Editoriale
Studi
ANTONIO LANDI, Da Gerusalemme ai confini della terra (At 1,8). I destinatari della missione cristiana negli Atti degli Apostoli
PIERLUIGI CACCIAPUOTI, Il peccato originale davanti alla sfida di Darwin
LUCIANA SIOTTO, Una lettura spirituale dell'icona della Trinità di Andrej Rublev
ROBERTO TESSITORE, La Divina Commedia come esperienza mistica del Sommo Poeta
Note critiche
GAETANO ORIGO, L'unità di azione e fatto nel giovane Johann Gottlieb Fichte
EDOARDO SCOGNAMIGLIO, Fine corsa? La crisi del cristianesimo confessionale. Riflessioni in margine a un recente saggio di sociologia
Rassegne&Figure
MICHELE GIUSTINIANO, Il testamento biologico: approccio ecumenico e interreligioso
Libri
Recensioni
Schede bibliografiche
Libri ricevuti
EDITORIALE
Le poche righe a introduzione di questo fascicolo doppio della rivista
espressa dalla Sezione S. Tommaso d’Aquino rappresentano per me un saluto
affettuoso che rivolgo ai nostri lettori, i quali ci onorano dell’attenzione
e della pazienza richiesta da chi, con fatica, tenta di offrire frutti succosi
della ricerca teologica. Parimenti, esterno ai nostri autori il mio sentimento
di riconoscenza per il loro prezioso lavoro: un contributo di competenza e di
sforzo intellettuale.
Il numero che ci apprestiamo a presentare si compone di quattro studi,
due note critiche e una rassegna. Iniziamo il percorso di presentazione
dal tema della missione, trattato da Antonio LANDI nel contributo dal titolo
Da Gerusalemme ai confini della terra (At 1,8). I destinatari della
missione cristiana negli Atti degli Apostoli. Le parole di Gesù in At 1,8,
poco prima di ascendere al cielo, costituiscono parte della risposta al quesito
sul tempo della ricostituzione del regno d’Israele. Il Risorto, però, invita
i suoi discepoli a non attardarsi su tali argomenti, che sono di pertinenza
del Padre, bensì a concentrarsi sugli eventi che li vedranno protagonisti:
con la discesa dello Spirito su di loro, tale da trasformarli in suoi “testimoni”
da Gerusalemme, passando per la Galilea e la Samaria, fino ai confini della
terra. Infatti, la narrazione degli Atti concentra la sua attenzione sulla
comunità intenta a portare l’annuncio del Vangelo ai giudei, aprendo gradualmente
le porte ai samaritani e iniziando a rivolgersi alle “genti”, prima
timidamente, a persone singole come l’eunuco etiope (cf. At 8,26-39)
e il centurione Cornelio con la sua famiglia (cf. At 10), poi in maniera
sempre più decisa con i viaggi missionari di Paolo di Tarso. Si ricava la
consapevolezza che l’autore degli Atti non voglia affatto, come conclude
Landi, delineare un profilo missionario che segni la preferenza per le genti
a scapito del giudaismo, bensì un programma di integrazione, in cui, da
una parte i giudei riscontrino il compimento delle promesse contenute
nelle Scritture e, dall’altra, i gentili una risposta alla loro domanda religiosa.
L’annuncio cristiano, per il quale in questi due millenni, tanti si sono
impegnati con sacrificio e, talvolta, a costo della vita, ha davvero finito la
sua “corsa”? È il problema a cui tenta di offrire una risposta il volume di
Luca Diotallevi, professore di Sociologia all’Università Roma Tre, del quale
Edoardo SCOGNAMIGLIO propone una lettura critica nell’ampia nota Fine
corsa? La crisi del cristianesimo confessionale. Riflessioni in margine a un
recente saggio di sociologia. In realtà, come emerge dalla ricerca del sociologo,
non è l’annuncio del Vangelo a essere penalizzato nel contesto attuale,
bensì le forme confessionali del cristianesimo, che risultano in crisi ed
emarginate dalla realtà. Stiamo vivendo un passaggio nel quale «lo sguardo
nuovo e ultimo del cristianesimo, dopo la fine della corsa della religione
confessionalizzata, dovrà essere sempre più mistico, ossia escatologico,
aperto alla speranza, capace cioè di creare nuovi stili di annuncio e nuove
forme aggreganti negli spazi urbani che hanno bisogno di umanizzazione»
(p. 124).
Tale “sguardo nuovo e ultimo” del cristianesimo impone di guardare
in direzioni finora ancora troppo poco frequentate. Ci riferiamo alla via
pulchritudinis e al dialogo con la scienza. Quanto all’ambito della bellezza,
offriamo ai lettori due studi. Nel primo, Lettura spirituale dell’icona della
Trinità di Andrej Rublev, di Luciana SIOTTO, si delinea in chiave storicocritica,
teologica e simbolica questa celeberrima icona, da contemplare non
solo come frutto di un artista di livello altissimo, ma soprattutto di un mistico
quale era Rublev, sulla scia di tutta la tradizione orientale. Il fascino
delle icone, dunque, partendo dal fattore estetico, è in grado di accendere in
tanti il desiderio di avvicinarsi all’interiorità, a una fede più profonda, a un
approccio alla Scrittura e al suo mondo simbolico, illuminando la propria vita
e insegnandole a scoprire dimensioni solitamente trascurate da chi è abituato
a guardare l’aspetto superficiale della realtà. Nel secondo saggio, La
Divina Commedia come esperienza mistica del Sommo Poeta, di Roberto
TESSITORE, si esorta a guardare un poema, con il quale la maggioranza degli
italiani si è confrontata a scuola, in una maniera senz’altro diversa e suggestiva.
La Divina Commedia non è soltanto un’opera d’indiscutibile valore
letterario, un capolavoro in cui si fondono tante prospettive, dalla filosofia
alla teologia, dalla passione politica ai drammi esistenziali, ma anche un
invito a viaggiare per ritrovare sé stessi e una chiesa che abbia il coraggio di
riformarsi, di tornare alla purezza del Vangelo e risorgere con Cristo. [...]