Marco - Commento e lectio

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Il secondo vangelo canonico (secondo gli studiosi moderni il primo, in origine, dei quattro canonici giunti a noi) è attribuito a Marco, detto anche Giovanni.

Marco non fu apostolo e neppure discepolo di Gesù: fu discepolo di Paolo e di Barnaba, prima, e di Pietro poi, per più lungo tempo. Nato a Gerusalemme, era figlio di una certa Maria, che aveva una casa nella quale si radunavano i primi cristiani. Essi vi erano infatti radunati quando Pietro fu miracolosamente liberato dal carcere per l'intervento misterioso di un angelo. Marco era nipote di Barnaba e quindi, probabilmente, un levita anch'egli. Dovette convertirsi al cristianesimo assai presto, e dopo la morte di Gesù, si sentì portato all'apostolato. Fu dapprima compagno di Barnaba, da cui fu condotto ad Antiochia, accompagnando il cugino e Paolo durante la prima parte del loro viaggio apostolico. Si staccò da essi a Perge di Panfilia, non sappiamo perché, e se ne ritornò a Gerusalemme. Paolo lo ebbe poi ancora accanto durante la prima prigionia a Roma nel 61-63.

Fu però in compagnia di Pietro che Marco percorse il mondo, e di lui divenne non solo discepolo, ma, come lo dice un'antica tradizione, interprete e segretario, giacché ne compendiò la predicazione nel vangelo che prende il suo nome.

Pare che Marco sia stato evangelizzatore ad Aquileia e vescovo di Alessandria d'Egitto, ove sarebbe anche morto martire. Il suo corpo venne trasportato a Venezia nell' 828, e in seguito fu eletto protettore di quella Repubblica.

Marco scrisse a Roma, in lingua greca. Secondo antiche testimonianze, furono i cristiani stessi, desiderosi di conservare la predicazione di Pietro, che pregarono Marco di metterla per iscritto, poiché egli "da gran tempo era discepolo dell'apostolo Pietro e ricordava a memoria le cose insegnate da lui".

Il suo vangelo è rivolto a cristiani che provengono dal paganesimo. Quando in esso ricorrono termini aramaici, vi si legge anche la traduzione; usi e costumi degli Ebrei vengono spiegati.

Il tema essenziale del vangelo secondo Marco e' la manifestazione del Messia crocifisso. Centrale è pure, secondo gli studiosi, la modalità dell'epifania messianica in Marco: essi parlano di "segreto messianico" di Gesu'.

Nel testo, a piu' riprese Gesu' chiede di non manifestare la sua identita' e di non divulgarla (1,34; 3,11-12; 1,44; 5,43; 7,36-37; 8,30; 9,9), scegliendo una pedagogia di manifestazione progressiva del mistero della sua persona e della sua missione. Il Regno di cui Gesù è già presenza attuale e', infatti, altro da quello che il messianismo politico degli Ebrei del tempo si attendeva. La manifestazione aperta della sua identità avverrà durante la sua Passione: ad essa è dedicata la parte preponderante di questo vangelo.