Per comunicare meglio
54. I casi difficili/23. Presentare una novità (Roberto Laurita)
DOSSIER
I nostri modi di dire
14 «Il nostro fratello è già in paradiso»
1. «Il nostro fratello è già in paradiso»
(Alberto Carrara)
2. Il “paradiso”: prospettiva teologica (Giovanni Ancona)
3. La predicazione sui “novissimi” (Giacomo Canobbio)
SUSSIDIO
Chi cerca la felicità?. «Si avvicinarono a Lui...»
(Massimo Pirovano)
PREPARARE LA MESSA
Dalla 29ª domenica ordinaria alla solennità di Cristo, Re dell’universo
29a domenica ordinaria
(Alessandro Gennari, + Gianni Ambrosio, Michele Roselli)
30a domenica ordinaria
(Alessandro Gennari, Paola Bignardi, Michele Roselli)
Tutti i Santi (Alessandro Gennari, Martino Della Bianca)
Commemorazione dei fedeli defunti (Martino Della Bianca)
31a domenica ordinaria
(Alessandro Gennari, Cecilia Cremonesi, Daniele Piazzi)
32a domenica ordinaria
(Alessandro Gennari, Ina Siviglia, Daniele Piazzi)
33a domenica ordinaria
(Alessandro Gennari, Maria Agnese Moro, Gabriele Tornambé)
Gesù Cristo, Re dell’universo
(Alessandro Gennari, Michele Nicoletti, Gabriele Tornambé)
Per comunicare meglio
54. I casi difficili /23
Presentare una novità
di Roberto Laurita
Nel testo presentato nella puntata precedente, avevamo rilevato come i problemi connessi con la nascita di un’Unità pastorale di fatto non appaiano.
Naturalmente la gran parte dello spazio di quell’intervista è consacrato ad illustrare le ragioni ideali che stanno alla base dell’Unità pastorale, che è «una forma di comunione, collaborazione e corresponsabilità tra due o più parrocchie». Il patrimonio simbolico mobilitato è di tutto rispetto (1 Cor 12 e Ef 4,12-16), con citazioni anche corpose (alcune righe). Gli obiettivi sono decisamente cristologici: comunione «innanzitutto con il Signore Gesù»; corresponsabilità come modo per volgere «le pluralità di attitudini a svilupparsi nell’armonia dell’unico intento: andare a Cristo e condurre a Cristo». Anche l’impianto ecclesiologico è solido. Il fine è «il sostegno e la valorizzazione di tutti i cristiani» perché ognuno «ha un dono “particolare” per il bene di tutti» e si tratta di «diventare più cristiani insieme», prendendosi cura gli uni degli altri. Del resto la Chiesa è «un corpo vivo e vivente». Che cosa pensare globalmente di questo documento?
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