Fare progetto culturale. Temi e percorsi sulla questione dell’uomo e della verità
(Progetto culturale della chiesa italiana) [Con sovraccoperta]EAN 9788821562709
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«Non c’è contrapposizione tra attività pastorale e impegno culturale: la Chiesa fa cultura attraverso la sua vita quotidiana, nella molteplicità delle sue attività: dalla catechesi alla liturgia, dalla pietà popolare al servizio ai poveri, e l’azione della comunità cristiana ha una qualità e uno spessore culturale che si nutrono di una tradizione bimillenaria, comunicano una sapienza per la vita presente, indicano le sfide che sorgono per il futuro dell’uomo. Si tratta di prendere sempre consapevolezza di tutto ciò, con un’attenzione intelligente a ciò che si fa e a come lo si fa. Il risultato sarà anche quello dell’acquisizione di una più forte valenza educativa della prassi pastorale nelle sue diverse forme, comprese quelle più comuni e semplici» (p. 9): in queste righe, dedicate saggiamente al rapporto tra la pastorale ecclesiale ordinaria e la cultura, si potrebbe cogliere l’idea centrale che attraversa questo agile volumetto proposto dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, aperto da una breve Presentazione (pp. 5-6) del card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI. Nonostante non sia sempre facile individuarne contorni e lineamenti, è indubbio che in questo decennio trascorso dal suo avvio la prospettiva del Progetto culturale orientato in senso cristiano è diventata un punto di riferimento nella vita della comunità ecclesiale italiana, ha permesso di valorizzare e coordinare professionalità e competenze, ha dato impulso per «coniugare la fatica del pensiero e l’impegno del discernimento con i vasti orizzonti e le esigenze della spiritualità e della vita cristiana. […] La stessa prospettiva di fondo del decennio in corso – Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia – attinge all’esigenza di attrezzare culturalmente la testimonianza cristiana, dandole la consapevolezza delle sfide poste dagli inediti scenari di oggi e la sapienza per estrarre “cose antiche e cose nuove” (Mt 13,52) dal tesoro che riconosciamo essere il nostro patrimonio di fede e di storia» (pp. 5-6). In linea, dunque, non solo con la proposta che è propria delle Istituzioni culturali della Chiesa, a partire dalle Università Pontificie e Cattoliche, ma anche con alcuni degli specifici orientamenti ed indicazioni provenienti dal più recente magistero di Papa Benedetto XVI, che ripetutamente auspica «un nuovo incontro tra la fede e la ragione», si offrono queste pagine come vero e proprio sussidio che mira a «favorire un modo nuovo di affrontare le dinamiche che la vita oggi ci presenta e che possono trovare, nella fede della Chiesa, validi principi ispiratori e criteri di giudizio e di orientamento affidati alla nostra responsabilità» (p. 10). Le tematiche di grande rilievo culturale scelte come argomenti da trattare sono quelle relative ai cinque ambiti dell’esistenza umana verso cui il Convegno della Chiesa Italiana di Verona ha declinato l’impegno di testimonianza dei credenti: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza. A ciascuno di essi vengono dedicate due schede tematiche, articolate ciascuna secondo una triplice scansione: una presentazione sintetica della problematica di fondo (Per capire la questione, Temi correlati, Altri temi correlati), l’indicazione di alcuni riferimenti utili per lo studio e il discernimento credente (Per il discernimento credente), il suggerimento bibliografico di ulteriori strumenti (Per approfondire). Oltre a segnalare che la seconda parte del sussidio (pp. 129-154) fornisce anche alcune note metodologiche utili per la promozione ed organizzazione di eventi culturali e la concretizzazione dell’animazione culturale sul territorio, ci sembra significativo indicare particolarmente l’utilità delle prime due schede introduttive, di carattere generale (e strutturate con la stessa triplice scansione che configura le seguenti), dedicate rispettivamente al rapporto fede-ragione (Allargare gli spazi della razionalità, pp. 15-23) e al cammino conciliare della Chiesa italiana (Il Concilio e la Chiesa in Italia, pp. 25-33). Molto opportuno, a nostro avviso, nelle pagine relative al rapporto tra fede e ragione ove si mette in luce la grande sfida, in una situazione in cui «il lógos, la facoltà di accogliere e articolare il reale mediante il pensiero e il linguaggio, è concepito e usato in modo non corrispondente all’ampiezza delle sue possibilità» (p. 15) il suggerimento di puntare l’attenzione – come disse Benedetto XVI a Regensburg nel settembre del 2006 – verso «un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa». Si evidenzia, così, che «l’obiettivo di “allargare gli spazi della razionalità” ha il duplice senso di restituire al lógos un campo di azione dal quale solo negli ultimi due secoli è stato programmaticamente estromesso, così da permettere al cittadino e al cristiano del XXI secolo di lasciare risuonare senza divieti nell’intimo della sua coscienza le domande fondamentali della sua esistenza; e, inoltre, di consegnare alla capacità universale del lógos stesso l’impresa dell’incontro e del dialogo tra le religioni e le culture, tra le correnti di pensiero e le “visioni del mondo”, perché la pluralità non sia occasione di scontro, ma di un nuovo umanesimo» (p. 18).
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 1, 185-186
(http://las.unisal.it)