perché occorre coglierne il PRECISO significato ( Odifreddi= concubinato, trad. CEI =Unione illegittima, altri: Fornicazione-fornicationem,(vulgata) fornication, wegen Ehebruchs, infidélité, hoererij, otukt,Hors Skyld, fornicación, fornicação ecc.):Porneia,per chi conosce il greco,non è “moicheia-adulterio “…(quindi certe traduzioni sono inesatte): è il comportamento di chi è immorale (”impudicizia”,nella trad. ediz. Emmaus); e in questo caso equivale al: “contro” quel …“DIO ha congiunto” ,quindi “contro” il … “unica-carne”-marito, e “contro” il .. “unica-carne”-se stessa della moglie-porneia ( anche se viene da chiedersi,pur tralasciando la parità dei sessi di oggi,ma rifacendosi sempre all’ “unica carne” perché i giudei non ammettevano anche un “marito-porneia” nella loro legge; colpa anche qui di Dio?).NB: perchè SOLO Matteo ha quella … eccezione, che non c’è in Marco,né in Luca ?( il motivo è chiaro:l’ ambiente dei GIUDEO-cristiani in cui scrive Matteo; e per i GIUDEI la porneia riportava alle proibizioni del Levitico,l’unione incestuosa che non era ... l’unione della Genesi. Allora è la chiesa cattolica tridentina che “rimuove” ... o gli altri che “aggiungono” ulteriore significato … secondo il loro melius abundare quam deficere, rasoio di Ockham alle ortiche?). Arriviamo al punto (con il ... “com’è scritto “…,sottolineato da O.,compreso; a proposito del quale chiediamoci quanti piromani ci sono tra protestanti,anglicani,ortodossi visto il “com’è scritto “ ... di Luca 12,49-53: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” … ): i protestanti,gli anglicani,ecc. si rifanno al CATEGORICO di Gesù o alla “concessione” a quei giudei del tempo? In certi periodi storici,continuiamo, (purtroppo anche da parte di uomini di chiesa, vedi ad es. i Borgia , ma non solo se andiamo ad un certo 'Alto Medioevo ) c’era alla base il motivo di quella concessione giudaica o c’erano altre ragioni (es. politiche ,o di proprie tendenze, anche sessuali, …da sette mogli…) come per Enrico VIII, visto che O. cita gli anglicani?
*** Veniamo alla facile accusa di “SESSUOFOBO”a Paolo di Tarso (della Prima Lettera ai Corinzi )che elogia il celibato ( e perché chi “elogia” è sessuofobo? non bisogna vederne,capirne, il motivo?) e consiglia il matrimonio SOLO come rimedio… “… perché è meglio sposarsi che ardere”( premesso che il “SOLO” lo aggiunge O.,mentre Paolo scrive facendo riferimento ad una certa situazione, se questo consiglio lo desse OGGI uno psichiatra,psicologo,psicanalista, per, appunto, certe situazioni (…di chi “arde” ),sarebbe uno psichiatra-psicologo-psicanalista sessuofobo?). E SA Odifreddi, a proposito di contesti storici, quale “realtà” era,in tema di “sesso”e di comportamenti sessuali, la Corinto a quei tempi? E quindi le “porneiai”(al plurale = dià tàs pornèias) non erano un semplice modo di dire,visto poi che la fantasia è inesauribile anche in questo settore?.
+++ Sul concetto di “fobia”: chiediamoci ( o siamo ingenui?) :la PAURA del sesso non esiste in coloro che non hanno ritegno,cercano ogni occasione per i propri istinti … ? alla loro “paura” non è unita, in quei casi,talora, anche la SCHIAVITU’del non poter fare diversamente,una forma di sesso-dipendenza? (rileggiamo il mito di Eracle al bivio di Prodico ,o la “figura” del Callicle-caradrio nel Gorgia).PAURA,SCHIAVITU’ … “risuona” il discorso di certi esistenzialisti, anni fa, sulla BANALITA’ del sesso (nausea-noia comprese) vissuto a quel modo.
*** SECONDA FASE
Dopo quella “biblica”, dell’attacco contro la chiesa:
fase dell’argomento di tipo SCIENTIFICO (‘più consono ai tempi moderni’).CONTRO il “famiglia NATURALE” troviamo che … l’ argomento scientifico del Nostro è (ipse dixit) l’antropologo Remotti (la famiglia “naturale” è nient’altro che …“espressione di un relativismo culturale limitato nello spazio e nel tempo”).Al che si può chiedere se ANCHE la “famiglia …NON naturale”, non sia “espressione di un relativismo culturale,ecc.”. Chissà se si ricorda il professore degli anni intorno sessantotto con le “comuni”,con i”figli dei fiori”(donne-uomini al naturale senza limiti…), senza limiti,vietato vietare ..? Che fine hanno fatto?” Qui” il “relativismo” non lo vede un antropologo?
°°° Citare infine S. Agostino di Ippona sul nostro problema (SESSUALITA’) significa fare un buco nell’acqua: ignorare che la scelta cade su chi presenta precisi limiti, e quindi certi errori: visse in un tempo di crisi (come San Paolo per Corinto), quando ( e dove) c’era quel dualismo manicheo (cfr. l’identificazione manichea di “materia” e “male”) che portava a errori sulla sessualità che condizionarono, purtroppo, Agostino anche dopo la conversione . E il manicheismo era sorto FUORI dalla chiesa, aveva altra origine (Mani) ma ,ancora purtroppo,era penetrato DENTRO la chiesa, tra certi cristiani (fenomeno pure dei secoli successivi,es. nel Medioevo ed oltre: basti pensare ai catari, e ad altre forma di dualismo).
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SE C’E’ un testo NON sessuofobo ( ed è la fedeltà ad esso che è richiesta ad un … cattolico) è proprio quello dei vangeli ( e se c’è una PERSONA che dimostrò di non essere tale fu CHI Odifreddi aveva cercato di inserire nel novero dei ciarlatani del suo tempo, il Gesù di sopra).