Giuseppe Dossetti: la fede e la storia. Studi nel decennale della morte
(Testi e ricerche di scienze religiose. N.S. - ISR Bologna)EAN 9788815120694
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A dieci anni dalla morte di Giuseppe Dossetti (15 dicembre 1996) la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna ha promosso una serie di colloqui e incontri per studiare la figura e le fonti relative a questo protagonista della cultura e del cristianesimo del Novecento. Il colloquio conclusivo, celebrato a Bologna, portava il titolo «la fede e la storia», titolo voluto dallo storico Giuseppe Alberigo per indicare la polarità propria della vita di Dossetti. Quel titolo si è rivelato adatto anche per il volume degli Atti, che raccoglie, grazie all’attento vaglio di Alberto Melloni, i materiali prodotti nelle celebrazioni commemorative itineranti (cf. premessa, p. 7 e conclusioni, p. 383). Ci viene consegnato un volume di livello, che consente di familiarizzare con le dimensioni più essenziali e profonde di una personalità storica che il prof. Paolo Prodi nel suo intervento non esita a definire «straordinaria e poliedrica» (p. 343). I tredici contributi indagano su alcuni aspetti del percorso vocazionale di Dossetti, prima laico, docente universitario e politico, poi sacerdote, infine monaco (o, come preferiva chiamarsi Dossetti stesso, “fratello”, “cristiano comune”). Difficile dare conto compiutamente di un’opera complessa e articolata come quella che stiamo presentando. Ci limitiamo a elencare gli studi raccolti ponendo in luce alcune linee direttrici che emergono dai singoli interventi. Se la presentazione risultasse frammentaria, può tornare utile leggere le pagine scritte dal prof. Paolo Prodi: aiutano a cogliere l’evoluzione culturale e spirituale di Dossetti, i suoi mutamenti attorno alle due categorie di diritto e storia (pp. 343-363). Nella sezione intitolata Nodi, vengono approfonditi alcuni aspettinodali della vicenda di Dossetti: la sua vita cristiana, la sua passione perla Chiesa (in particolare la conciliarità), il suo impegno civile (a difesadella Costituzione). La ricostruzione della vicenda cristiana che Dossettiha formulato per sé e per coloro che hanno aderito alla sua proposta, ètracciata da Giuseppe Ruggeri (La vita cristiana in Dossetti: pp. 21-46).Valorizzando fonti edite e inedite, comprese tra il 1939 e il 1955, il Ruggeriindica gli elementi di lunga durata del vissuto cristiano del Dossetti:l’«immolazione nell’amore», la vita di comunità, il primato della grazia,l’orizzonte ecclesiale, l’orizzonte storico. Si tratta di aspetti suggestivi,poco conosciuti, ma fondamentali per comprendere l’intera vicendadinamica ed evolutiva di Giuseppe Dossetti. La passione ecclesiale delDossetti è trattata da Giuseppe Alberigo dalla particolare angolatura dellaconciliarità (La conciliarità della Chiesa, una passione: pp. 47-66). L’illustrestorico sottolinea la difficoltà a risalire alle matrici culturali dell’interessedi Dossetti per la vita conciliare della Chiesa. Larga parte dello studioè dedicato alla partecipazione di Dossetti al concilio Vaticano II primacome esperto del Cardinal Lercaro, poi come segretario del gruppo deicardinali moderatori del concilio e come elaboratore di documenti eprogetti di grande rilievo. Si è trattato di una partecipazione spirituale eteologica straordinaria, come era stato per il Card. Lercaro (p. 60). L’impegnocivile del Dossetti è tracciato da Umberto Allegretti con la ricostruzionedella battaglia costituzionale sviluppata dal monaco Dossettinegli ultimi due anni (1994-1996) della sua vita (Dossetti, difesa e sviluppodella Costituzione, pp. 67-146). Il saggio merita attenzione. Aiuta a scoprirela passione etica e civile di un uomo che, dopo essere stato coautoredella Costituzione, sentiva il bisogno di difendere la sua creatura indicandonei possibili promettenti sviluppi.Nella sezione intitolata Tappe vengono illustrati tre tratti dell’esistenzadi Dossetti: gli studi giuridici, il suo impegno nel contesto dellaChiesa di Reggio Emilia (P. Trionfino, Giuseppe Dossetti nella Chiesa diReggio Emilia dalla guerra alla chiusura della stagione politica: pp. 165-211),la fine del dossettismo politico (P. Pombeni, La fine del dossettismo politico:pp. 213-257). Mi soffermo sugli studi giuridici, sul saggio di GiancarloMori, Dossetti canonista (pp. 149-164). La formazione intellettuale di Dossettiè giuridica. Si laurea nella facoltà di giurisprudenza di Bologna nel1934 con una tesi di diritto matrimoniale canonico, entra nel corpodocente dell’Università Cattolica di Milano dopo i contatti avuti conp. Gemelli, dapprima come assistente volontario del prof. Del Giudice,poi, nel 1940, come assistente di ruolo alla cattedra di diritto canonico, e nel 1942, in qualità di libero docente, ottiene l’incarico d’insegnamentopresso l’università di Modena dove nel 1947 diviene titolare della cattedradi diritto ecclesiastico e canonico. L’esperienza giuridica continuerànell’assemblea costituente alla quale verrà eletto nel 1946, nelle liste dellaDemocrazia cristiana, e nella partecipazione al concilio Vaticano II dal1962 al 1965, ricoprendo l’importante incarico di segretario dei cardinalimoderatori del concilio. Il Mori, dopo aver richiamato le materie canonicheapprofondite da Dossetti, si sofferma, molto opportunamente, sulmetodo utilizzato. L’approccio dossettiano al diritto canonico è lineare:studia la legge canonica in sé, come atto d’imperio e realtà puramenteformale, separa l’essenziale dall’accessorio, scandaglia le fonti classichericuperandone la forza giuridica, elabora delle ipotesi che gli consentonodi proporre nuove conclusioni. È una metodologia che consenteal Dossetti di mostrare la funzione creatrice del canonista e di comprenderela «grandezza e la miseria del diritto della Chiesa», come recita il titolodella prolusione da lui letta all’Università di Modena all’inaugurazionedell’anno accademico 1951-1952. Va subito precisato che questa metodologiaconosce due diverse stagioni (tengo qui presenti le conclusioni delsaggio di Vincenzo Pacillo, che esaminerò più avanti, pp. 294-297). Nellaprima stagione, in sintonia con la “scuola dommatico-giuridica italiana”del diritto canonico, l’approccio è romanistico e civilistico, sostanzialmentepositivista. Nella seconda stagione, il Dossetti ? presbitero, riccodell’esperienza fatta al concilio Vaticano II, monaco ?, progressivamentericonduce tutto, anche il diritto, sotto la parola di Dio. L’approccio aldiritto canonico tiene conto del retroterra filosofico, teologico e storicoistituzionaledell’ordinamento ecclesiale, partendo dalla Rivelazione finoa concludersi nell’attuale momento storico.La sezione Frammenti è la più ricca di tematiche. Alessandro Parolanel saggio Pensare la ricostruzione: gli incontri di casa Padovani (pp. 261-280)invita a indagare sulle riunioni che si tennero tra l’ottobre 1941 e laprimavera 1943 in casa del prof. Padovani a cui partecipavano GiuseppeDossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati, don Carlo Colombo, SofiaVanni Rovighi, Giorgio La Pira, padre Carlo Giacon, Antonio Amorthe Gustavo Bontadini. Fu una sorta di cenacolo, momento fondamentaleper comprendere l’impegno politico dei giovani «professorini» nel secondodopoguerra. Vincenzo Pacillo indaga sulla monografia canonisticafondamentale del Dossetti: «La violenza nel matrimonio in diritto canonico»(pp. 281-297). «L’opera di Dossetti – conclude Pacillo – rappresenta unadelle ultime grandi pietre della “scuola italiana del diritto canonico”; malo stesso Dossetti alcuni anni dopo ci inviterà a riflettere sulla possibilità di utilizzare quella metodologia per comprendere e far evolvere un ordinamentoche trae linfa dal mistero teologico della realtà ecclesiale» (p.295). Luciano Guerzoni, nel saggio «La riflessione di Dossetti sullo Stato:spunti di ricerca» (pp. 299-309) segnala la necessità di un più attento approfondimentodella riflessione di Dossetti sullo Stato e indica alcunipossibili percorsi. Lo studio di Umberto Mazzone «Tra resistenza e ragiondi Stato: momenti del pensiero politico di Giuseppe Dossetti» (pp. 311-342) èdi notevole spessore. Del diritto di resistenza si era occupato il Dossettinella costituente proponendo un apposito articolo. Lo studio di Mazzonesegue lo svolgimento del dibattito mettendo in luce la progressiva diversacomprensione del diritto, anche in Giuseppe Dossetti. L’ultimo interessantesaggio è di Massimo Fagioli ed è intitolato: «Dossetti e il progetto diun “Consiglio centrale dei vescovi” al Vaticano II: dal riformismo alla riformadella Chiesa» (pp. 365-381). Il tema tocca la questione del governo centraledella Chiesa e in particolare la partecipazione effettiva dei vescovi atale governo. È una pagina incompiuta del concilio Vaticano II alla qualeGiuseppe Dossetti aveva cercato di dare un suo contributo. Anche questostudio mette in luce l’evoluzione del pensiero di Giuseppe Dossetti sullacomprensione del mistero della Chiesa e del suo ordinamento.Il prezioso volume rapidamente presentato è concluso da brevi stimolantiriflessioni del curatore dell’opera, il prof. Alberto Melloni (pp.383-405). Con la formula «Qui sitiunt Ecclesiam» il Melloni vuole metterein luce come il Dossetti pensava il rapporto tra la Chiesa e il mondo.Scrive il Melloni: «La lucida diagnosi di Dossetti non distingue la Chiesadal mondo, se non per fare carico a quella dei problemi di questo, persperare che dalle tragedie di quello essa ritrovi il senso del suo predicare»(p. 404).
Tratto dalla rivista Lateranum