Presentazione
Nel fervore della generosa e corale risposta dei cattolici di tutto il mondo all'invito per celebrare un «Anno Santo», nonostante difficoltà e perplessità manifestate da alcuni gruppi, dalla mente serena e illuminata di papa Paolo VI nasce un documento affascinante, un richiamo forte, fondato sulla parola di Dio e sulla tradizione della Chiesa. È una riflessione concreta e ben ponderata, un invito alla gioia come dimensione dell'uomo redento, come impegno di testimonianza per un cristiano, come un itinerario segnato nel cammino della parola di Dio per approdare alla pienezza di vita pensata e offerta da Dio alla sua creatura. È la Esortazione Apostolica Candele in Domino, che il Papa stesso presenta come «un inno alla gioia divina che noi vorremmo intonare per suscitare un'eco nel mondo intero e anzitutto nella Chiesa».
Era il 17 maggio 1975 nel pieno svolgimento della nuova esperienza ecclesiale, quando questo documento viene pubblicato, e sembra spegnersi subito dopo una breve risonanza nella opinione pubblica, senza creare quell'eco che il Papa desiderava e lasciando indifferente anche la riflessione cattolica. È una strana situazione spiegabile forse soltanto pensando alla forza della stampa, che ormai aveva gettato sulla figura di papa Montini una connotazione accettata passivamente e ripetuta come un dogma. Si parlava del Papa amletico, del Papa mesto, del Papa sfiduciato, senza mai ripensare e valutare la verità o meno di quanto veniva asserito e senza confrontarsi invece con le continue espressioni di coraggio, di fiducia, cioè di una fede vissuta con entusiasmo e speranza senza limiti. Questo scritto ufficiale così luminoso e sereno, così attento alla sensibilità generale e così ricco di riflessioni e di spunti per approdare a una lettura positiva e coraggiosa della storia, venne subito dimenticato, e nessuno ebbe il coraggio e la lealtà di accorgersi che era il primo scritto ufficiale della Chiesa tutto dedito alla gioia, nato proprio dalla esperienza del continuo affluire a Roma di pellegrini desiderosi di «rinnovamento e riconciliazione» come indicava il tema stesso dell'Anno Santo.
Ai nostri giorni così confusi tra speranze e tragiche situazioni di violenze, terrorismo, miseria e guerre, l'invito di Paolo VI risuona con una urgenza ancora più grave e chiama il mondo cristiano e gli uomini di
buona volontà a una riflessione concreta, a una visuale fiduciosa per ritrovare lo slancio della gioia che apre strade nuove per una meno difficile convivenza e un impegno coraggioso di chi si dice e vuole essere cristiano. La gioia di cui parla il Papa non è un sentimento passeggero, quasi una fuga nel sogno di una realtà che non c'è: è una risonanza profonda nell'animo umano di certezze e di garanzie offerte dalla parola di Dio e vissute nella fede quotidiana: è la forza che supera ostacoli sempre ricorrenti e genera un comportamento fiducioso nel disegno provvidenziale affidato alle mani dell'uomo.
Come sempre, la riflessione di Paolo VI inizia con una esplorazione su tutto il mondo umano, continuamente alla ricerca della gioia nel dedalo dei sentimenti e delle mai sopite delusioni che tradiscono il bisogno profondo del cuore, e nel medesimo tempo indica e sostiene la riscoperta di quanto Dio stesso ha seminato nella sua creatura. Tutta la trattazione del tema della gioia si fa «attenta alla invocazione che sale dal cuore dell'uomo, dall'età dell'infanzia fino a quella della serena vecchiezza come presentimento del mistero divino». È lo stile di questo Papa che vuole aiutare l'uomo a scoprire dentro di sé le tracce indelebili di un percorso che conduce alla scoperta dell'azione di Dio e lo rende più vicino e più desiderato nel cammino quotidiano.
Ripubblicare dopo trent'anni l'Esortazione sulla gioia ha lo scopo di mettere sotto gli occhi e nel cuore dei cattolici questa luminosa sorgente di una verità così feconda da cui far fiorire speranza, possibilità di interventi, e quell'ottimismo che nasce soltanto dalla certezza di possibili nuove soluzioni ai grandi problemi umani. È un impegno non facile, ma è un dovere di fedeltà e di servizio alla Chiesa nella luce di un pontificato le cui linee portanti si mostrano ancora oggi vive ed efficaci.
Ecco perché e come nasce questa pubblicazione: non un ricordo pietoso di una personalità ormai lontana nel tempo, e nemmeno la riesumazione di un'opera sorpassata e svuotata del suo valore, ma un invito, un richiamo appassionato a una ricchezza seminata da Dio in ogni sua creatura perché possa realizzare il suo disegno d'amore, e nel mare inquieto e tempestoso di oggi approdare con gioia alle acque della salvezza. L'immane tempesta, che sta sconvolgendo l'umanità intera, può trovare annunci di pace e linee di equilibrio in questa proposta di gioia sempre offerta da Dio all'uomo di ogni tempo.
Perciò, oltre al testo integrale di quel documento, abbiamo scelto alcuni scritti sulla gioia che Paolo VI offriva frequentemente ai suoi ascoltatori sia come arcivescovo a Milano che come sommo pontefice, segno
della sua attenzione al dramma dell'uomo deluso e tentato di pessimismo e sfiducia. Abbiamo aggiunto anche alcune testimonianze di chi allora ne era rimasto profondamente segnato e di altri che lo hanno poi meditato mettendo in luce indicazioni, linee maestre, intuizioni, oggi come ieri e più di ieri, opportune e urgenti che aiuteranno a ricavare tutta la complessità e Fattualità di quanto il Papa offriva al mondo.
È oggi soprattutto il modo più autentico e più vincente per superare ogni tentazione di rifiuto e di abbandono della fede, e scoprire invece la gioia della adesione al mistero di Dio, sorgente della propria pienezza. Si ritrova perciò una traccia per quella «nuova evangelizzazione» proposta da Paolo VI e inseguita con passione dal suo successore Giovanni Paolo IL Rileggendo questo documento sarà facile sentirsi chiamati per nome e invitati alla scoperta mai conclusa della fortuna della fede ricevuta e seguita.
Siamo grati a Mons. Pasquale Macchi per aver voluto questa nuova edizione della Esortazione Gaudete in Domino e vorremmo che essa entrasse di nuovo nell'animo del mondo cristiano e producesse frutti sempre nuovi, desiderati da chi questo documento ha prodotto e consegnato alla Chiesa. È anche un'occasione per ricordare con Paolo VI il Segretario, ora tornato alla casa del Padre, la sua totale dedizione nel servizio umile e silenzioso alla Chiesa, la sua azione pastorale dapprima al Santuario di Santa Maria del Monte presso Varese, poi come arcivescovo a Loreto e, non ultimo, come presidente della Fondazione Ambrosiana Paolo VI di Gazzada. Ci spiace che ora non potrà vedere con gli occhi umani questo lavoro svolto in suo nome, ma siamo certi che lo presenterà lui stesso a Dio Padre raggiunto nella sua beatitudine e al suo Papa con cui condivide il gaudio eterno.
Questa pubblicazione conservi nel mondo la ricerca della gioia offerta da Dio, allarghi questa nuova mentalità e faccia scoprire la ricchezza infinita di questo dono che può finalmente entrare a rinnovare la Chiesa e il mondo. Ci auguriamo che sia anche un richiamo luminoso di tutta l'azione del Papa del Concilio, del Papa iniziatore dei grandi viaggi apostolici, del Papa attento a ogni segno provvidenziale, e apra nuove tracce di testimonianza del suo totale servizio di operaio per la messe già pronta, come Gesù indicava.
Per parte nostra vogliamo accettare e realizzare al meglio l'impegno richiesto in questa Esortazione, certi come siamo, e lo chiediamo nella preghiera, che Paolo VI e il suo Segretario ci aiuteranno a «ritornare alle sorgenti della gioia».